Calolzio: salgono i costi, la società proponente si sfila. Il teleriscaldamento non si farà

Il sistema di allacci alla rete presentato in Comune dalla società proponente
Molto ma molto ottimisticamente, la società pensava addirittura di poter avviare i lavori già nel primo semestre dell'anno che ormai volge al termine. Ma non solo l'iter di definizione del progetto non è arrivato tutt'oggi al termine ma ora parrebbe proprio essere stata accantonata l'idea di andare avanti, rinunciando alla gara per l'aggiudicazione dell'opera. Battuta d'arresto per il teleriscaldamento a Calolzio. Varese Risorse, la realtà proponente del Project Financing,  sembrerebbe infatti intenzionata a gettare la spugna. L'anticipazione è stata data ieri sera in commissione bilancio dal sindaco Marco Ghezzi, precisando però come ad oggi in Comune non sia arrivata alcuna nota ufficiale dalla società, realtà leader del settore, coordinata da ACSM AGAM (ora Acinque) e già gestore del teleriscaldamento di Varese e Monza nonché – tramite una controllata – dell'impianto di Como. Informalmente, ha asserito però il primo cittadino, la decisione è già stata comunicata. L'impennata dei costi, neanche a dirlo,  nella ricostruzione del borgomastro, il motivo che avrebbe affossato la volontà dell'impresa di concretizzare il progetto per la realizzare un un sistema di teleriscaldamento “efficiente” e “4.0” alimentato – prevalentemente e dunque per una percentuale a regime superiore al 50% - da cascame termico ovvero da quell'energia già prodotta dalla centrale di SIME al Pascolo per la Cartiera dell'Adda che, in questo momento, va dispersa nell'ambiente.
Lo stop arriva dopo che i legali di Comune e Varese Risorse, prima dell'estate, erano arrivati a definire il contenuto della convenzione che avrebbe normato i rapporti tra l'Ente e il partner privato, recependo una serie di considerazioni avanzate – in ottica migliorativa – dall'amministrazione.
“Il nuovo piano economico-finanziario prevede però un aumento del 30% dei costi dell'operazione” ha spiegato Marco Ghezzi in commissione, aggiungendo come anche l'eventuale partecipazione ai bandi del PNRR in tema riscaldamento non garantirebbe in ogni caso la copertura integrale di quei 2 milioni aggiuntivi che “ballano” e che Varese Risorse si sarebbe detta non disponibile a investire di tasca propria. Impercorribile, ovviamente, l'unica altra soluzione ipotizzabile e dunque l'intervento del soggetto pubblico e dunque del Comune. Da qui la rinuncia, ancora da formalizzare. “Secondo me è un danno per la città di Calolziocorte,  il teleriscaldamento rappresentava una opportunità” ha commentato il sindaco, parlando di una valida alternativa soprattutto per i grandi condomini con caldaie ormai datate e dunque comunque da sostituire, evidenziando poi le ricadute positive che un progetto del genere avrebbe avuto sull'ambiente, andando infine a sfruttare del cascame energetico della Cartiera che oggi viene sprecato. “Ma non ci sono le condizioni”, la chiosa di quella che è stata di fatto una comunicazione unidirezionale, con il solo rappresentante di “Cittadini Uniti per Calolziocorte” Paolo Cola intervenuto per suggerire all'amministrazione di verificare se vi siano gli spazi per addebitare a Varese Risorse, in caso di effettiva rinuncia alla proposta di Project Financing, i costi sostenuti dal Comune fino a ora per mandare avanti l'iter. “Gli avvocati ne stanno discutendo” ha risposto Ghezzi, senza nascondere l'amarezza del veder sfumata la possibilità di veder realizzata l'opera.
A.M.
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