Lecco: traffico di droga, il PM chiede 12 anni per il carrozziere di via Tagliamento
Complessivamente la pubblica accusa, rappresentata in Aula dal sostituto procuratore della DDA Pasquale Addesso, ha chiesto condanne per 388 anni, al netto dello sconto di pena garantito ai 34 imputati per aver optato per il rito abbreviato. Una dozzina per Roberto Mandaglio, l'unico "lecchese" in elenco, difeso dagli avvocati Stefano Pelizzari e Massimiliano Vivenzio che già domani avranno modo di "ribattere" essendo stati inseriti nella prima "batteria" di legali chiamati a rassegnare le loro conclusioni dopo due giornate interamente dedicate alla requisitoria del PM. Ultime battute, dunque, al cospetto del GUP del Tribunale di Milano Lorenza Pasquinelli, per il primo processo originato dall'inchiesta "Cavalli di razza" chiusa nel novembre scorso con l'esecuzione di una lunga serie di misure cautelari. Tutto era partito da un'inchiesta della Procura di Como su un giro di false cooperative che già tre anni fa aveva portato a 34 arresti nonché a evidenziare legami con la 'ndrangheta, andando così a intrecciarsi con le indagini in corso a Firenze e Reggio Calabria, oltre ovviamente della Direzione antimafia del capoluogo meneghino.
I reati contestati agli indagati, a vario titolo, vanno dall'associazione mafiosa, all'usura, dalla detenzione e porto illegale di armi all'autoriciclaggio. E ancora, dalla bancarotta fraudolenta alla frode fiscale, dalla corruzione all'estorsione con un faro acceso anche una (presunta) associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga. Proprio quest'ultima la contestazione mossa a Mandaglio, classe 1978, residente a Pusiano ma domiciliato in Svizzera, titolare dell'autofficina di via Tagliamento raggiunta nel recente passato da un'interdittiva antimafia firmata dal Prefetto Sergio Pomponio. Sul posto di lavoro, l'uomo – indicato dagli inquirenti come “di estrazione giffonese” e “persona nota agli uffici investigativi del posto perché legato alla “famiglia Trovato”” - si sarebbe prestato a riadattare delle vetture adibite poi al trasporto di stupefacente, creando appositi vani nell'abitacolo, così da eludere eventuali controlli. Oltre una tonnellata la cocaina - importata dal Sudamerica – complessivamente sequestrata nell'ambito dell'inchiesta sfociata in 104 arresti in tutta Italia, metà dei quali in Lombardia ed in particolare nel comasco.
Intermedia la pena prospettata dalla pubblica accusa per Mandaglio, con i 12 anni "suggeriti" dal dottor Addesso per il carrozziere di via Tagliamento a metà tra i 3 anni e 4 mesi chiesti quali "minimo" e i 20 quali "massimo".
I reati contestati agli indagati, a vario titolo, vanno dall'associazione mafiosa, all'usura, dalla detenzione e porto illegale di armi all'autoriciclaggio. E ancora, dalla bancarotta fraudolenta alla frode fiscale, dalla corruzione all'estorsione con un faro acceso anche una (presunta) associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga. Proprio quest'ultima la contestazione mossa a Mandaglio, classe 1978, residente a Pusiano ma domiciliato in Svizzera, titolare dell'autofficina di via Tagliamento raggiunta nel recente passato da un'interdittiva antimafia firmata dal Prefetto Sergio Pomponio. Sul posto di lavoro, l'uomo – indicato dagli inquirenti come “di estrazione giffonese” e “persona nota agli uffici investigativi del posto perché legato alla “famiglia Trovato”” - si sarebbe prestato a riadattare delle vetture adibite poi al trasporto di stupefacente, creando appositi vani nell'abitacolo, così da eludere eventuali controlli. Oltre una tonnellata la cocaina - importata dal Sudamerica – complessivamente sequestrata nell'ambito dell'inchiesta sfociata in 104 arresti in tutta Italia, metà dei quali in Lombardia ed in particolare nel comasco.
Intermedia la pena prospettata dalla pubblica accusa per Mandaglio, con i 12 anni "suggeriti" dal dottor Addesso per il carrozziere di via Tagliamento a metà tra i 3 anni e 4 mesi chiesti quali "minimo" e i 20 quali "massimo".