Lecco: in bilico tra architettura e scrittura Valentina Capone pubblica suo primo romanzo

Realtà. Prima o poi, tra le mille faccende in cui siamo affaccendati nel quotidiano, arriva quel momento in cui si desidera scappare dalla realtà. Musica, film, libri, ognuno ha la sua via di fuga preferita. Poi ci sono gli artisti. Loro la realtà alternativa se la costruiscono da sé grazie alla forza dell’immaginazione. La edificano con pennellate veloci oppure con precisione, mattone dopo mattone, e poi la riempiono con tutto quello che si portano nel cuore. Da studentessa di architettura amante dei racconti, Valentina Capone ha progettato e costruito la sua realtà alternativa seguendo le regole e i dettami che ha imparato in riva al lago, sui banchi della sede lecchese del Politecnico. In seguito, la ventiquattrenne ha riempito quella realtà con tutto quello che aveva abitato fino a quel momento il mondo dei suoi sogni. Il risultato è Stella, il suo primo romanzo (preordinabile qui: https://bookabook.it/libro/stella/). Un universo di donne, ambienti e vita quotidiana in cui la scrittrice – architetta ci ha accompagnato.

Valentina Capone

Come nasce questo connubio tra la passione per la scrittura e quella per l’architettura?
Quando da piccola mi chiedevano cosa volessi fare da grande io rispondevo sempre: l’architetta e la giornalista. Crescendo, ho scelto di intraprendere la prima via ma, grazie soprattutto agli insegnanti che ho incontrato lungo il mio percorso, sono riuscita a non abbandonare del tutto la scrittura. Non ho mai scritto diari ma sempre e solo racconti. Cercavo un modo per creare una realtà parallela che potesse darmi un’alternativa a quello che vivo nel quotidiano.

Perché hai scelto di ambientare il tuo primo libro a Napoli?
Le mie origini sono per metà siciliane e per metà pugliesi e a casa si è sempre parlato tanto il dialetto. Questo ha fatto sì che, pur essendo nata a Milano, io sia sempre stata molto affezionata al sud. Ho scelto di ambientare il libro a Napoli perché credo che tra le vie del capoluogo partenopeo si possano scorgere i tratti tipici delle città del sud Italia ma anche molto altro. I problemi sociali, la criminalità accanto ad un affetto che ti fa sentire a casa. Sono sempre stata affascinata da questo connubio e, allo stesso tempo, volevo scrivere un’opera che aiutasse a sfatare un po’ i pregiudizi che riguardano Napoli.

Di che cosa parla il tuo romanzo?
Come facilmente intuibile, Stella racconta innanzitutto di Napoli, di come si vive e dell’aria che si respira tra i vicoli di quella città. Racconta della sua architettura e della sua cucina. Ma Stella parla anche di famiglia, nel senso più ampio che questa parola possa avere, e della capacità delle persone di adattarsi agli imprevisti. Infine, Stella è la storia di una ragazza molto introversa per essere di Napoli e cresciuta in un modo privo di una figura maschile di riferimento. Una ragazza riservata ma profondamente altruista, tanto che durante il suo lavoro in una scuola si batterà per i diritti dei bambini. Una giovane che cerca sempre un modo per aiutare il prossimo.

Quale è stata la difficoltà più grande con cui ti sei scontrata nella scrittura? Ti sei ispirata a qualche autore in particolare?
Io amo descrivere ambientazioni. Pensare ai dialoghi, a cosa potessero dire i vari personaggi in ogni situazione è stato più complicato. Non mi sono ispirata a nulla in particolare, ho solo letto tanto, costantemente alla ricerca di punti di vista diversi sulla vita e sul mondo. Tra le tante letture, devo dire che ho trovato molto interessante “il tassista abusivo” di Luca Manzi. Lo consiglio.

Che cosa ci puoi dire sui tuoi progetti futuri? Questo sarà il primo romanzo di una lunga serie?
Di idee nella testa ne ho tante, anche molto diverse rispetto a Stella. Mi piacerebbe scrivere storie e trattare argomenti sempre da un punto di vista femminile. Purtroppo, il tempo è poco ma vedremo che cosa riserverà il futuro.
A.Bes.
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