Lecco: sul lago l'onda di luce con le famiglie per la Giornata Mondiale della consapevolezza sulla perdita perinatale

Rosa e azzurro. Neanche a farlo apposta, il tramonto, quest'oggi, su Lecco ha assunto queste tinte. E non appena sulla città è calato il buio, dalla sponda del Lago a ridosso del ponte vecchio si sono accesi decine di cerini ad alimentare quell'onda di luce che, ormai tradizionalmente, ogni 15 ottobre, si propaga da diversi Paesi in occasione della Giornata Mondiale della consapevolezza sulla perdita perinatale (International BabyLoss Awareness Day).

Il tramonto di oggi

In città, l'appuntamento serale è stato promosso, come ogni anno, da famiglie del territorio legate all'Associazione "Ciao Lapo" onlus, realtà "che ci ha accolto e ci ha aiutato ad affrontare questo nostro dolore. Ed a uscirne" spiega Tanja Girgenti. "Ci teniamo in questa giornata, il 15 ottobre, a ricordare i nostri bambini e le nostre bambine. Ognuno di noi ha una storia diversa, con un dolore che lo accompagna. Allo stesso tempo cerchiamo di accogliere anche le famiglie che arrivano con un lutto più fresco rispetto al nostro. Siamo qua per loro".

E' successo anche questa sera, con una coppia che, venuta a conoscenza dell'iniziativa tramite il tam tam social, ha deciso di avvicinarsi al gruppo, condividendo l'esperienza dell'onda di luce, quale primo passo per approcciarsi all'Associazione e chi "ci è già passato".
Tanti poi i volti già incrociati alle passate edizioni dell'iniziativa, coinvolgendo anche nonni, zii, fratelloni e fratelli, qualcuno piccino piccino, perché la vita va avanti e fa il suo corso.

"Quest'anno - continua Tanja - ho chiesto al Comune di poter accendere per celebrare la giornata odierna un monumento in città, è stato scelto quello fuori dalle Meridiane al Caleotto. Ho visto che anche l'ospedale ha illuminato di rosa e azzurro la facciata del Manzoni: è un'iniziativa loro, non siamo in sinergia su questa cosa e mi spiace perché invece potrebbe nascere una collaborazione positiva. Ho tentato, negli anni scorsi, un approccio ma hanno la loro linea, la loro politica...".

Non è così in altre città. Anche perché questa separazione di "competenze" - chiamiamole impropriamente così - fa sì che l'incontro con "Ciao Lapo" non avvenga direttamente in reparto. "Qualcuno ha avuto la fortuna di trovare o l'ostetrica o altro professionista dell'ospedale che, formato, ha segnalato l'associazione. Ma generalmente il contatto avviene per altre vie. Sul sito di "Ciao Lapo" c'è un riferimento per Lecco, che sono io. Poi funziona il passaparola. Ma immagino che tante famiglie non arrivino, non si "aggancino" all'Associazione, perché comunque non hanno le giuste informazioni".

A complicare ulteriormente le cose, poi, le conseguenze della pandemia. "Prima del Covid avevamo una convenzione con il Comune di Lecco: potevamo incontrarci al centro per le famiglie, il lunedì sera con uno spazio dedicato all'Associazione. Lì avevamo la possibilità di creare momenti di condivisione e di accoglienza alle famiglie nuove. Poi con il Covid si è interrotto tutto. Ed ora bisogno riprendere a (ri)costruire qualcosa di nuovo: non è scontato anche perché quando passano gli anni, uno si allontana un anche un po' da certe "dimensioni". Per me, per esempio, questo è il decimo anno. Ci tengo tantissimo a essere qui, a partecipare, però, dico la verità, le energie da investire sono tante e alle volte non ce la si fa".

Siamo certi però che anche il prossimo 15 ottobre, Lecco tornerà a illuminarsi. Per Joel, per Mia, per Mattia, per Aurora... e tanti altri bimbi verso cui è andato lo sguardo mentre, questo sera, dalla riva del Lario, una lanterna cinese volava verso il cielo.
A.M.
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