Raduno alpino a Lecco: Candido Pandiani ricorda il padre Federico

Alla vigilia del grande raduno delle Penne nere a Lecco per i 150 anni delle truppe alpine e per i 100 della sezione ANA, non mancano coloro che negli archivi di casa sono andati a rintracciare e a recuperare note, ritagli di giornale e lettere con antichi ricordi: è il caso di Candido Pandiani, classe 1944, nativo di Tremenico ma da tempo residente a Laorca, dove ha lavorato per oltre trent’anni alla Fiocchi Munizioni.


Partenza per la Russia alla stazione di Merano il 2 agosto 1942

Negli armadi di casa Candido ha conservato memorie relative al padre Federico, classe 1913, originario di Tremenico, dove ha sempre abitato, deceduto nel 1980. Chiamato alle armi come alpino del Morbegno, si era presentato per l’arruolamento alla caserma Sirtori di via Leonardo da Vinci. Terminato il servizio militare di leva, era tornato al lavoro come trafiliere della ditta Aldè nell’attuale corso Promessi Sposi; è stato poi richiamato alle armi nel 1940, sempre alpino del Morbegno, destinato in Albania dove venne ferito ed ebbe un rimpatrio anticipato.


"Alpino chiama alpino", corrispondenza di reduci in anni dopo la guerra

Venne nuovamente reclutato quando necessitavano uomini per la spedizione in Russia e arruolato sempre nel Morbegno dalla bianca nappina, facente parte della Tridentina; ha quindi vissuto tutte le tragiche giornate della ritirata iniziata sul Don e protrattasi per interminabili giorni nel gelo di 40 gradi sotto zero, di un nemico che tallonava e colpiva inesorabilmente gli italiani in ritirata, sino allo sfondamento eroico della sacca di Nikolajewka. La rottura della “cintura” nemica permetteva agli italiani una decisiva ritirata che però nei giorni dei combattimenti, fra forze soverchianti nemiche e temperature siberiane, aveva richiesto il sacrificio di numerose giovinezze.


Fotografie del raduno a Colico nel ricordo di Nikolajewka



Raggiunta la città di Gomel, nell’attuale Ucraina, i superstiti alpini del Morbegno trovarono le prime tradotte con carri merci che li trasportarono su traballanti strade ferrate verso la Polonia, poi a Vienna e, infine, in territorio italiano a San Candido. Il nome di Candido a Pandiani venne dato dal genitore proprio in omaggio al primo lembo di terra “baciata” oltre confine dopo l’interminabile e immensa tragedia della ritirata iniziata sul Don in Russia.
Il padre Federico non è mai mancato ai raduni del suo Morbegno e, in generale, a quelli dei reduci. Nel materiale rinvenuto nell’archivio di casa, Candido Pandiani ha ritrovato foto del 1942, scattate a Merano, alla partenza per la Russia, la corrispondenza "Alpino chiama alpino" e immagini del raduno a Colico per l’anniversario della battaglia di Nikolajewka. La sua è stata una commossa ricerca, con un salto a ritroso nel tempo per rinnovare una doverosa memoria.
A.B.
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