Rapina in treno, in Aula il racconto del pestaggio subito da un magrebino

L'originale coimputato – che ha già definito la propria posizione patteggiando – si è avvalso della facoltà di non rispondere. Altri due testimoni – un ragazzo magrebino e una ragazza sudamericana, fidanzati oggi come allora – in Aula, come già alle forze dell'ordine, hanno riferito di non aver assistito al pestaggio ma di aver solo prestato poi assistenza al ferito, mentre gli aggressori se la davano a gambe. Di quattro giovanotti convocati per la mattinata odierna in Tribunale a Lecco, solo l'ultimo ha saputo (o voluto, vista la scelta del primo) fornire pennellate un po' più significative per ricostruire quanto accaduto il 13 ottobre di quattro anni fa, su uno dei tanti treni che giornalmente fanno la spola tra Lecco e Milano. Quella sera, nella ricostruzione degli inquirenti, un passeggero di origini marocchine, senza fissa dimora ed a oggi irrintracciabile, sarebbe stato avvicinato da alcuni ragazzini, derubato del cellulare e del poco contante che aveva con sé venendo altresì percosso, in due distinti momenti con la seconda aggressione avvenuta – a quanto pare – sotto gli occhi del quarto testimone sentito quest'oggi. Salito ad Arcore e intenzionato a scendere già a Monza, avrebbe visto due giovani – parte di un gruppo di tre – accanirsi sullo straniero, colpendolo con calci e pugni, dopo essere stati dallo stesso (con il volto già sanguinante) rincorsi, forse – ma il dettaglio non è emerso con chiarezza – con una lama o comunque con qualcosa in mano. “Quello che lo picchiava di più” sarebbe l'odierno imputato, Andrei Cosmin Cojocariu, romeno, classe 1998. Oggi non presente in Aula – rappresentato dall'avvocato Luca Marsigli – il 24enne parrebbe avere sul viso un piccolo tatuaggio, elemento che – come riferito ad una scorsa udienza da un operante – ne avrebbe facilitato il riconoscimento. L'istruttoria del processo a suo carico proseguirà ora il prossimo 27 aprile. Con la speranza di rintracciare e portare dinnanzi al collegio giudicante – presidente Paolo Salvatore, a latere Giulia Barazzetta e Gianluca Piantadosi – la persona offesa, anche per capire la genesi di quella che ora è configurata come una rapina (con lesioni).
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