Valmadrera: grande successo per l’incontro con il premio Strega Desiati e il suo Spatriati

“È incredibile quanto è vasto dentro l’essere umano. È pieno di potenzialità incredibili”. È un viaggio quello che Mario Desiati ha raccontato ieri sera di fronte al pubblico accorso numeroso al centro culturale Fatebenefratelli di Valmadrera. Quel viaggio nell’immensità dell’animo umano a cui lo scrittore ha dato forma nelle pagine di “Spatriati”, un romanzo edito da Einaudi e vincitore del Premio Strega 2022. Intorno alla storia di Claudia e Francesco, i due protagonisti, si è sviluppata la serata organizzata da comune di Valmadrera e dalla Libreria Volante, aperta dai saluti del sindaco Antonio Rusconi.

Antonio Rusconi

“Quando ho iniziato a scrivere Spatriati, ad inizio 2015, non sapevo che storia avrei raccontato. Sapevo solo che avrei scritto un libro intitolato Spatriati. Ero certo che i personaggi di questo libro avrebbero cercato di rispondere alla domanda: chi sono?” ha esordito Mario Desiati. “Nel dialetto di Martina Franca Spatriati ha una sfumatura negativa. È un termine che indica una persona diversa, irregolare. È un modo per mettere un muro tra sé e lo spatriato”.
Spatriati, una parola dialettale che rimanda alla parola “patria” ma non nel suo significato classico. “Il termine patria in questo caso non si riferisce ad uno stato con una lingua e delle leggi. Si riferisce ad un insieme di idee dominanti a cui le persone aderiscono per non essere escluse” ha infatti aggiunto l’autore.
Seduta di fronte a lui, Serena Casini di Libreria Volante ha chiesto all’autore: “Ma quindi chi è Claudia? Chi è Francesco?”.
“I due protagonisti si pongono la stessa domanda all’inizio del libro. Claudia capisce abbastanza presto che può rispondere a quella domanda solo abbandonando il luogo dove è nata. Possiamo dire che Claudia è un po’ come la pietra che affiora dalla terra quando i contadini arano, quella che poi viene usata per i muretti a secco. Francesco è invece uno dei piccoli detriti che vengono usati per tenere insieme le pietre che formano quei muretti” ha spiegato Desiati. L’amicizia tra Claudia e Francesco nasce a partire da un segreto. O meglio, un non detto. “Il padre di Claudia ha una relazione con la madre di Francesca. Uno di quegli amori di cui tutti sono a conoscenza ma nessuno parla” ha proseguito Mario Desiati.

Mario Desiati

“I due adulteri sono felici e pieni di energia. Sembrano dimostrare che si può essere felici e liberi anche in questa costruzione in cui il mondo e la borghesia ci inchiodano” ha sottolineato Serena Casini, sorridente e visibilmente soddisfatta per la qualità della riflessione che si era sviluppata.
“Non mi piacciono le polarizzazioni. Volevo raccontare delle storie che fossero libere dal peso del giudizio. Le strade dell’amore non guardano in faccia all’età. Uno dei momenti migliori che Francesco trascorre con sua madre è quando capisce che lei sta finalmente con l’uomo che ama. La domanda di fondo di fatto è una: è meglio che la persona al nostro fianco, la persona che amiamo sia felice oppure fedele ma infelice?” ha risposto l’autore.

Il suo quesito è rimasto in sospeso nella sala con tutto il suo carico di complessità. Ma Spatriati non è solo un viaggio nell’animo umano, è un romanzo intimo e personale che si snoda tra Martina Franca, Milano, Londra, e Berlino, ovvero le tappe del tragitto di Claudia.
“Mi ha colpito particolarmente non tanto la luce della Puglia quanto quella di Berlino. Questa luce trasmette un’energia e una vitalità enorme” ha evidenziato Serena Casini.
La risposta di Desiati non si è fatta attendere: “Roberto Longhi diceva che qualunque scrittore quando racconta una storia è come un pittore perché deve tenere insieme la luce e l’ombra. La luce di Berlino è diversa dalla prima parte del romanzo. Ho utilizzato due stili diversi e questo ha disorientato qualche lettore. In qualche modo, però, il disorientamento era proprio quello che volevo. È ciò che vivono i protagonisti di questa storia”.

Serena Casini

Tra gli applausi del pubblico, Serena Casini ha chiesto l’intervento della sua amica e collega Shantala Faccinetto. “In libreria abbiamo organizzato dei gruppi di lettura. Una delle partecipanti ci ha raccontato di essere rimasta scossa da tutta la fluidità che attraversa il tuo libro. La stessa lettrice ha però precisato che è riuscita a trovare una sua chiave di lettura attraverso la musica di cui il tuo testo è pieno. In sostanza ha ricavato la playlist del libro” ha raccontato Faccinetto suscitando le risate non solo dell’autore ma anche dei presenti. “Quando ho scritto questo libro pensavo ad una fluidità che non riguardava solo il sesso ma tutto: la politica, la religione, il lavoro, il luogo. Io stesso oggi non voglio essere definito, voglio stare fuori da ogni categoria” ha sottolineato l’autore pugliese.

In piedi Shantala Faccinetto

Mentre la serata volgeva al termine, dal pubblico è giunta una domanda sul protagonista. “Francesco è un personaggio non risolto, molto ombroso. È difficile per me parlare di questo personaggio perché il libro era pensato su Claudia. Di certo io non volevo un personaggio che mi consolasse. Non mi interessa un libro che mi fa sentire più intelligente di quello che sono. Io voglio essere tradito e deluso dai romanzi che leggo” ha risposto Mario Desiati. Infine, la chiosa: “Ho impiegato tanto tempo per scrivere Spatriati, non riuscivo a trovare la quadra. Quando ci sono riuscito mi sono sentito un po’ come la bambina di Titanio nel momento in cui riesce a superare la linea tracciata con il gesso. Quel racconto di Primo Levi, parte della raccolta “il sistema periodico”, è geniale”.
A.Bes.
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