Cortenova celebra il 4 Novembre, 'festa di tutto il popolo italiano'

Questa mattina Cortenova ha celebrato il 4 Novembre, giorno dell'unità nazionale e delle forze armate, con una cerimonia organizzata dal Comune con la partecipazione del sindaco Sergio Galperti, del primo cittadino di Parlasco Renato Busi e del capogruppo degli alpini di entrambi i comuni Pietro Casiraghi. Alle 10.30 la messa in chiesa santi Gervasio e Protasio. Don Gabriele Carena nella sua omelia ha ricordato come quest'oggi ricorra anche l’onomastico di don Carlo Gnocchi, a “120 anni dalla sua nascita. Un uomo che è stato buon pastore e si è preso cura di bambini orfani e mutilati, con  tanta dedizione, da sacerdote e persona di fede. Ha paragonato la sofferenza di questi a quella di Gesù”.

Il sindaco Sergio Galperti

Al termine della funzione religiosa il corteo - ingrossato dai volontari del gruppo di protezione civile, dagli alpini e dai bambini della scuola materna - ha raggiunto il monumento dei caduti di fronte al cimitero per deporre un omaggio floreale. Ad attendere i partecipanti c’erano gli alunni delle classi quarta e quinta della scuola elementare Giovanni Bellomi accompagnati dalle inseganti.
Dopo la letture dei nomi dei caduti locali da parte del capogruppo delle penne nere, la parola è passata a quattro alunni che, alternandosi, hanno letto la Preghiera dei combattenti e reduci. Nel suo discorso, il sindaco Sergio Galperti, dopo aver ringraziato tutti gli intervenuti ha spiegato come la giornata di oggi sia "festa di tutto il popolo italiano. Oggi, come ogni anno, rendiamo omaggio ai caduti per la patria, a chi ha dato la propria vita per gli ideali di libertà, sacrificandosi senza egoismo e promulgando con il proprio coraggio valori come la democrazia, la pace e l'amore per la propria terra da tramandare come testamento alle generazioni future".

Ha poi fatto riferimento ai caduti locali, dicendo che "vanno ricordati non solo oggi, ma tutti i giorni: traiamo un insegnamento di coraggio civico, coerenza e dignità da loro, mai piegati al compromesso, eroi che non hanno ceduto davanti a un regime di cui non potevano condividere i principi e non hanno esitato a contrastarlo percorrendo la via più difficile. Sacrificando con la loro vita il loro presente per rendere il nostro presente migliore. Un presente che oggi deve significare: unità, pace, indipendenza, patria, libertà e democrazia".

Ha proseguito ricordando come in questo mondo "che corre tra mille impegni, spesso non troviamo il tempo per capire le cose davvero importanti della vita ma tutti dobbiamo impegnarci per il nostro paese, affinché sia capace di ascoltare ed accogliere chi ha bisogno e di sentire l'orgoglio delle proprie radici, della propria storia, un'Italia che sa amare la propria terra rinnovandone i valori e i fondamentali che l'hanno costruita". Il discorso è poi proseguito parlando d'unità d'Italia non come "bene da proteggere o rivendicare, ma piuttosto un valore da riconoscere, che tiene insieme una comunità intorno ai principi costituzionali di pari dignità e giustizia sociale che garantisce diritti e fa avvertire i doveri e che ci fa sentire parte di un destino collettivo, in cui la libertà di ciascuno è legata alla libertà dell'altro, oggi più che mai dovremmo ricordare tutto ciò, per fermare drammatiche situazioni mondiali". A conclusione della cerimonia gli alpini hanno offerto, nella loro sede, un ricco rinfresco ai presenti.
M.A.
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