Dalla mia vita alla vostra: inaugurata la mostra su don Giussani

Inaugurata al Politecnico di Lecco “Giussani 100. Dalla mia vita alla vostra”, la mostra dedicata a don Luigi Giussani, il fondatore di Comune e liberazione del quale quest’anno ricorre il centenario della nascita. Si tratta di una parte di quella più grande mostra allestita nel corso dell’estate al tradizionale Meeting a Rimini. Un pannello riporta le tappe fondamentali della vita del carismatico prete lombardo (nato a Desio appunto nel 1922 e morto a Milano nel 2005), oltre che, naturalmente, della nascita e della diffusione di un movimento inizialmente guardato con sospetto dalle gerarchie ecclesiastiche e poi voluto essere impegno che chiamasse in causa tutti gli aspetti della vita quotidiana, non solo religione e politica.

Altri pannelli riportano il giudizio di diversi personaggi sulla figura di don Giussani e attenzione è rivolta anche ai risvolti lecchesi. In un’aula inoltre sono proiettati alcuni filmati con gli interventi del “Gius” come era chiamato dagli aderenti a Cl.
Nell’inaugurare la mostra, il responsabile lecchese di Comuione e liberazione Emmanuel Micheli ha raccontato di come don Giussani si accorse della necessità di guardare ai giovani, durante un viaggio in treno quando sentì alcuni ragazzi parlare di Cristo e allora nel 1954 entrò nelle scuole. Da quel momento fu un susseguirsi di iniziative, «un impegno tumultuoso e inarrestabile per affrontare tutto ciò che riguarda la vita. Era un innamorato che ha travolto tutti quelli che ha incontrati, incitandoli ad andare fino in fondo nella domanda sul significato della propria vita, al proprio desiderio di felicità senza arrestarsi davanti agli ostacoli. Ogni giorno, era sempre una cosa nuova ed è una testimonianza che è giunta fino a noi».
Sono poi intervenuti a portare il loro saluti per il Politecnico Alessandra Pedrocchi, il presidente di Univerlecco Vico Valassi, l’europarlamentare Pietro Fiocchi, la viceprefetto Laura Motolese, il sottosegretario regionale Antonio Rossi, la presidente provinciale Alessandra Hoffman e il sindaco Mauro Gattinoni.

 

E’ seguita poi una visita guidata da Annamaria Formigoni: «Quando don Giussani morì, il funerale venne celebrato da Joseph Ratzinger, non ancora papa, che ricordò come don Giussani nacque e crebbe in una casa povera di pane ma ricca di musica» con il pensiero rivolto a una di quelle mattine in cui la madre accompagnava il piccolo Luigi «alla messa delle 5.30 e lui uscendo dalla chiesa disse “Com’è bello il mondo, com’è grande Dio” e questo atteggiamento sintetizza l’uomo e il prete, spalancato a 360 gradi alla cultura. A tutti noi ha sempre insegnato a confrontare le nostre esperienze con quello che ci veniva proposto, essere attivi e non passivi. Per fare questo ci vuole una “compagnia” e dentro la compagnia c’è Cristo». Certo, inizialmente non stato semplice: «La Chiesa non ci ha visto subito bene. Contestava a don Giussani di portar via i ragazzi dalle parrocchie».

Annamaria Formigoni

Finché  nel 1982 – dopo un lungo cammino: l’insegnamento a scuola dal 1954, l’impegno in Gioventù studentesca che era il movimento giovanile dell’Azione cattolica, il radicamento tra gli anni Sessanta e Settanta – è arrivato il riconoscimento ufficiale della fraternità di Comunione liberazione (denominazione apparsa per la prima volta nel 1969).

La mostra resterà aperta ancora oggi e domani, sabato 5 e domenica 6 novembre, dalle 10 alle 18. Ingresso libero. E’ inoltre previsto un nuovo incontro pubblico dopo quello con il cardinale Angelo Scola che ha coronato la giornata inaugurale (QUI l’articolo). Venerdì 11 novembre alle 21, sempre al Politecnico lecchese appuntamento con “Vite cambiate”: porteranno la loro testimonianza Paolo Prosperi (della fraternità sacerdotale di san Carlo Borromeo) e Silvio Cattarina (fondatore della comunità terapeutica “L’imprevisto”).
D.C.
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