Lecco: si oppone all’alt dei Cc, ingurgita la droga e sta male, marocchino a processo
Era soprannominato “Morris” o “bicicletta” per il mezzo utilizzato per spostarsi nei suoi traffici illeciti ma quel giorno i carabinieri lo hanno fermato mentre si trovava sul ponte Kennedy a Lecco alla guida di una Fiat Punto.
Questa mattina nell’aula del giudice Gianluca Piantadosi, con la pubblica accusa sostenuta dal vpo Mattia Mascaro, è comparso il maresciallo Francesco Casarola della caserma di Valmadrera, per il processo a carico di B.C., marocchino, pluripregiudicato, imputato per resistenza a pubblico ufficiale e detenzione di sostanze stupefacenti.
I fatti risalgono all’autunno 2019 quando i militari, a seguito di una “soffiata”, decidono di approntare un servizio di appostamento finalizzato a cogliere l’imputato in flagranza.
Terminata l’escussione del teste, il giudice ha rinviato il processo al 19 maggio 2023.
Questa mattina nell’aula del giudice Gianluca Piantadosi, con la pubblica accusa sostenuta dal vpo Mattia Mascaro, è comparso il maresciallo Francesco Casarola della caserma di Valmadrera, per il processo a carico di B.C., marocchino, pluripregiudicato, imputato per resistenza a pubblico ufficiale e detenzione di sostanze stupefacenti.
I fatti risalgono all’autunno 2019 quando i militari, a seguito di una “soffiata”, decidono di approntare un servizio di appostamento finalizzato a cogliere l’imputato in flagranza.
Una vettura con militari in borghese il 17 ottobre si trova alle “calcagna” dell’auto con alla guida B.C.
Data la situazione di traffico e colonna di veicoli fermi, i carabinieri decidono di intervenire unitamente ai colleghi in divisa. Quando il marocchino si è vede intimare l’alt, si barrica nell’abitacolo e, dopo essersi abbassato, raccoglie qualcosa ingurgitando della sostanza bianca. Inizia così un “braccio di ferro” tra i militari e l’uomo che non vuole scendere dall’auto né mostrare i documenti fino a quando uno dei carabinieri riesce ad aprire la portiera. L’imputato tenta la fuga ma viene fermato e ammanettato, data la difficoltà a “contenerlo”, per poter essere portato in caserma. Qui si sente male poiché la confezione ingurgitata probabilmente si rompe rilasciando la sostanza che gli crea dolori di stomaco. Viene portato in pronto soccorso e curato.
Nel frattempo i militari chiedono la possibilità di acquisire i tabulati telefonici per poter individuare i potenziali acquirenti della droga, che vengono sentiti e riconoscono da un album fotografico nell’imputato lo spacciatore che aveva venduto loro lo stupefacente.Terminata l’escussione del teste, il giudice ha rinviato il processo al 19 maggio 2023.
S.V.