Omicidio di Sogno: la difesa si prepara a chiedere la revisione del processo Guzzetti

Maria Adeodata Losa
Dopo che nell'ottobre 2020 la Cassazione ha respinto il ricorso, per Roberto Guzzetti la sentenza di condanna è diventata definitiva: 22 anni la pena da scontare per l'omicidio di Maria Adeodata Losa, l'anziana trovata morta, nel 2016, nella sua casa nella frazione di Sogno di Torre de' Busi.
Ora il nuovo difensore del lecchese, l'avvocato Luca Del Bue del Foro di Bergamo, vorrebbe riaprire il caso: sta infatti riesaminando gli atti e l'intera vicenda giudiziaria. L'intenzione è quella di chiedere una revisione del processo.
In particolare, sotto la lente della toga orobica ci sarebbero movimenti bancari, polizze assicurative e giacenze sul conto della vittima che, a suo dire, meriterebbero un approfondimento ulteriore e più specifico rispetto a quanto fatto fino ad ora.
A questi dettagli si aggiunge la mancanza di un movente chiaro e ben definito che avrebbe spinto Guzzetti, residente a Lecco ma con una seconda casa di famiglia nella stessa località dove viveva la vittima, a diventare un assassino.
Maria Adeodata Losa, 87 anni, in gran parte trascorsi quale domestica presso una famiglia a Milano, venne trovata cadavere nella cucina della sua abitazione di Sogno, condivisa con la sorella maggiore Leonilda, allettata e impossibilitata a deambulare in autonomia, l'11 giugno di 6 anni fa, raggiunta da una serie di fendenti, con - dettaglio macabro - un pettinino infilato in gola. Solo un mese più tardi l'arresto di Guzzetti, oggi 64enne, una cui impronta è stata isolata sulla tovaglia cerata stesa sul tavolo del locale teatro del brutale omicidio.
Assistito fin da subito dagli avvocati Marilena e Patrizia Guglielmana, l'uomo - in Corte d'Assise a Como - era stato condannato a 24 anni a fronte della richiesta dell'ergastolo avanzata dal sostituto procuratore Paolo Del Grosso, titolare del fascicolo di indagine. Nel luglio 2019 in Appello la pena era stata alleggerita di due anni, avvicinandosi al minimo previsto in caso di abbreviato, rito scartato subito dallo stesso Guzzetti sempre proclamatosi innocente. A ottobre 2020 in Cassazione, quello che si pensava l'ultimo atto. Fino all'annuncio odierno dell'avvocato Del Bue. 
S.V.
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