Lecco, il nuovo municipio? Per Gattinoni non s'ha fare. Troppo costosa sia l'opzione Marco d'Oggiono sia l'opzione ex DB

Lo stabile di via Marco D'Oggiono
Il nuovo municipio non s’ha da fare. Dopo mesi e mesi di interrogazioni, domande, interviste e considerazioni è questa la conclusione resa nota dallo stesso sindaco nel corso della riunione della commissione prima di giovedì sera, durante la quale è stata illustrata dai tecnici del Politecnico di Milano l'attesa relazione comparativa tra alternative progettuali fino all’ottobre dello scorso anno non valutate: la demolizione dell’edificio esistente e la ricostruzione di una nuova sede in via Marco d’Oggiono o la riqualificazione della struttura della ex Deutsche Bank in piazza Garibaldi.

Ad esporre le conclusioni a cui sono arrivati i professioni nella consulenza di 46 pagine giunta l’altro ieri a Palazzo Bovara, è stato il project manager Francesco Vitola, che ha esposto ai commissari i dati salienti utilizzati per preventivare il costo dei rispettivi interventi. L’edificio di via Marco d’Oggiono, dove aveva sede un tempo il braccio lecchese del Politecnico, ha una superficie “nobile” di 6.100 metri quadrati oltre a 2.600 metri quadrati tra box, autorimesse e magazzini. Il “costo parametrico” per l’abbattimento e ricostruzione oscilla tra i 1.992 euro al metro quadrato e i 2.290 euro al metro quadrato. Per stabilire queste cifre sono stati utilizzati dati desunti da appalti che hanno caratteristiche assimilabili agli input forniti dalla giunta in termini di prestazione energetiche e di destinazioni d’uso. A questi importi vanno aggiunti quelli per la revisione prezzi, gli “importi lavori” per circa 15 milioni, le “somme e arredi” per 12.725.000 euro (di cui 5.770.000 è il valore per l’acquisto dell’immobile) per un costo complessivo dell’operazione di 30-34 milioni di euro. Costa addirittura di più la riqualificazione della ex Deutsche Bank. In questo caso la superficie nobile è di 8.100 metri quadrati e ci sono altri 4.600 metri quadrati tra terrazzi, interrato e sottotetto. Il costo parametrico è valutato tra i 1.920 euro al metro quadro e i 2.400 euro al metro quadrato, gli importi per la sicurezza valgono 19.636.999 euro, le “somme a disposizione e arredi” 21.156.111 euro, cifra che comprende gli 11.300.000 euro per l’acquisto dell’immobile, per un costo complessivo che varia tra i 44 e i 52 milioni di euro.

“A me spetta l’onere della prima impressione con lo scopo di promuovere l’interesse principale della città - ha commentato Mauro Gattinoni - Basandoci sui dati e sulla cognizione della realtà, ovvero il momento storico ed economico che stiamo vivendo, viste le cifre preventivate oggi nessuna delle due alternative è praticabile per il Comune di Lecco purtroppo. Si tratta di un investimento fuori scala per i prezzi alle stelle, per l’inflazione, per la difficoltà nelle forniture, per i tassi di interesse; l’indebitamento del Comune sarebbe spropositato e insostenibile per la nostra città, visto che tutti gli altri investimenti sono fatti con risorse proprie o con contributi a fondo perduto che non costituiranno debiti; se per assurdo decidessimo di dar seguito ad una delle opzioni penalizzeremo tutte le altre attività del Comune come il Bione o il teatro. Sento già l’obiezione, ‘se fossimo partiti per tempo…’ ma chi doveva partire per tempo non è partito per tempo e sarebbe stata comunque una sciagura perché il costo di quel progetto di riqualificazione dell’edifico di via Marco d’Oggiono è passato da 14 milioni a 30-34 milioni di euro e avremmo dovuto fermare il cantiere o indebitare i lecchesi per pagare il municipio. Ora dobbiamo gestire una fase di transizione: abbiamo messo in sicurezza i lavoratori e sistemato gli uffici pericolanti, abbiamo trasferito alcuni uffici in nuovi spazi più congrui che hanno anche un miglior livello di efficienza. La dislocazione su cinque sedi non è ottimale, ma in futuro lo sviluppo degli strumenti tecnologici potrebbe rivelarsi strategico; questa soluzione non comporta disagi per i cittadini perché otto su dodici servizi a sportello sono già erogati nel cortile di Palazzo Bovara. Bene abbiamo fatto a fare approfondimenti indispensabili sul piano della correttezza formale della procedura, checché ne dica chi in questi dodici mesi ha scritto, dichiarato, minacciato, ingiuriato e romanzato, giustapponendo brandelli di informazioni forse neanche ben compresi e sicuramente male ricomposti”.

Il palazzo dell'ex DB
Forse sentendosi chiamato in causa, dopo l’intervento del sindaco ha preso la parola Corrado Valsecchi, capogruppo di Appello per Lecco ed ex assessore che aveva promosso la riqualificazione dell’edifico in via Marco d’Oggiono per il trasferimento del municipio: “Si è fatta una ulteriore analisi per sapere ciò che già si sapeva, perché nel 2019 erano state valutate sette opzioni comparative, così come lo status di contenimento della spesa e avevamo deciso di procedere con quella che sembrava una spesa ragionevole per dare una soluzione ad un problema generato dalla vetustà della parte meno nobile di palazzo Bovara e dai problemi di carattere strutturale dell’edifico di piazza Sassi. Io non so come fa a non provare vergogna - ha detto ancora Valsecchi rivolto al sindaco - che cosa dovevamo fare più di quello che vi abbiamo lasciato? C’era il progetto, c’erano cinque milioni pagati per l’acquisto e c’era il primo lotto finanziato. È stato buttato via il lavoro di anni, di gente che ha creduto in questa operazione condotta con maestria da Virginio Brivio. Un amministratore pubblico non mette la dinamite sotto progetti che altri hanno pensato. Un anno fa dicevo le stesse cose che sono emerse questa sera, che sono le stesse cose che diceva Gilardoni nella sua relazione, non bisogna essere diffidenti nei confronti dei tecnici e dei consiglieri comunali. Qui c’è un danno all’erario grosso come una casa che andrà assolutamente indagato”.

Altrettanto duri gli interventi degli altri consiglieri di minoranza. Emilio Minuzzo (Forza Italia) ha ironizzato sul fatto che c’è da gioire “per questa occasione, non per la relazione ma perché riusciamo a parlare per la prima volta in serenità del nuovo municipio con tutte le persone che devono essere coinvolte. Siamo davanti ad un principio di realtà: da maggio 2021 l’opera è bloccata, sono stati presentati numeri che abbiamo saputo erano inesistenti, abbiamo scoperto di una relazione tenuta segreta, poi è arrivata una relazione costata 130mila euro che rimarca quanto già scritto dai dirigenti comunali e provinciali. Nel frattempo abbiamo perso un segretario, due dirigenti, un presidente del consiglio comunale e qualcun altro se ne andrà. È stata una gestione catastrofica con una soluzione che era già scritta. La scelta è stata presa prima speditamente, poi abbiamo rallentato e adesso siamo a ottobre 2022 con delle informazioni che ci sono note fin dal maggio dello scorso anno con la relazione di De Martino. Non è accettabile la ricostruzione che ci è stata offerta, non è accettabile la perdita tempo, non è accettabile che siamo senza municipio, non è accettabile spendere 130mila euro per una risposta che avevamo già, è un contesto che è penoso non a livello istituzionale ma umano. Paleso la mia preoccupazione, bisogna fare delle valutazioni serie se ci sono condizioni e opportunità per continuare ad amministrare la città”.

Anche Giacomo Zamperini (Fratelli d’Italia) ha chiesto fuori dai denti le dimissioni di Gattinoni: “Siamo in balia di una schizofrenia politica, che questa cosa non s’ha da fare noi lo diciamo da sempre. Questa cosa era una stupidaggine fin dall’inizio ed era una vostra proposta, il problema è che cosa facciamo da qua in poi?”. “Se volevate dare una notizia ai lecchesi ce l’avete fatta - ha detto Filippo Boscagli - Per il bene della città fate pace con voi stessi: che questo luogo non sia funzionale è oggettivo, quindi? Qual è la soluzione? Auspico che si possa trovare il modo di affrontare il dato di realtà che questo luogo è inadeguato e che via Marco d’Oggiono è di nostra proprietà”.

Di altro avviso le forze di maggioranza, sia rispetto alla ricostruzione dei passaggi che hanno portato a questo epilogo, sia rispetto alle valutazioni di merito. “Noi abbiamo ereditato un progetto per via Marco d’Oggiono che era incompleto ed era finanziato solo in parte, abbiamo finanziato il secondo lotto e creduto nella possibilità di andare avanti - ha replicato Matteo Ripamonti di Fattore Lecco - Nel frattempo abbiamo avviato il ragionamento sulla rigenerazione urbana ed è emersa l’ipotesi di un’alternativa, così abbiamo percorso tutta la strada necessaria. Oggi oserei dire per fortuna che siamo arrivati a questo punto, se fossimo partiti coi cantieri oggi saremmo stati in mezzo al percorso con prezzi raddoppiati. Questo non vuol dire che non dobbiamo cercare altre soluzioni per aumentare l’efficienza e l’efficacia della macchina comunale”.
È stato il capogruppo del PD Pietro Regazzoni a cercare di mettere l’ennesima toppa sulla “continuità” tra le amministrazioni di centrosinistra: “Come capogruppo del Partito democratico non mi sentirete mai dire che quello che è successo è colpa dell’amministrazione precedente. Quando è arrivata questa amministrazione ci sono stati dei problemi e la prima cosa che abbiamo fatto è stata cercare di capire che cosa stesse succedendo e che cosa si potesse fare per decidere con dati certi. È passato un anno, che è tanto tempo, ma oggi possiamo prendere una scelta che va in una direzione chiara. Se avessimo dovuto finanziare l’operazione di via Marco d’Oggiono avremmo dovuto rinunciare a opere strategiche per la nostra città. Si tratta di scegliere tra lungolago e Piccola o sede del Comune, sia pre sia post inflazione”. Una lettura condivisa da Paolo Galli di Ambientalmente e anche dall’assessore ai Lavori pubblici Maria Sacchi: “Proprio perché amministriamo le risorse dei cittadini lecchesi, ci siamo fermati per capire quale è la migliore soluzione per avere un’unica sede del Comune”.

A chiudere la commissione l’intervento del sindaco Gattinoni: “Nessuno ha detto qualcosa di diverso dal ‘fermi tutti, ragioniamo’ e questo punto lo terrei ben saldo per costruire un discorso. Sarebbe bello, nell’individuare nuove soluzioni, fare insieme il prossimo percorso che non può essere assunto solo da una parte ma da tutti, con l’impegno a prosi in una dimensione più dialogica e realistica”.
Per partire con il piede giusto le forze politiche di maggioranza hanno convocato una conferenza stampa per venerdì mattina presso la sede del Partito democratico dal titolo “L’iter della sede comunale”. Parteciperanno i capogruppo delle quattro forze di maggioranza, il sindaco e il segretario dem Alfredo Marelli.
M.V.
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