In viaggio a tempo indeterminato/251: la verità sulla nostra amica Alessia Piperno, arrestata in Iran
"Stai tranquillo Terenz, si risolve tutto".
Questa frase mi risuona in testa da quando abbiamo saputo che la nostra amica Alessia Piperno è stata arrestata in Iran.
Continuo a ripensare alle giornate passate insieme, in hotel da incubo ma tra paesaggi meravigliosi.
Seduti su un tappeto a parlare di noi, delle nostre debolezze, delle nostre avventure in giro per il mondo.
Aveva pronunciato quella frase, con quel suo accento romano, e noi eravamo scoppiati a ridere. Ci trovavamo tra i monti, 5 viaggiatori le cui strade si erano incrociate in Iran, dopo che per mesi ci eravamo scritti sui social.
Io, Paolo, Terence, Deborah e Alessia.
Non potevamo essere tanto diversi quanto simili allo stesso tempo.
Ognuno con il suo personale bagaglio di esperienze in giro per il mondo. Tutti con la stessa voglia di viaggiare e scoprire, per andare oltre i pregiudizi.
Siamo stati insieme 4 giorni prima di salutarci in fretta, "Tanto ci vediamo ancora ragà".
4 giorni sembrano pochi, ma tra chi vive viaggiando hanno un valore diverso.
Il tempo assume tutta un'altra dimensione. Forse perché si va subito in profondità.
Forse perché si hanno meno filtri.
O forse perché si crea immediatamente un legame che deve reggere le distanze, i fusi orari, le connessioni internet instabili.
Con Alessia, Terence e Deborah è andata esattamente così.
Un gruppo WhatsApp per scambiarci informazioni, condividere cavolate, sapere come andavano le cose e alleggerire un po' il peso di viaggiare in un Paese tanto complesso quanto affascinante come l'Iran.
Dovevamo incontrarci ancora, poi la morte di Mahsa Amini, notizia che tutti ormai conosciamo, le proteste, il clima che cambia nel Paese.
Noi decidiamo di lasciare l'Iran prima del previsto. Terence e Deborah hanno bisogno di qualche giorno prima di raggiungere il confine turco.
Alessia, invece, sta aspettando il visto per poter tornare in Pakistan.
Ci sentiamo tutti i giorni con un messaggio, nonostante Internet sia spesso disconnesso nel Paese.
Tutti i giorni, fino a mercoledì 28 settembre.
"Auguri Ale! Buon compleanno!!"
Nessuna risposta.
Aspettiamo un paio di giorni.
"Ale, come stai? Tutto bene?"
"Forse non risponde perché hanno staccato di nuovo internet".
Poi venerdì leggiamo una notizia "Arrestati in Iran 8 europei, tra loro un italiano, un polacco, un francese, un olandese".
Io e Paolo ci guardiamo.
Ci si gela il sangue.
Iniziamo subito a pensare ad Alessia.
Chiamiamo Terence e Deborah e anche loro hanno avuto la nostra stessa sensazione.
È strano che Alessia non si connetta da così tanto tempo. Siamo stati tutti in Iran all'inizio delle proteste e internet veniva staccato ma mai per più di 8/10 ore al giorno.
Iniziamo a contattare l'ostello in cui era stata negli ultimi giorni.
Chiamiamo l'ambasciata italiana in Iran.
Tutti ci tranquillizzano. "Vedrete che sarà solo un problema di connessione internet."
Ma qualcosa ci dice che dobbiamo continuare a cercare di contattarla.
Credo che la colpa sia sempre di quel legame stretto che si crea tra viaggiatori e che ti porta a preoccuparti per persone che hai conosciuto in pochissimo tempo.
Decidiamo di metterci in contatto anche con la sua famiglia. Anche loro sono preoccupati, ma non sanno nulla.
Passano 24 ore, poi il messaggio. Alessia ha telefonato, è stata arrestata ma non si sa dove sia e per quale motivo sia stata incarcerata.
La notizia esce sui giornali e inizia il caos.
Mentre l'ambasciata e la Farnesina cercano di risolvere la situazione, la stampa si fionda su notizie vere o presunte tali.
Iniziano a girare supposizioni e teorie campate per aria.
Piovono giudizi e critiche da chi, leggendo il titolo di un articolo su un quotidiano, crede di saperne di diplomazia, di viaggi, di proteste.
Sono passati due giorni ma il senso di nausea che mi provoca leggere certe "notizie", non riesce ad andare via.
Per questo ho deciso di scrivere qui e fare un po' di chiarezza sulla situazione e su chi è Alessia.
Questa è tutta la verità su chi è questa ragazza e su cosa sia successo.
Alessia non è una sprovveduta alle prime armi, viaggia da 7 anni ed è stata in moltissimi Paesi del mondo.
Per vivere in viaggio, lavora online come assistente digitale. (Lo so che potrebbe sconvolgere molti, ma nel 2022 online si può lavorare e anche guadagnare uno stipendio).
Alessia era in Iran da più di due mesi quando è stata arrestata e il suo visto non era scaduto, dato che aveva fatto il rinnovo da pochi giorni.
Alessia non era in Iran per festeggiare il compleanno con gli amici, era lì da molto prima e aveva già visitato 3/4 del Paese.
Alessia non era in Iran per le proteste, quando è entrata nel Paese la situazione era tranquilla e lei stava viaggiando, esattamente come noi, alla scoperta di questo angolo di mondo.
Alessia era attenta alle regole e indossava il velo e l'abbigliamento adatto, come richiesto dalle leggi iraniane.
Nessuno sa per quale motivo sia stata arrestata. Non lo sa la Farnesina, non lo sa l'Ambasciata, non lo sanno nemmeno gli 007 citati da qualche giornale e di sicuro non lo sa chi è seduto sul comodo divano di casa.
Quello che si sa, però, è che Alessia, una ragazza italiana di 30 anni, è stata arrestata in un Paese che sta vivendo un momento storico delicato.
E questo, ora, dovrebbe bastare per farci unire tutti all'appello della sua famiglia che chiede di non far cadere nel silenzio la sua storia.
Alessia ti aspettiamo presto e non vediamo l'ora di sentirti storpiare qualche altro nome.
Questa frase mi risuona in testa da quando abbiamo saputo che la nostra amica Alessia Piperno è stata arrestata in Iran.
Continuo a ripensare alle giornate passate insieme, in hotel da incubo ma tra paesaggi meravigliosi.
Seduti su un tappeto a parlare di noi, delle nostre debolezze, delle nostre avventure in giro per il mondo.
Aveva pronunciato quella frase, con quel suo accento romano, e noi eravamo scoppiati a ridere. Ci trovavamo tra i monti, 5 viaggiatori le cui strade si erano incrociate in Iran, dopo che per mesi ci eravamo scritti sui social.
Io, Paolo, Terence, Deborah e Alessia.
Non potevamo essere tanto diversi quanto simili allo stesso tempo.
Ognuno con il suo personale bagaglio di esperienze in giro per il mondo. Tutti con la stessa voglia di viaggiare e scoprire, per andare oltre i pregiudizi.
Siamo stati insieme 4 giorni prima di salutarci in fretta, "Tanto ci vediamo ancora ragà".
4 giorni sembrano pochi, ma tra chi vive viaggiando hanno un valore diverso.
Il tempo assume tutta un'altra dimensione. Forse perché si va subito in profondità.
Forse perché si hanno meno filtri.
O forse perché si crea immediatamente un legame che deve reggere le distanze, i fusi orari, le connessioni internet instabili.
Con Alessia, Terence e Deborah è andata esattamente così.
Un gruppo WhatsApp per scambiarci informazioni, condividere cavolate, sapere come andavano le cose e alleggerire un po' il peso di viaggiare in un Paese tanto complesso quanto affascinante come l'Iran.
Dovevamo incontrarci ancora, poi la morte di Mahsa Amini, notizia che tutti ormai conosciamo, le proteste, il clima che cambia nel Paese.
Noi decidiamo di lasciare l'Iran prima del previsto. Terence e Deborah hanno bisogno di qualche giorno prima di raggiungere il confine turco.
Alessia, invece, sta aspettando il visto per poter tornare in Pakistan.
Ci sentiamo tutti i giorni con un messaggio, nonostante Internet sia spesso disconnesso nel Paese.
Tutti i giorni, fino a mercoledì 28 settembre.
"Auguri Ale! Buon compleanno!!"
Nessuna risposta.
Aspettiamo un paio di giorni.
"Ale, come stai? Tutto bene?"
"Forse non risponde perché hanno staccato di nuovo internet".
Poi venerdì leggiamo una notizia "Arrestati in Iran 8 europei, tra loro un italiano, un polacco, un francese, un olandese".
Io e Paolo ci guardiamo.
Ci si gela il sangue.
Iniziamo subito a pensare ad Alessia.
Chiamiamo Terence e Deborah e anche loro hanno avuto la nostra stessa sensazione.
È strano che Alessia non si connetta da così tanto tempo. Siamo stati tutti in Iran all'inizio delle proteste e internet veniva staccato ma mai per più di 8/10 ore al giorno.
Iniziamo a contattare l'ostello in cui era stata negli ultimi giorni.
Chiamiamo l'ambasciata italiana in Iran.
Tutti ci tranquillizzano. "Vedrete che sarà solo un problema di connessione internet."
Ma qualcosa ci dice che dobbiamo continuare a cercare di contattarla.
Credo che la colpa sia sempre di quel legame stretto che si crea tra viaggiatori e che ti porta a preoccuparti per persone che hai conosciuto in pochissimo tempo.
Decidiamo di metterci in contatto anche con la sua famiglia. Anche loro sono preoccupati, ma non sanno nulla.
VIDEO:
Passano 24 ore, poi il messaggio. Alessia ha telefonato, è stata arrestata ma non si sa dove sia e per quale motivo sia stata incarcerata.
La notizia esce sui giornali e inizia il caos.
Mentre l'ambasciata e la Farnesina cercano di risolvere la situazione, la stampa si fionda su notizie vere o presunte tali.
Iniziano a girare supposizioni e teorie campate per aria.
Piovono giudizi e critiche da chi, leggendo il titolo di un articolo su un quotidiano, crede di saperne di diplomazia, di viaggi, di proteste.
Sono passati due giorni ma il senso di nausea che mi provoca leggere certe "notizie", non riesce ad andare via.
Per questo ho deciso di scrivere qui e fare un po' di chiarezza sulla situazione e su chi è Alessia.
Questa è tutta la verità su chi è questa ragazza e su cosa sia successo.
Alessia non è una sprovveduta alle prime armi, viaggia da 7 anni ed è stata in moltissimi Paesi del mondo.
Per vivere in viaggio, lavora online come assistente digitale. (Lo so che potrebbe sconvolgere molti, ma nel 2022 online si può lavorare e anche guadagnare uno stipendio).
Alessia era in Iran da più di due mesi quando è stata arrestata e il suo visto non era scaduto, dato che aveva fatto il rinnovo da pochi giorni.
Alessia non era in Iran per festeggiare il compleanno con gli amici, era lì da molto prima e aveva già visitato 3/4 del Paese.
Alessia non era in Iran per le proteste, quando è entrata nel Paese la situazione era tranquilla e lei stava viaggiando, esattamente come noi, alla scoperta di questo angolo di mondo.
Alessia era attenta alle regole e indossava il velo e l'abbigliamento adatto, come richiesto dalle leggi iraniane.
Nessuno sa per quale motivo sia stata arrestata. Non lo sa la Farnesina, non lo sa l'Ambasciata, non lo sanno nemmeno gli 007 citati da qualche giornale e di sicuro non lo sa chi è seduto sul comodo divano di casa.
Quello che si sa, però, è che Alessia, una ragazza italiana di 30 anni, è stata arrestata in un Paese che sta vivendo un momento storico delicato.
E questo, ora, dovrebbe bastare per farci unire tutti all'appello della sua famiglia che chiede di non far cadere nel silenzio la sua storia.
Alessia ti aspettiamo presto e non vediamo l'ora di sentirti storpiare qualche altro nome.
Angela&Paolo