Valmadrera: pellegrina a settant'anni, Giuditta Scola racconta il suo cammino del nord

“La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione”. Bellezza. Non ci sono parole migliori di quelle pronunciate da Paolo VI per descrivere la bellezza. Ed è proprio la bellezza a ricoprire il ruolo di protagonista nel racconto per immagini con cui Giuditta Scola ieri sera ha conquistato il pubblico dell’auditorium Fatebenefratelli di Valmadrera, pieno fino all’ultimo posto disponibile e oltre.

Daniela Rusconi e Giuditta Scola

“È diverso tempo che coltivavo l’idea di organizzare una serata con Giuditta Scola. Non mi sarei mai aspettata di vedere un pubblico così numero. Vi ringrazio davvero per essere qui e vi porto anche i saluti dell’amministrazione comunale” ha sottolineato entusiasta Daniela Rusconi, presidente del centro fotografico Daniele Anghileri, ovvero l’associazione cha ha organizzato la serata assieme all’assessore alla cultura di Valmadrera Marcello Butti. Oltre che numeroso, il pubblico è stato disciplinato e si è lasciato trasportare tra i paesaggi dei Paesi Baschi. Giuditta Scola, settantenne civatese amante dei pellegrinaggi, ha infatti raccontato il cammino del nord, l’ultima grande avventura che la donna ha portato a termine prima dello scoppio della pandemia, cioè nel 2019, nonché l’alternativa al tradizionalmente affollato cammino francese. La destinazione, ovviamente, è una e solo una: Santiago de Campostela.

“Sebbene ci siano persone che percorrano questi cammini per fare trekking o semplicemente sport, per me sono dei veri e propri pellegrinaggi. Devo dire che percorrere il cammino del nord è spiritualmente molto più difficile di quello tradizionale” ha spiegato Giuditta Scola. “Lungo il tracciato più importante, infatti, ci sono interi borghi la cui economia vive sul passaggio dei pellegrini, così come cattedrali che sono state edificate proprio per accogliere chi si recava a Santiago. Ci si sente accompagnati”. La dimensione spirituale è sempre stata per Giuditta molto importante. Nel suo racconto per immagini, le fotografie delle chiese che ha visitato e in cui ha pregato si alternano a paesaggi magici. “Ogni giorno è una danza di colori, certi scorci sono di una straripante bellezza” ha raccontato mentre le foto passavano sulla parete dietro di lei.

30 giorni di cammino, da Saint Jean Pied de Port a Santiago, 25/30 kilometri al giorno. “Con me avevo solo uno zaino da 10 kilogrammi. Facendo queste esperienze si comprende come si possa vivere benissimo con l’essenziale anche per un intero mese” ha sottolineato la pellegrina. Abituarsi a vivere con lo stretto necessario e senza distrazioni aiuta anche godere appieno delle emozioni che si provano lungo la strada. “Ogni giornata mi carica di sensazioni e stimoli nuovi. Ogni ora passata in cammino aggiunge valore a quest’esperienza” ha aggiunto Scola mentre sulla parete dell’auditorium proseguiva la proiezione delle foto che lei stessa aveva scattato. Cantabria, Asturie, Galiziia. Ritratti della maestosità dell’oceano si alternavano a paesaggi dai colori intensi. Qua e là emergevano anche foto di persona, ricordi di incontri che hanno ulteriormente arricchito questo viaggio. “Silvia, Pompeo e Domenico li ho incontrati dopo aver lasciato Bilbao e insieme abbiamo deviato per poco dal percorso ufficiale del cammino per intraprendere un itinerario molto più panoramico. Giovanni e Gigi, invece, li ho incontrati nelle Asturie, la patria del sidro” ha raccontato Giuditta Scola.

Un’esperienza totalizzante, culminata con una doppia sosta nel santuario per pregare davanti alla tomba di San Giacomo e ammirare il portico della gloria, finalmente libero dai ponteggi dopo dieci anni di restauri. Un’avventura che la coraggiosa settantenne civatese ha saputo raccontare in modo affascinante e coinvolgente. “Io ho fatto venti cammini in tutto, oramai non faccio più esperienze così lunghe come quella che vi ho raccontato. Quando vedo dei giovani intraprendere un cammino come questo, mi si apre il cuore. Invito tutte le giovani generazioni a provare almeno una volta nella vita questa esperienza” ha concluso Scola.
Un ultimo appello che ha lasciato il posto a dei meritati e lunghi applausi.
A.Bes.
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