Faida tra trapper: per i 9 imputati disposto il giudizio immediato, in Aula il 24 novembre

Simba La Rue in un frame tratto da un suo video girato a Lecco
C'è già la data di apertura del processo a carico di Simba La Rue e degli altri otto supposti membri della sua crew, raggiunti sul finire di luglio da ordinanza di custodia cautelare nell'ambito dell'inchiesta, condotta dal PM Francesca Crupi sulla presunta faida tra trapper che avrebbe contrapposto, per l'appunto, la compagine capeggiata dal 20enne, al secolo Mohamed Lamine Saida, a quella 19enne padovano di origini marocchine Amine Amagour più noto come Baby Touchè. Il GIP Guido Salvini ha infatti disposto il processo immediato per tutti gli indagati - alcuni ancora dietro le sbarre - fissando la prima udienza del procedimento a loro carico per il prossimo 24 novembre al cospetto del collegio giudicante della terza sezione penale del Tribunale di Milano. Saltata dunque l'udienza preliminare, è facoltà ora degli imputati valutare eventualmente la possibilità di adire a riti alternativi. Altrimenti quella è la data in cui compariranno in Aula per il dibattimento.
Come ormai noto, due, in particolare gli episodi violenti finiti al vaglio della Procura meneghina. A Simba La Rue e ad altri cinque - il bergamasco Marco Locatelli e i lecchesi Dago Fabio Carter Gapea, Alan Cristopher Momo, Mevljudin Hetem (Introbio) e Sara Ben Salha (Verderio) - è contestata una rapina con lesioni ai danni di due "rivali" messa in atto il primo marzo scorso nel capoluogo meneghino, quale "vendetta" per una aggressione patita dalla stesso Gapea a Padova; Simba poi con altri tre ancora residenti sul nostro territorio - Pape Ousmane Loum, Ndiaga Faye e il suo manager Chakib Mounir detto Malippa - avrebbe preso parte al sequestro ai danni di Touché. Il 19enne sarebbe stato accerchiato in via Boifava a Milano, preso a calci e pugni e costretto a salire su una vettura, prima di essere poi "liberato" a Calolzio, non prima della pubblicazione sui social dei video di quanto stava accadendo, con tanto di volto tumefatto e sanguinante della vittima.
Al momento, attendono l'evoluzione dell'iter giudiziario ancora in carcere Gapea e Momo (assistiti dall'avvocato Marilena Guglielmana e gravati da altra ordinanza di custodia cautelare nell'ambito di un'inchiesta antidroga della Squadra Mobile di Lecco) come pure Loum (avvocati Stefano Mandelli e Nicolo' Vecchioni) e Faye (avvocato Vecchioni). Ai domiciliari invece Ben Salha, l'unica donna coinvolta (avvocato Antonino Crea), Locatelli (avvocato Cristian Manzoni), Hetem (avvocati Marcello Perillo e Federica Pirola), Mounir (avvocato Vecchioni) e Saida (avvocato Vecchioni), collocato presso una comunità a Vimodrone, dopo pronuncia del Tribunale del Riesame in considerazione delle sue condizioni di salute, visti i postumi dell'accoltellamento patito in terra bergamasca, successivamente ai fatti oggetti di questa indagine.
La palla passa ai legali per la scelta della strategia processuale.
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