Lecco: la nuova viabilità al ponte vecchio manda in confusione anche il navigatore

La schermata con l'indicazione del ponte "chiuso"
e la necessità di usare la rotonda per invertire la marcia
E nulla, come gli automobilisti lecchesi, anche Google Maps parrebbe non aver ancora ben recepito le novità viabilistiche che hanno interessato ponte Azzone Visconti, contribuendo ad alimentare la confusione che regna in città.
Ieri sera, per esempio, qualche minuto prima delle 19, l'applicazione considerava l'infrastruttura a scavalco del Lago interdetta al traffico. Ed invece il semaforo, in uscita, era verde.
Ne abbiamo avuta la prova, partendo dal Municipio. Destinazione la Brianza meratese. Tempo di percorrenza secondo il navigatore ben 45 minuti per raggiungere Brivio. Un vero colpo al cuore dopo una giornata di lavoro nel bel mezzo di quello che per tanti, tantissimi, è stato un lunedì di riposo, tra la domenica e Ognissanti.
Della ss36 intasata – con un piccolo tamponamento su ponte Manzoni a far ulteriormente da tappo – ne avevamo contezza.
Ecco dunque la scelta di impostare Maps, per un suggerimento sulla via più veloce, nella speranza di non rimanere (troppo) in coda. In un attimo la rotta è tracciata: via Marco d'Oggiono (rossa), viale Costituzione (rosso), viale Leonardo Da Vinci (rosso), ponte Kennedy e giù per la 583 prima e per la 72 poi, entrambe - sorprendentemente - blu e dunque all'apparenza poco trafficate (fiuuu...). 45 minuti in tutto, per l'appunto. E - perbacco - in gran parte necessari, secondo Google, solo per uscire dal capoluogo.
Dopo aver percorso a passo d'uomo il breve tratto tra il Comune attuale e quella che nelle intenzioni della Giunta Brivio avrebbe dovuto essere il Comune di domani, la scelta – azzardata? - di lasciare la traccia: via dal serpentone di auto per imboccare la seconda uscita della rotonda provvisoria (per quanto?) e prendere via Digione, deserta. Nessuna intenzione di salire verso la Meridiana, sapendo poi di voler evitare come la peste la superstrada. Ma il ponte vecchio, una volta entrati nel rondò della Piccola, parrebbe essere lì, a portata: la fila su via Amendola, complice forse “l'onda verde”, pare scorrere. Il navigatore “ricalcola” ma nulla, ci vuole mandare per forza su Corso Martiri. Ma come? Perché?
Sullo schermo si intravede l'Azzone Visconti, con un simbolo però inequivocabile: il divieto d'accesso.
Ma come? Perché?
Breve brainstorming: è orario di apertura in uscita, non è giorno di festa (o il ponte fa... il ponte? No dai, niente pensieri stupidi...), gli alpini hanno già sfilato giorni fa... e allora? Nulla, anche Maps è andato in confusione.
Fa quasi ridere. Se non fosse che in ballo ci sono tempo e nervi di residenti, lavoratori e “visitatori”.
16 minuti dopo – per la cronaca – l'arrivo alla meta.
A.M.
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