Lecco: 6 morti sul lavoro in 8 mesi e infortuni in aumento, il monito di ANMIL
Creare una vera e propria “cultura della sicurezza sul lavoro”, portare questo tema nelle scuole e sviluppare un protocollo d’intesa a tutela delle maestranze. Sono questi i propositi emersi nella mattinata di domenica 9 ottobre dalla 72ª edizione della "Giornata ANMIL", promossa dalla sezione di Lecco e ospitata dalla Sala della Comunità di via Giulio Fiocchi.
“Gli infortuni sul lavoro vanno contrastati – ha commentato la dottoressa Motolese – È un impegno che riguarda tutte le Istituzioni e tutte le componenti sociali, anche la scuola. Bisogna dare sollecitazione forti, la sicurezza deve diventare un modo di essere, un modo di fare. Gli automatismi dei macchinari vanno gestiti con consapevolezza, ci vuole un cervello che sopra a quegli automatismi intervenga per capire cosa è giusto”. Il vice prefetto ha quindi ribadito che gli incidenti non sono mai una fatalità, ma che per contrastarli è importante l’impegno di tutti, in primis dalle istituzioni, le cui azioni devono convergere per un unico obbiettivo: portare a 0 il numero di morti e incidenti sul lavoro.
Da sinistra, il responsabile di Inail di Lecco Sergio Ferraro, il vice prefetto vicario Maria Laura Motolese, il presidente ANMIL Gianfranco Longhi, l’assessore al welfare di Lecco Emanuele Manzoni e il presidente F.A.N.D. Lecco Silvano Stefanoni
“Nella nostra provincia, fino al 31 agosto, ci sono state 6 morti sul lavoro, l’anno scorso 4 – ha esordito il presidente Longhi – Nel 2022 non si può più morire di lavoro. La sicurezza c’è, le normative ci sono, c’è tutto per lavorare bene, ma dobbiamo fare qualcosa in più. Il caso, la sfortuna, la fatalità, non sono componenti del mondo del lavoro. Dobbiamo parlare di formazione e sicurezza, dobbiamo portare questo tema nelle scuole, in modo che quando un ragazzo inizia a lavorare questo concetto l’ha già fatto suo”.
Un altro fattore importante, è stato ricordato dal presidente, è la prevenzione: “I blocchi di sicurezza ci sono, non vanno disinseriti. Le protezioni ci sono, vanno usate. È importante lavorare in squadra ed essere tutti consapevoli di cosa stanno facendo i colleghi”. Parlando della propria esperienza personale, Longhi ha raccontato che l’infortunio che gli capitò sul posto di lavoro fu dovuto a mancanza di informazione: “Io e il mio collega non sapevamo cosa stessero facendo i colleghi dall’altra parte del macchinario. Quando è caduto travolgendoci, una persona è morta. Io per fortuna sono qui a parlarne”.
E.Ma.