'Lecco perde un'enciclopedia e un grande uomo': Alfredo Chiappori nel ricordo del barbiere Gabriele Scerri

Alfredo Chiappori
(Foto tratta dalla pagina FB di Mauro Gattinoni - sindaco)
Tantissimi, in queste ore, i ricordi di Alfredo Chiappori, il disegnatore e scrittore di fama nazionale venuto a mancare ieri all'Ospedale Manzoni all'età di 79 anni. Lecchese di nascita e sempre residente nel capoluogo, è già stato "raccontato" con affetto e cordoglio da autorità locali e personalità di spicco del mondo culturale, ma anche da tanti semplici cittadini e amici con cui ha condiviso un tratto della sua intensa e "multiforme" vita, in cui è stato seriamente impegnato anche in ambito sociale e politico, tanto da meritarsi la benemerenza civica della Medaglia d'Oro conferita nel 2003 in occasione di San Nicolò. Tra questi anche il suo parrucchiere di fiducia Gabriele Scerri, che lo ha conosciuto trent'anni fa costruendo con lui un rapporto di vera e propria amicizia, e che ora non esita a definirlo "un'enciclopedia, una biblioteca vivente e un grande uomo", a testimonianza del profondo segno che ha saputo lasciare con le sue opere e il suo esempio.
"Lecco perde una persona di una cultura ineguagliabile" ha sostenuto il barbiere del salone di Corso Martiri, sempre pronto a farlo accomodare su quella poltrona che a volte, spingendolo a rilassarsi, lo aiutava a trovare "le idee o l'ispirazione per i suoi progetti". "Non veniva da me esclusivamente per mettersi in ordine, ma anche solo per incontrarmi, per parlare con me, tanto che mi costrinse a dargli del tu. Con lui mi sono nutrito di tante cose legate al mondo della cultura. Ho raccolto tutti gli "Azimut" che fino a pochi giorni fa ha pubblicato su un noto quotidiano locale. Era un piacere sapere sempre cosa stesse facendo, ero molto partecipe della sua vita professionale perché mi invitava a tutti gli incontri, ci teneva tantissimo. Io ho tutti i suoi libri autografati, ogni volta che veniva mi raccontava qualcosa di nuovo e mi trasmetteva tanto. A volte mi faceva domande politiche, mi chiedeva come la pensavo, mi dava le sue motivazioni e si interessava di come andasse il mio lavoro. Quando mandavo mia moglie a comprare il quotidiano lui mi anticipava che la sua pubblicazione successiva mi sarebbe piaciuta".
Già insegnante al Liceo Scientifico Grassi e sempre particolarmente affezionato ai suoi alunni, Chiappori ha poi collaborato come vignettista satirico-politico con i principali quotidiani, settimanali e riviste nazionali, rendendosi noto al grande pubblico grazie alle strisce del suo primo e più famoso personaggio a fumetti, "Up il sovversivo", ma anche grazie alle sue opere di narrativa e ai dipinti con cui ha realizzato diverse mostre. Una figura poliedrica, insomma, "di una cultura ineguagliabile", "che dedicava almeno quattro ore al giorno solo alla lettura".
"A livello umano era una persona che non a tutti andava bene perchè era molto selettivo e diretto, riservato, non amava molto la gente e si faceva avvicinare da pochi" ha proseguito Scerri. "Detestava la maleducazione e diceva sempre che occorre reagire nei confronti dei maleducati perchè altrimenti pensano che la loro sia la strada giusta da percorrere. Ricordo la sua "battaglia" quando le poste centrali, nel rinnovare l'ambiente interno, avevano ricoperto l'affresco del suo maestro Sora. Fece di tutto per far sì che venisse salvato. Parlava molto anche della sua barca. Mi ha spiegato tutto sulla cultura marittima, tanto sui fari. Aveva una grande passione per Ghoehte e Stainer. Ricordo che una volta fui invitato a una sua conferenza e la gente diventava "matta": lui parlava a braccio, sapeva tutto, aveva una cultura di grande livello e "teneva botta" per quattro ore di fila. Spesso raccontava anche dell'amicizia con Eco e di Feltrinelli".
E ancora, un'ultima "chicca" di un Alfredo Chiappori più intimo: "Era contento di aver insegnato a giocare a scacchi al nipotino Francesco, era un grande nonno, un bell'elemento". "Pensava sempre, era un'enciclopedia" ha concluso Gabriele Scerri. "Oggi è come se fosse bruciata una biblioteca. Lecco perde un grande uomo".
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