Lecco: a giudizio per una aggressione si dichiara vittima

“Avrei dovuto denunciare io, ma un mio amico mi ha chiesto di non farlo” così ha ribaltato l'impianto accusatorio un tunisino di 24 anni disoccupato e senza fissa dimora, finito al cospetto del giudice Giulia Barazzetta per aver tirato una bottiglia contro un coetaneo al culmine di una lite a febbraio 2021. Questa, almeno, la ricostruzione fatta dalla Procura della Repubblica di Lecco.
Durante il proprio esame l'odierno imputato (difeso dall'avvocato Marilena Guglielmana del foro di Lecco) ha infatti reso una versione dei fatti diversa da quella sostenuta dalla pubblica accusa (rappresentata in aula dal vpo Mattia Mascaro): avrebbe trascorso tranquillamente la serata con degli amici nel parco di via Oslavia, fino a quando si sarebbe avvicinato un altro ragazzo chiedendo della cocaina. “All'inizio io ho detto che non ne avevamo, ma poi ha continuato ad importunarci, quindi abbiamo provato a mandarlo via” ha spiegato il tunisino al giudice.
Così il rifiuto ricevuto avrebbe scatenato la reazione del nuovo arrivato, che si sarebbe scagliato contro il gruppetto.
Tra gli spintoni e gli schiamazzi sarebbe quindi volato un contenitore, ma il 24enne ha tenuto a specificare: “io non ho lanciato nessuna bottiglia di vetro. Anzi, quando ho visto le luci blu avvicinarsi sono andato subito dai poliziotti, mentre gli altri scappavano”.
Un particolare che ha confermato anche l'operante della Questura intervenuto in posto, provvedendo  all'identificazione di tre dei soggetti coinvolti e del ragazzo ferito alla testa: “erano tutti sparpagliati, chiaramente sotto effetto di alcolici, ma l'imputato è venuto verso di noi, sostenendo di essere stato aggredito”.
La fase istruttoria del processo proseguirà il prossimo 20 gennaio.
F.F.
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