Lecco perduta/344: quanta storia nel palazzo Ghislanzoni

Nell’aprile 1891 il lecchese Luigi Ghislanzoni, con apposito testamento, indicava il Comune erede del palazzo di via Roma 16, oggi 51, con la precisa indicazione che divenisse sede del municipio. Il 29 gennaio 1893 moriva a a Milano, e il sindaco Guido Ghislanzoni dichiarava l'ente disposto a ricevere la donazione. Venne incaricato l’ing. Enrico Gattinoni di predisporre il progetto di sistemazione dello stabile a sede civica. Il municipio lasciava quindi la sede di piazza XX Settembre, confinante con la torre Viscontea, e si trasferiva in via Roma dove rimase sino al 1928 quando, con la nascita della “Grande Lecco”, è “salito” in piazza Diaz.


Il balcone della "Vittoria"

Una lapide nell’atrio di via Roma ricorda il cittadino benemerito Luigi Ghislanzoni, e una targa bronzea commemora i caduti lecchesi per l’indipendenza d’Italia nella campagna del 1859 e nella spedizione dei Mille (1860). C’era una terza effigie, quella del bollettino della Vittoria 1918: venne tolta e collocata sulla facciata dell’attuale municipio, e la piazza antistante venne dedicata ad Armando Diaz.
Il palazzo Ghislanzoni ha visto, sino al 1955, la caserma dei vigili del fuoco con un organico oscillante dai 15 ai 18 uomini; ha ospitato sino al 1966 la civica biblioteca, ha visto la Pro Loco (poi Azienda Turismo) e gli uffici della neonata Municipalizzata del Gas, poi con sede in via Fiandra al Caleotto.


Il palazzo quando era sede delle associazioni d'arma

Il 6 dicembre 1967 lo stabile venne inaugurato, dopo radicali lavori di sistemazione, dal sindaco Alessandro Rusconi, come luogo di ritrovo di associazioni alpinistiche e d’arma. La cerimonia avvenne dopo che nel palazzo municipale di piazza Diaz era avvenuto il primo conferimento delle civiche benemerenze di San Nicolò. Due sono stati i primi meritevoli nel 1967: Guido Camillucci, direttore dell’Accademia Corale, e mons. Teresio Ferraroni, vescovo ausiliare di Milano, per oltre vent’anni a Lecco, giovane prete impegnato in diversi movimenti, cappellano al santuario della Vittoria e delle suore Misericordie, nonché insegnante al collegio Volta.


Una squadra dei vigili del fuoco con lo storico comandante Pizzi, nel 1950

Nel 1972 il palazzo Ghislanzoni di via Roma tornò ad accogliere uffici municipali, in particolare i servizi sociali con l’assessore Pietro Colombo: era sindaco Guido Puccio. Questi servizi sono rimasti lì sino al 1996, quando si sono trasferiti in via Salvatore Sassi, nell'antico palazzo Baggioli, che aveva ospitato l’istituto delle suore di Maria Ausiliatrice, prima che nel 1962 venissero avviati i lavori per l’attuale ampio e moderno complesso a Olate. L'edificio è stato poi sede anche di associazioni come i donatori di sangue e di organi, gli invalidi civili ed altri.


L'attuale cantiere in via Roma

Dal balcone al primo piano che si affaccia su via Roma, la sera del 3 novembre 1918, il sindaco Arturo Monti “gridò” la notizia, alla folla entusiasta, della conclusione vittoriosa della guerra iniziata nel 1915. La città si riempiva di bandiere tricolori al suono festoso delle campane, mentre nelle vie principali marciava la banda Manzoni, suonando inni patriottici. Nel centro cittadino giungeva l’eco degli spari di esultanza che provenivano dalla caserma Sirtori nell’allora via Ponchielli, oggi via Leonardo da Vinci, dove era incontenibile la felicità dei militari.
Quella notte del 3 novembre 1918 Lecco festeggiò la Vittoria, ma pianse ricordando tanti giovani che dal fronte non erano più tornati dopo aver indossato la divisa grigioverde. Alla sede municipale di palazzo Ghislanzoni, presso l’ufficio anagrafe, giungevano, purtroppo, i telegrammi con la notizia dei caduti, da comunicare alle famiglie.
A.B.
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