Olginate, omicidio De Fazio: ultimo atto in Cassazione, Valsecchi spera in una 'attenuante'

Ad aprile 2022, la Corte d'Appello aveva confermato in toto la condanna di primo grado irrogata dal Gup del Tribunale di Lecco Salvatore Catalano: 19 anni e 4 mesi. Il prossimo 2 febbraio il fascicolo approda in Cassazione, per quello che potrebbe essere l'ultimo atto della vicenda processuale originata dall'assassinio di Salvatore De Fazio, l'olginatese freddato a colpi di pistola ad una manciata di passi dalla sua abitazione domenica 13 settembre 2020. Scontato, il ricorso, presentato dall'avvocato Marcello Perillo difensore del calolziese Stefano Valsecchi, reo confesso, costituitosi ai Carabinieri del Comando di Lecco una settimana dopo la sparatoria nel corso della quale è stato attinto - fortunatamente solo di striscio - ad una mandibola anche Alfredo De Fazio, fratello della vittima, riuscito a ripararsi nell'androne di uno dei palazzi a poca distanza dal luogo teatro del cruento fatto di sangue.
Vent'anni - al netto dello sconto di pena garantito dal rito abbreviato - la richiesta di condanna avanzata a Lecco dal sostituto procuratore Paolo Del Grosso, non ritenendo di contestare all'imputato l'aggravante della premeditazione come invece richiesto dalle parti civili, con Alfredo De Fazio, la moglie e i figli di Salvatore De Fazio rappresentati dall'avvocato Nadia Invernizzi affiancata dal collega Luciano Bova nell'interesse invece delle sorelle e dall'anziana madre dell'olginatese.
In Appello ha insistito, di contro, come già in primo grado, per il riconoscimento dell'attenuante della provocazione il difensore di Valsecchi, puntando dunque alla conseguente, significativa, riduzione della pena. La valutazione finale passa ora agli ermellini della prima sezione penale.
A.M.
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