Calcio: il Lecco affronta il Pordenone. Di Carlo troverà 'una squadra agguerrita'

LEGA PRO
DODICESIMA GIORNATA:
PORDENONE-LECCO DOMANI ORE 17,30 A LIGNANO SABBIADORO


Quale Lecco vedremo a Lignano Sabbiadoro? Quello timido sconfitto dal Trento, oppure quello volitivo ammirato nei match precedenti? L'unica certezza è che domani (17,30) sarà una trasferta ad alto rischio per i blucelesti che incroceranno i tacchetti con un complesso di spessore come il Pordenone, attrezzato per il salto di categoria. La formazione friulana, retrocessa dalla B la scorsa stagione, è seconda in classifica a quota 20 insieme con lo stesso Lecco e il Novara, e non fa mistero delle proprie ambizioni. Il match rappresenterà anche una sfida tra amici in panchina. Su quella neroverde siede Mimmo Di Carlo, del quale Foschi è stato “vice” in serie A al Chievo, Verona e Livorno.  
“Incontriamo una squadra forte, costruita per salire in B – ha esordito il mister bluceleste che in carriera ha guidato il Pordenone nel 2014 - In più ad allenarla c'è Mimmo Di Carlo che per la serie C è un lusso. Se si osserva la rosa dei neroverdi non si può far altro che pensare ad una compagine di valore. Noi giocheremo per vincere, poi sarà il campo a sentenziare. Domenica scorsa abbiamo perso per episodi negativi, causati da noi stessi. Vogliamo quindi ritrovare la prestazione che non si è vista con il Trento”.
- Ci sarà qualche variazione nella zona mediana?
“Qualcosa ritoccherò anche perché bisognerà tenere conto della fisicità degli avversari. Magari inserirò Zuccon, ma potrebbe essere della partita anche Lakti. Stesso discorso per Maldonado, da utilizzare inizialmente oppure a gara in corso.  In questo momento la rosa del Lecco è ampia, con giocatori in salute. Con i cinque cambi diventa poco importante pensare a chi può giocare in partenza. Poter contare su diversi atleti in buona condizione, agevola l'alternanza nei vari ruoli”.
- Il Pordenone si giova di un'ottima fase difensiva e i pochi gol presi (sei) sono scaturiti da palle inattive o da ripartenze.
“Vero. Da quando alleno qui, il Lecco ha subito quattro reti, più o meno quelle incassate dai neroverdi. Però non siamo il Pordenone che è più forte, almeno sulla carta. La mia filosofia suggerisce che possiamo giocarcela con tutti, senza spavalderia ma con consapevolezza”.  
- Indisponibili?
“Celjak ha accusato dei problemi e sarà out. Poi non ci saranno Tordini, Eusepi, Berra, Longo”.
- Lepore potrebbe fare il terzo di difesa al posto di Celjak?
“ Lui può fare tutto.  E' calcisticamente preparato per svolgere diversi ruoli. La carriera parla per lui. Con il Trento non l'ho rischiato perché era rimasto fuori per diverso tempo. Per il ruolo di terzino destro ho a disposizione anche Maldini, Stanga, Pecorini. Quattro giocatori per una maglia”.  
- L'amicizia con Di Carlo? Nell'unico confronto diretto, nel 2019, ha vinto lui.
“Mimmo sa bene che domani troverà una squadra agguerrita. E' un tecnico molto preparato. Siamo amici da tanto tempo, a prescindere dalla nostra collaborazione nei tempi passati.  Devo ringraziarlo per l'opportuntà che mi ha offerto. Ho ammirato palcoscenici di serie A che altrimenti non sarei mai riuscito a vedere.  Sul campo domani saremo avversari, poi tornerà tutto come prima. A volte ci scambiamo opinioni, come si fa tra colleghi e amici”.
- Desiderio di rivalsa dopo l'esperienza non fortunata del 2014 ? Anche lì c'è un presidente passionale.
“I presidenti vanno rispettati. Ognuno ha il suo modo di agire. Quanto alla esperienza in Friuli posso dire che ereditai una situazione complicata. La squadra non era competitiva. Ci abbiamo provato tutti insieme ma dopo due mesi ci siamo divisi”.  
Il Pordenone presenta un bottino di sedici gol realizzati e vanta la difesa più solida del girone, con 6 reti incassate in undici incontri.  Perno della retroguardia è il roccioso centrale Bassoli, alla quinta stagione in neroverde. Altri giocatori d'esperienza sono i centrocampisti Burrai, ex Cagliari, Deli, Zammarini,  Pinato (oltre 170 presenze in B) e  il difensore Ajeti che conta 22 gettoni con la nazionale albanese.        
In attacco giocano il lituano Dubickas, Piscopo, Magnaghi e Candellone.  I sedici gol realizzati sono distribuiti tra nove giocatori. Migliori marcatori Deli e Pinato con tre centri, Candellone e Piscopo con due. L'unico neo del Pordenone è il rendimento interno. I neroverdi, che giocano da due anni a Lignano Sabbiadoro (a 60 km di distanza), hanno totalizzato in casa solo un terzo dei punti in classifica: sette su venti. Hanno vinto contro Trento e Arzignano, pareggiato con la Juventus Next Gen e perso contro Padova e Feralpisalò.
Domenica scorsa la squadra allenata da Di Carlo (230 panchine in A) ha vendemmiato al Voltini di Crema: 5-1  il punteggio per i ramarri, con gol segnati da Candellone, Dubickas, Zammarini e Piscopo, più un'autorete di Arini.
Questo l'undici inizialmente varato dal tecnico neroverde: Fresta; Bruscagin, Ajeti, Bassoli, Benedetti; Biondi, Burrai, Torrasi; Zammarini; Candellone, Dubickas. Modulo 4-3-1-2.
L'arbitro di domani sarà Davide Di Marco di Ciampino.
Lecco e Pordenone si sono incontrati raramente nella loro storia. La prima volta nella primavera del 1953 in Friuli, in occasione degli spareggi per salire in C. 0-0 il risultato, poi ribadito nel ritorno al Rigamonti. Si rese necessaria un'altra gara che vide il Lecco prevalere per 2-0 sul neutro di Vicenza. Il successo significò serie C.
Per rintracciare, invece, la prima doppia sfida di campionato, occorre arretrare fino al 1982/83, torneo di serie C2. L'andata, giocata il 14 novembre 1982 sorrise ai blucelesti che si imposero al Rigamonti per 1-0, con rete di Paolo Volpi al 77' su perfetto assist di Pozzoli.  Il ritorno del 2 aprile 1983 si svolse sul campo di Fontanafredda. Il Lecco, invischiato nelle zone basse della classifica, lottò ma dovette inchinarsi nei minuti finali. In vantaggio al 68' con Tedoldi, abile a sfruttare un servizio di Pozzoli, gli aquilotti subirono la rimonta dei locali che ribaltarono la situazione con Sambugaro al 75' e Peressoni al 90'. Al termine di quel campionato la formazione bluceleste, penultima, sprofondò maliconicamente in D dopo trenta stagioni tra i professionisti.  Tra l'altro il 1983 fu l'anno della scomparsa di Mario Ceppi, alla guida del club dal 1948, sia pure non ininterrottamente. Con la dipartita del presidentissimo e la discesa tra dilettanti si concluse un'epoca per il calcio lecchese.   

LE ALTRE PARTITE DELL'UNDICESIMO TURNO: Pro Vercelli-Albinoleffe, Juventus Next Gen- Novara, Pro Patria-Triestina, Renate-Pergolettese, Sangiuliano-Virtus Verona, Trento-Pro Sesto, LR Vicenza-Feralpisalò, Mantova-Piacenza, Padova-Arzignano.  

LA CLASSIFICA: Renate 22, Lecco, Pordenone e Novara 20, Feralpisalò 19, Padova 18, Vicenza, Arzignano, Pro Vercelli e Pro Sesto 17, Pro Patria e Sangiuliano 15, Pergolettese 14, Juventus Next Gen 13, Albinoleffe e Trento 12, Mantova 11, Triestina 10, Virtus Verona 6, Piacenza 5
R.F.
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