Valmadrera: cerimonia del 4 Novembre con il pensiero all'Ucraina

Sulle note de “La leggenda del Piave”, suonato dal Corpo musicale di Santa Cecilia, questa mattina alle 9.15 dal municipio di Valmadrera è partito il corteo cittadino per la festa del IV novembre, la Giornata dell'Unità nazionale e delle forze armate. In testa, un gruppetto di bambini di seconda elementare della scuola paritaria Cuore immacolato di Maria, seguito dalla banda, dai rappresentanti dell’Amministrazione comunale, dalla Protezione civile, dalla Croce rossa italiana, dall’Associazione nazionale famigliari dei caduti e dispersi in guerra, dalla Società escursionisti Valmadrera e dagli Alpini. Presenti naturalmente anche il Comando dei Carabinieri e la Polizia locale.



Una volta giunti al monumento ai Caduti di via Gavazzi, dopo un momento di raccoglimento sono stati deposti i fiori e la corona ai piedi della lapide, per poi lasciare la parola ai bambini che hanno letto la poesia “Promemoria” di Gianni Rodari, nella quale vengono recitate “le cose fare ogni giorno”, come “lavarsi, studiare, giocare, preparare la tavola a mezzogiorno”, e "di notte" come “chiudere gli occhi, dormire, avere sogni da sognare, orecchie per non sentire” e infine quelle “da non fare mai, né di giorno né di notte, né per mare né per terra: per esempio la guerra”. Sempre ai più piccoli è stato affidato il compito di raccontare che cosa sia la pace per loro, e ne sono emersi concetti e parole sincere e genuine: l’amicizia, giocare, abbracciarsi, stare insieme.




Dopo la lettura della “Preghiera del caduto” da parte della rappresentante dall’Associazione nazionale famigliari dei caduti e dispersi in guerra, è stato il sindaco Antonio Rusconi a prendere la parola e, restando sul tema, ha riflettuto sul fatto che “la giornata dell’Unità nazionale e delle forze armate, così come l’anniversario del 1918, ci ricordano che la pace è stata conquistata al prezzo di fatica e guerre. Da questi avvenimenti e dalla storia deriviamo però i nostri principi di essere popolo e nazione, che nascono dalla capacità di aver sofferto insieme che unisce più della gioia, perché impone doveri e sforzi comuni”.

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Non poteva mancare un riferimento alla guerra in Ucraina: “Da otto mesi, a poco più di 1.000 chilometri da noi, ragazzi ucraini e russi si massacrano in nome di una supremazia territoriale, politica ed economica, come avviene anche in altre parti del mondo. Insieme agli altri sindaci il 28 ottobre sono sceso in piazza per la pace, ma non può esserci pace senza giustizia e l’Ucraina non può essere abbandonata” ha sottolineato Rusconi ricordando anche coloro che, scappando dal conflitto, hanno trovato accoglienza a Valmadrera.



“Scoprire e costruire il senso dello Stato è il compito più alto della politica, e occorre forse re-imparare a essere italiani di fronte a questi monumenti. La patria presuppone dei cittadini, non sudditi o servi, e l’amore per la patria è inseparabile da quello per l’Europa e per l’umanità. La nazionalità, infatti, è cultura e non biologia. Le patrie muoiono e rinascono, oggi gli Stati sono chiamati a un’appartenenza più grande, quella del federalismo europeo che nasce per unire e non per disgregare”.




Al termine del discorso, la banda ha proposto ai presenti un nuovo momento musicale prima di ricomporre il corteo e dirigersi verso la vicina chiesa parrocchiale dove alle 10.30 è stata celebrata la Messa domenicale.
M.V.
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