Pasturo: dito amputato ad un operaio nel 2020. A giudizio il patron di una ditta meccanica

Nell'infortunio in azienda avvenuto il 12 novembre 2020, aveva perso il secondo dito della mano, subendo ben tre operazioni che lo avevano tenuto lontano per circa un anno dal posto di lavoro, dove è rientrato alla sua completa guarigione, svolgendo pressochè le stesse mansioni. Stamani in tribunale a Lecco il giovane ha dovuto ripercorrere davanti al giudice in ruolo monocratico Paolo Salvatore, quanto accaduto due anni fa alla IMO srl, ditta metallurgica con sede a Pasturo, nell'ambito del procedimento penale a carico di G.O., titolare della storica impresa meccanica, operativa da ben cinque generazioni. L'uomo (assistito di fiducia dall'avvocato Marcello Perillo) deve infatti rispondere del reato di lesioni personali colpose.
Durante le operazioni di pulizia di un cosiddetto ''alberino'', svolte con un'apposita tela su un tornio in movimento, qualcosa era andato storto, tanto che la mano del giovane (che peraltro indossava i guanti) era rimasta incastrata nel macchinario. Inutile ogni tentativo di liberarsi; affidato alle cure del personale sanitario, l'operaio aveva poi dovuto affrontare una lunga convalescenza prima di poter rientrare di nuovo in azienda.
Il personale tecnico di ATS Brianza era stato chiamato ad effettuare gli opportuni accertamenti per chiarire la dinamica dell'accaduto e stabilire le eventuali responsabilità del caso. A questo proposito il referente sentito quest'oggi in aula ha spiegato che l'operazione svolta dal giovane operaio non era menzionata nel documento di valutazione del rischio aziendale, ritenendo errato l'utilizzo della tela. L'operazione di smerigliatura - a detta del teste - va sì effettuata, ma attraverso appositi strumenti.
Sottopostosi ad esame, il titolare della IMO ha spiegato che quanto accaduto quel giorno di quasi due anni fa non è la prassi; la lucidatura è vietata se le macchine sono in movimento. Può essere ammessa a mano, solo ed esclusivamente se riguarda alcune parti, ma il tornio deve essere fermo. Meglio ancora avvalersi di speciali banchetti collocati sul posto per rendere più agevole e soprattutto sicuro il lavoro. E' invece consentito l'utilizzo di smerigliatrici di varie tipologie.
''Io non avevo mai visto nessuno lavorare in quel modo'' ha detto l'imputato, spiegando di avere investito molto sia sulla sicurezza, sia sulla qualità del prodotto.
La deposizione di un altro dipendente che ha confermato il modus operandi citato dal titolare, e l'acquisizione della relazione sul macchinario dove si è verificato l'infortunio da parte del consulente della difesa, ing.Alessio Maggi, ha chiuso l'udienza odierna, rinviata al prossimo 25 gennaio. L'avvocato Perillo - su consenso prestato dal vpo Catelina Scarselli - ha rinunciato all'audizione del teste residuo (ex caporeparto dunque superiore diretto della vittima). Non resta dunque che attendere la discussione, che lascerà poi spazio alla sentenza finale.
G.C.
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