Lecco: PUMS e Biciplan, al via la fase partecipativa. I primi spunti per una città 'nuova'

È stata inaugurata venerdì sera la fase partecipativa del processo intrapreso dell’Amministrazione comunale lecchese per dotarsi di un Piano urbano della mobilità sostenibile (PUMS) e del Biciplan. “Un lavoro in progress - ha sottolineato l’assessore Renata Zuffi - che è aperto ai cittadini proprio perché ha l’ambizione di coinvolgere le persone per innescare dei processi di cambiamento: qualcosa deve modificarsi altrimenti non è possibile fare nessun passo avanti”.
Nei mesi precedenti è stato avviato questo procedimento con una prima raccolta di contributi e un’analisi delle vecchie valutazioni ambientali; adesso, oltre alla fase partecipativa, verrà depositato il rapporto preliminare di VAS; infine, una volta definiti nel dettaglio, questi strumenti verranno sottoposti all’approvazione della Giunta e del Consiglio.
Come ha spiegato ancora l’assessore alla Viabilità e all’Ambiente, il PUMS si colloca a un livello strategico sovracomunale, motivo per cui è necessario confrontarsi con i paesi limitrofi, e si confronta con altri importanti strumenti programmatori: il Piano generale del traffico urbano, la variante generale al PGT, gli Ambiti di rigenerazione individuati con l’applicazione della legge regionale, il Piano di azione per l’energia sostenibile e clima e gli altri progetti significativi, uno per tutti l’imminente cantiere del teleriscaldamento.



Ad entrare nel dettaglio di quello che è il PUMS è stato Alfredo Drufuca di Polinomia, che ha spiegato innanzitutto lo scopo dello strumento: “Adottare il PUMS significa ragionare in modo diverso e integrato con tutto il settore urbano in termini di sicurezza, di qualità dello spazio pubblico e della vita, oltre che di inclusione sociale”. Quattro sono i macro-obiettivi: migliorare l’efficacia del sistema mobilità (il Trasporto pubblico locale, il riequilibrio modale, la riduzione della congestione), l’ambiente e la sicurezza delle strade (a Lecco quasi ogni giorno c’è un incidente con feriti), e infine la sostenibilità socio-economica. Per attuarli, diversi sono gli spunti che potrebbero essere inseriti nel PUMS: la città a 15 minuti, il recupero dei borghi storici, lo sviluppo degli ambiti di interesse turistico e commerciale, i percorsi pedonali e ciclabili, la fluidificazione del traffico, l’attuazione della città 30, l’equilibrio dell’uso della sosta pubblica, l’aumento dell'efficacia del trasporto pubblico urbano e anche lo sviluppo di applicazioni tecnologiche che possono essere impiegate per migliorare la sicurezza, lo smart parking, lo sharing mobilità e il TPL.

L’altro grande capitolo riguarda il Biciplan di cui si sta occupando l’ingegnere Matteo Dondé che ha fatto una premessa molto significativa: “In Italia l’uso della due ruote "green" è un terzo di quello possibile, il cicloturismo fattura un terzo rispetto alla Germania e l’incidentalità dei ciclisti è il doppio di quella degli altri Paesi europei”. Fortunatamente alcune indicazioni per invertire la rotta sono state offerte anche dalla legge del 2018 recante le Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta: “Progettare una città ciclabile non vuol dire fare piste, ma significa realizzare percorsi contemporaneamente a interventi per la moderazione del traffico. Questo vuol dire che una ciclovia può essere anche una strada a 30. I due temi sono inscindibili, è una visione complessiva, per questo deve andare di pari passo con il PUMS”.
Quindi obiettivo prioritario per il Biciplan è migliorare l’efficienza, la sicurezza e la sostenibilità della mobilità: “Secondo moltissimi studi il principale deterrente delle biciclette e dei pedoni è la scarsa sicurezza stradale, ed è su questo piano che bisogna lavorare: anche a Lecco nell’ultimo triennio è salito il numero di incidenti. Infatti a livello europeo si è affermato il modello che nel cuore della città i percorsi ciclabili non devono essere necessari, perché la sicurezza di ciclisti e pedoni dovrebbe essere garantita dall’assenza o dalla moderazione del traffico”.



L’aspetto che gioca a favore di uno sviluppo in questo senso della città sono le sue ridotte dimensioni che permettono di spostarsi agevolmente senza auto; il contro è rappresentato dai dislivelli, che però la diffusione della bici elettrica può aiutare a superare. La direzione indicata da Dondé è quella di riqualificare e mettere in sicurezza i nodi più pericolosi e gli assi stradali dove ci sono percorsi ciclabili (o dove si vogliono realizzare), completare la rete dei percorsi tra i borghi e la zona centrale, realizzare zone 30 e posteggi per bici. Indicazioni perfettamente coerenti a quelle previste per la promozione della città camminabile, come creare delle sedute ogni cento metri e vietare alle due ruote di salire sui marciapiedi, spingendole a usare lo spazio delle auto. Per essere efficaci, i percorsi ciclabili dovranno essere attrattivi, garantendo continuità e riconoscibilità della rete anche da parte dei conducenti delle macchine, e brevi, nel senso di razionali ed efficienti.

Le ipotesi sul tavolo per realizzare il Biciplan contemplano la creazione di tre itinerari portanti per fare un collegamento con i borghi, oltre a tre percorsi che colleghino l’asse nord-sud e di conseguenza il centro con i Comuni limitrofi e i quartieri residenziali. Questa sarà la rete portante a cui si appoggerà quella secondaria fatta di zone 30 all’interno dei rioni. Il Biciplan sarà poi integrato alle tre ciclovie regionali che già attraversano Lecco e con il Masterplan del verde, nonché con le proposte di attrezzare le sponde dei fiumi perché siano usufruibili in bici o a piedi. Ultimo tassello fondamentale la realizzazione di cicloparcheggi, dotati di ricarica elettrica, nelle zone nodali: il parcheggio del Bione, l’ospedale, il centro commerciale Meridiana, la stazione e il lungolago.

Questi gli spunti sui quali dovrà misurarsi il dibattito che si svilupperà attraverso gruppi di discussione e tagli tematici, per finire con un seminario conclusivo. Il punto di partenza è rappresentato dai 24 tra cittadini e stakeholder che nei primi mesi dell’anno hanno trasmesso a Palazzo Bovara 150 contenuti sul tema, abbastanza in linea con quanto presentato dagli esperti. I temi più ricorrenti sono stati infatti la mobilità ciclabile, gli spazi urbani liberi della auto, la necessità di infrastrutture come bike lane e rastrelliere.
M.V.
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