In viaggio a tempo indeterminato/254: alieno sulla Terra...

Penso di aver appena capito cosa proverebbe un alieno se domani venisse a dare un'occhiata sulla Terra.
Sicuramente rimarrebbe frastornato, spaesato e confuso. E tu dirai, "beh ovvio, come dovrebbe sentirsi uno che viene da un altro Pianeta?"
Ma credo che a colpirlo particolarmente sarebbe la complessità del nostro Mondo.
Una complessità a cui noi, dal nostro punto di vista da "umani", forse ci siamo ormai abituati e forse non notiamo più.
Tante lingue, tante religioni, tante culture, tante differenze, tante somiglianze, tante monete per comprare le stesse cose, tanti modi diversi di vivere.
Se un alieno arrivasse sulla Terra credo che si spaventerebbe parecchio e avrebbe un sacco di domande, o almeno, io al suo posto le avrei.
"Come avete deciso che chi sta a sinistra di una riga immaginaria è ricco e chi sta a destra è povero?"
"Perché chi viene da nord ed è chiaro di pelle può viaggiare facilmente e chi ha la pelle scura e viene da sud non può uscire dal suo Paese?"
"Ma poi come le avete tracciate queste righe? A caso?"
"Perché qui si dorme su un materasso e lì su un tappeto?"
"Perché qualcuno mangia con le mani, qualcuno con le posate e qualcuno con le bacchette?"
E via dicendo. Un'infinità di domande che, caro Alieno, io ti capisco, ma mettiti il cuore in pace perché una risposta non c'è.
Perché il nostro mondo è così. Una matassa di fili colorati che guardati dall'esterno sembrano un gigantesco ingarbugliato groviglio.

È in queste ultime settimane che mi sono scontrata con questo intricato labirinto di fili.
Lasciare l'Iran all'inizio delle proteste è stata una delle scelte che più sono pesate sul nostro viaggio.
Ci siamo trovati a decidere in fretta cosa fare, senza avere il tempo di metabolizzare quanto stesse accadendo né cosa ci aspettasse.
Sbarcare negli Emirati Arabi Uniti dopo due mesi in Iran e 10 ore di traghetto, è stato uno shock.
Non credo di aver mai vissuto niente di simile prima in viaggio.
Tutto mi sembrava così folle, strano e decisamente ingiusto.
Da un lato le donne che devono indossare un velo e vestiti larghi, dall'altro i pantaloncini corti e le magliette aderenti.
Da un lato tre modelli di macchine, tutte con almeno 20 anni e tutte bianche. Dall'altro centinaia di marche diverse, auto dai colori più disparati, targhe che possono costare milioni di euro solo perché hanno cifre basse.
Da un lato moschee vuote, dall'altro gente che prega sul marciapiede perché dentro non c'è spazio.
Da un lato i bazar dove si vendono le spezie, dall'altro i centri commerciali con gli acquari e le piste di pattinaggio.
Le prime ore negli Emirati Arabi a me girava la testa.
Continuavo a chiedermi se fossimo ancora sullo stesso Pianeta o se l'alieno ci avesse dato un passaggio con la sua navicella.
Stordimento ma anche un po' di nausea, devo essere sincera.
Perché negli Emirati Arabi, me ne sono accorta presto, i grattacieli illuminati servono a distrarti e a non farti notare le enormi ombre scure di una società dove i ricchi hanno un passaporto e i poveri un altro.

Alieno ora ti provo a spiegare questo concetto che ancora, sarò sincera, mi sembra assurdo.
Negli Emirati Arabi il passaporto di una persona indica anche il suo valore.
Un esempio pratico per capire meglio il concetto.
Sei a Dubai e vuoi fare il commesso in un negozio.
Se hai un passaporto europeo il tuo stipendio partirà da 3.000€/mese (è una cifra a caso).
Se invece hai un passaporto indiano, per lo stesso lavoro il tuo salario sarà di 500€/mese.
No, Alieno, non so quanto ti pagherebbero con un passaporto marziano, ma il concetto è questo purtroppo. Un razzismo legalizzato e alla luce del sole, in un Paese dove il 90% dei residenti è straniero.
Se ci aggiungi anche il fatto che, spesso, a indiani e pakistani viene tolto il passaporto una volta entrati negli UAE, e viene usato come ricatto per far accettare condizioni disumane di vita e lavoro, beh ora capisci perché mi è venuta la nausea.
Eppure tutti questi Paesi, se li guardi sulla mappa, sono così vicini e hanno così tanto in comune.
Possibile che anche in così pochi km di distanza, i fili della matassa siano così aggrovigliati? Qualcosa deve essere per forza andato storto se qualcuno ha deciso che hai un valore solo perché, per fortuna o sfortuna, sei nato in un Paese piuttosto che in un altro.

Questo salto Iran-Emirati Arabi da solo sarebbe potuto bastare per farmi percepire lo stesso senso di straniamento di questo famoso alieno venuto a spiarci.
Ma il carico da 90 lo abbiamo aggiunto prendendo un volo da Dubai.
Quattro ore in aereo e abbiamo di nuovo cambiato Pianeta.
Siamo atterrati nella terra delle spezie, dei clacson, delle follie inspiegabili.
E una domanda mi è sorta spontanea... Ma non è che gli alieni sono venuti a dare un'occhiata alla Terra, si son fatti qualche giro di ricognizione e poi se ne sono andati a gambe levate urlando "no, no, lasciamoli perdere che questi umani non sono normali!"???

 

Angela e Paolo
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