Lecco: in consiglio l'Iran mette tutti d'accordo, in quarto ponte no. 'Sgarbo istituzionale'

Il "quarto ponte" come da progetto
Tutte le forze politiche lecchesi si sono sempre dette d’accordo che il quarto ponte sull’Adda debba avere la doppia corsia per permettere sia l’ingresso delle auto a Lecco sia l’uscita, però non c’è ancora un documento condiviso. Era infatti prevista dall’ordine del giorno del consiglio comunale di lunedì sera la votazione della mozione presentata dai capogruppo delle quattro forze di maggioranza avente per oggetto “Viabilità e raccordo tra il nuovo svincolo Bione e il nuovo ponte tra Lecco e Pescate”.

Mozione che è stata puntualmente presentata dal dem Pietro Regazzoni: “Abbiamo iniziato questo discorso su un tema che ci aveva trovato concordi, cominciando a scrivere una mozione unitaria che rappresentasse gli interessi di tutto il consiglio comunale. La minoranza ha proposto dei punti che hanno migliorato la bozza iniziale e reso più chiaro l’obiettivo politico della mozione: non avere ritardi, non avere aumento dei costi e a fronte di queste garanzie evitare che il Comune si metta di traverso rispetto alla soluzione approvata dalla conferenza dei servizi”.
Come noto, infatti, la costruzione di un quarto ponte sull’Adda (con solo un senso di marcia da Pescate a Lecco) è prevista dalle opere che Anas dovrà realizzare in vista delle Olimpiadi e al Comune di Lecco spetta la parte di adeguamento dello svincolo del Bione per il quale la Regione Lombardia metterà 4 milioni di euro. È stata resa pubblica anche la soluzione alternativa individuata dal centro studi PIM su mandato di Palazzo Bovara che prevede la realizzazione di una doppia corsia sul ponte nei due diversi sensi di marcia che non comporterebbe l’aumento di costi o tempi.

“La mozione impegnerebbe il sindaco e la Giunta ad attivarsi nelle sedi opportune per rendere questa opzione percorribile - ha detto Regazzoni - ma la minoranza ha bisogno di tempo per esaminare la bozza e per dimostrare la massima apertura chiediamo di stralciare la mozione dall’ordine del giorno e di rimandarne la votazione”.
Apertura che dall’opposizione è vista però come uno “sgarbo istituzionale”. “L’accordo che avevamo raggiunto con la maggioranza era che ritirassero la mozione, non che la presentassero per poi ritirarla” ha protestato il consigliere Giacomo Zamperini con il presidente del consiglio comunale Roberto Nigriello.

Tutti d’accordo invece sull’ordine del giorno presentato dal sindaco Mauro Gattinoni per “condannare la violenza contro le manifestanti e i manifestanti in Iran” con il quale il consiglio comunale all’unanimità impegna la Giunta ad esprimere vicinanza alle vittime di quanto sta accadendo nel Paese e alla popolazione di origine iraniana presente nella città, a sollecitare il governo italiano a condannare questi fatti efferati e a “incidere e sensibilizzare l’assemblea generale dell’Onu per fermare le uccisioni di massa dei giovani iraniani”. È stata condivisa da maggioranza e opposizione la necessità che la comunità internazionale faccia di più. “Ci sono tante, troppe parti del mondo in cui le donne vivono veramente in una situazione difficile e mi rendo conto di quanto sono fortunata a vivere in Italia, dove una donna pochi giorni fa è diventata primo ministro” ha commentato Cinzia Bettega (Lega). D’accordo con lei Alberto Anghileri (Sinistra): "In alcuni Paesi si consumano delle discriminazioni incredibili a danno delle donne, siamo fortunati a vivere in un Paese con una Costituzione che mette sullo stesso piano uomini e donne e dobbiamo prenderci cura di questi diritti”.
M.V.
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