Lecco: acquista champagne e cesti natalizi per 10mila € e paga con assegno scoperto. A processo

Si è “fidata” della garanzia data dalla presunta conoscenza col fratello e ha così accettato un assegno da 10mila euro per una fornitura di vini pregiati e confezioni natalizie. Peccato che quando lo ha depositato in banca si è sentita dire che era scoperto e che, quindi, da incassare non c'era nulla.
E' accaduto nel dicembre 2020 a Lecco, alla titolare di una nota enoteca della città che viene contattata telefonicamente dall'odierno imputato G.D.. Prima di passare all'acquisto della merce, l'uomo le domanda delle condizioni di salute del fratello, con il quale aveva avuto modo, a suo dire, di trascorrere un certo periodo di tempo in una comunità di degenza dove era stato ricoverato per il peggiorare delle condizioni di salute. Si conquista così la fiducia della donna che, dopo averlo ragguagliato, prende nota dell'ordine: 5 cesti natalizia da 80/100 euro, 5 cesti di merce più pregiata e costosa e una ventina di cartoni di vino e champagne per un totale di 10mila euro.
Cliente e fornitore si accordano così per il ritiro in azienda il 7 dicembre, direttamente per mano dello stesso imputato che, quel giorno, accompagnato da un amico, si reca presso la vinicola a bordo di una Fiat Cinquecento. “Quando ho visto la macchina sono rimasta stupita” ha testimoniato davanti al giudice Gianluca Piantadosi, la parte civile. “Gli ho chiesto come pensava di farci stare 11 confezioni di Natale e una ventina di cartoni di vino in una macchina così piccola. Lui mi ha risposto che non ci sarebbero stati problemi e in effetti sono riusciti a caricare tutto, tanto che mi sono permessa di fare una fotografia alla vettura piena perchè non credevo ai miei occhi”.
Quando la donna nei giorni successivi porta l'assegno in banca scopre che lo stesso non è coperto e inizia a temere il peggio. Inizialmente si tiene il beneficio del dubbio, pensando a un disguido, e allora scrive all'imputato senza ricevere risposta. Lo chiama con un numero diverso da quello che lui conosce ma quando l'uomo sente la sua voce riaggancia e non si fa più trovare. “In quel momento ho capito che ero stata truffata e quindi ho sporto denuncia”.
A risalire all'identità dell'imputato sono stati gli agenti di polizia di Stato di Lecco che ricevono il racconto della donna. “In nostro possesso avevano un'utenza telefonica risultata intestata all'imputato e un'autovettura che abbiamo provveduto a segnalare in banca dati” ha spiegato l'agente intervenuto oggi in qualità di testimone. “Due giorni dopo la denuncia veniamo contattati dai carabinieri di Rescaldina che, nel corso di un normale controllo su strada, fermano nel loro territorio una Cinquecento intestata alla persona che aveva accompagnato alla vinicola l'imputato per ritirare la merce e che risultava destinatario di una denuncia per truffa. Sul veicolo, infine, vengono rinvenute tre bottiglie di Dom Pérignon”.
Trovata corrispondenza nel nome, nelle caratteristiche, nell'età, nell'autovettura e poi anche in parte della merce recuperata a seguito di perquisizioni, per G.D. si è così aperto il procedimento per truffa.
Poco meno di 10mila euro il danno subito dalla vinicola, in quanto alcuni prodotti sono stati recuperati. La prossima udienza è stata fissata per il 21 aprile 2023 per l'audizione dei testimoni della parte civile e dell'imputato che, al momento, il suo avvocato non è riuscito ancora a contattare.
S.V.
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