Raduno alpino a Lecco: il 21 anche l'omaggio alla cripta-sacrario

Nel programma del grande raduno alpino di Lecco assume particolare rilevanza e significato, nel tardo pomeriggio di venerdì 21 ottobre, alle ore 18.30, l’omaggio alla cripta-sacrario presso il santuario di Maria della Vittoria e della Pace, pensata come "dimora" delle spoglie mortali di caduti lecchesi della prima grande guerra ai quali, purtroppo, si sono aggiunti quelli della seconda. Si tratta di una struttura che invita alla memoria per mantenere la pace contro le mostruosità della violenza.


Un settore della cripta-sacrario

Coloro che sostano in devoto accoglimento potranno trovare iscrizioni delle più note battaglie del 1915/1918, come quelle del secondo conflitto mondiale 1940/1945, oltre a loculi con prigionieri austriaci deceduti a Lecco per malattia durante la Grande guerra e militari di opposti reparti nel 1943/1945. Nel sacrario è sepolto, con il suo equipaggio, l’ufficiale pilota Salvatore Sassi, decorato con medaglia d’oro alla memoria, al quale la città ha dedicato una piazza nelle vicinanze del municipio. Le prime tumulazioni nella cripta risalgono al 1936 con caduti lecchesi provenienti da cimiteri sulla linea del fronte, dall’Isonzo al Piave. Ora le sepolture hanno raggiunto il numero di 230 con le bare rientrate all’inizio del Duemila dalla Russia.


Bare in attesa della tumulazione

La cripta della Vittoria si lega, però, anche a vicende collegate agli Alpini della Sirtori di via Leonardo da Vinci e agli eventi dell’autunno 1943. In quel periodo le Penne nere erano particolarmente numerose nella città di Lecco. Al presidio esistente presso la Sirtori con il centro di arruolamento del Morbegno si era aggiunta in città la compagnia deposito del 5°, avendo dovuto abbandonare la caserma Morinoni di via Pagano, a Milano, colpita dalle bombe aeree. Il comando si era insediato nell’edificio di corso Martiri che oggi vede la Polizia Stradale. La truppa, circa 300 Penne nere, si stabiliva alle scuole “Cesare Battisti” di Acquate, in viale Montegrappa. Un magazzino materiali veniva invece sistemato in via Digione, nei capannoni della cartiera Cima.


Il medagliere nazionale dell'ANA durante una cerimonia del 1962

La sera dell’8 settembre 1943, dopo l’annuncio EIAR (oggi RAI) dell’armistizio Badoglio, alpini armati di fucile ‘91 presidiavano piazza Garibaldi. Il colonnello Varusio, comandante della Sirtori, su auto civile effettuava un pattugliamento anche periferico, in particolare presso la Fiocchi Munizioni a Belledo. Non si registravano movimenti preoccupanti.


Momento di preghiera per i Caduti

La mattina del 9 settembre veniva segnalato, sulla strada da Bergamo, l’avvicinarsi di camionette tedesche. I primi militari teutonici entrarono poi in città con motociclisti che sostarono in piazza Manzoni, esplodendo alcuni colpi di avvertimento. Era già scattato l’allarme presso la caserma Sirtori: il colonnello Varusio, per evitare che il materiale del deposito finisse in mano tedesca, ordinò di caricare su auto civili tutto quanto possibile con destinazione Piani Resinelli e la cripta del santuario di via Trieste, a Lecco. Ultimata, per quanto possibile, l’operazione di sgombero della caserma, tra gli alpini si diffuse la parola “tutti a casa” e scattò la ricerca di abiti civili.


Cerimonia dell'Associazione Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra

Il materiale nascosto nella cripta della Vittoria verrà trafugato verso i Piani d’Erna e a Campo de Boi, dove si stavano formando nuclei di combattenti per la libertà. Anche gli alpini acquartierati ad Acquate, agli ordini del colonnello Mattirolo, ruppero le righe per evitare la collaborazione con i tedeschi invasori.
Si tratta di una pagina di storia lontana e dimenticata che merita, però, di essere rammentata in occasione della visita al sacrario da parte degli alpini partecipanti al raduno delle Penne nere a Lecco.
A.B.
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