In viaggio a tempo indeterminato/255: siamo tornati a casa

Siamo tornati a casa.
No, non siamo atterrati in terra italica e lo conferma il fatto che mi venga l'acquolina in bocca persino a scrivere la seconda z della parola "pizza".
Siamo tornati in una delle nostre case nel mondo.
In quella più caotica, speziata, colorata e folle: l'India.

E come ci succede sempre quando rimettiamo piede in un posto in cui siamo già stati, ci sembra tutto diverso.
Anche se, in realtà, diverso non è.
L'India, a guardarla bene, è sempre lei.
I clacson vengono sempre usati come strumento di conversazione.
Beeep= Spostati mucca
Beeep= Ciao, Pradeep! Tutto bene a casa?
Beeep= Mi vedi? Sto arrivando!
Beeep= Devo svoltare a destra
Beeep= Sono contromano ma devo andare lì a comprare il chai.
Le mucche sono rimaste al loro posto, cioè per strada a bloccare il traffico.
Il tè nero con il latte costa sempre 0,12€, così come i biscotti con la faccia di una bambina sopra.
I templi sono sempre sparsi ad ogni angolo e profumano sempre di incenso e fiori freschi.
Le spezie sono ancora ovunque e il piccante è sempre lì in agguato, pronto a farti scendere qualche lacrimuccia.
Gli indiani sono sempre ossessionati dai selfie.
Le donne indiane sembrano sempre delle principesse con i loro vestiti colorati.
È rimasto tutto uguale, ma stavolta mi sembra tutto così diverso.
L'ultima volta che siamo stati in India era il 2019.
L'abbiamo vista prima della pandemia e la rivediamo dopo.
E a essere sinceri, non è che si notino grandi cambiamenti.
I cartelli "no mask, no entry" si vedono ancora sui muri di ingresso di alcuni edifici, ma sono più decorativi che altro.
Nessuno li nota e si confondono tra i poster che pubblicizzano bibite gassate e le immagini colorate di qualche divinità.
La distanza sociale non esisteva prima e non esiste di certo ora, d'altronde è un'ardua impresa distanziare 1,4 miliardi di persone.
E loro, gli indiani, sembrano essere rimasti uguali.
Curiosi di sapere da dove viene lo straniero, orgogliosi di stringergli la mano, pronti a scattare una foto seria insieme (perché per qualche motivo gli indiani nelle foto non sorridono quasi mai!).
I loro sorrisi genuini e naturali, restano ancora il tesoro più bello e prezioso che qualcuno possa donare.
È rimasto tutto più o meno uguale, nonostante il gran caos che abbiamo vissuto.
Ma a me stavolta sembra ci sia qualcosa di diverso.
Mi sembra tutto più intenso, più difficile da affrontare, più pesante.
Ad essere cambiata, però, non è di certo Lei, l'India.

VIDEO:


L'unico Paese di cui parlo come fosse una persona in carne ed ossa.
Una madre amorevole e severa allo stesso tempo.
Pronta a darti uno schiaffo se lo ritiene necessario o a farti una carezza se pensa tu te la sia meritata.
Non sente ragioni e se vuoi stare nella sua casa devi stare alle sue regole.
L'India credo sia uno dei pochissimi posti nel mondo che riesca a far crollare in poco tempo tutte le mie convinzioni su cosa sia "normale" e cosa no.
Qui non importa nulla il modo in cui fino a ieri ho vissuto, le mie convinzioni sono solo un ostacolo e il voler imporre la mia visione è solo un capriccio che mamma India di certo ignorerà.
Bisogna abbattere tutte le proprie barriere se la si vuole conoscere davvero, altrimenti si finirà per odiarla e non si vedranno altro che sporcizia, clacson e povertà.
E credo che sia stato questo il mio problema stavolta.
Essere arrivata in India non con delle barriere ma con delle barricate altissime con tanto di filo spinato sulla cima.
La questione iraniana, la nostra amica Alessia in prigione, l'odio e i commenti vuoti, mi hanno portato a costruire un muro in cui rintanarmi per sentirmi al sicuro.
Ma qui  in India quel muro non serve a nulla di buono, anzi.
Nasconde dalla mia vista la meraviglia che mi circonda, mostrandomi solo ciò che mi spaventa e mi infastidisce.

E niente, 'sto muro piano piano verrà giù, qualche pietra è già iniziata a crollare.
Ogni cosa nella vita, lo sto imparando, prende una forma diversa a seconda di come noi la guardiamo.
Possiamo decidere di vedere l'India come un Paese povero e sporco, oppure di vederla come un Paese ricco e meraviglioso.
Così come possiamo decidere di vedere solo i difetti di chi ci circonda o vederne solo i pregi.
È il nostro sguardo a cambiare la realtà.
Angela (e Paolo)
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