Panificatori al bivio: aumentare i prezzi a 2 cifre o chiudere. Viaggio tra gli artigiani lecchesi massacrati dai costi ormai insostenibili per l'energia elettrica, il gas e le materie prime
La bolletta di un panificatore/pasticcere nello stesso periodo 2021/2022
Abbiamo fatto un viaggio tra i panificatori della provincia. Molti esasperati parlano, altri preferiscono non esporsi anche se a taccuini chiusi confermano che, di questo passo, dovranno sospendere la produzione.VERCURAGO - "Il pane di Vera"
Nel suo caso, dice già tutto il cartello affisso sul vetro della porta d'ingresso: "Si comunica che dal giorno 20/09/2022, a causa del forte rincaro del pellet e dell'energia elettrica, siamo costretti ad aumentare provvisoriamente il prezzo del pane di € 0,50 al kg". Nel commentarlo, non può fare altro che scuotere la testa Gessica Pettinato, dietro al bancone de "Il pane di Vera" a Vercurago: "Sì, purtroppo siamo stati costretti a farlo: a luglio la bolletta ci è costata più di 900 euro, e altrettanti ad agosto nonostante fossimo chiusi. Il costo del pellet è schizzato alle stelle, passando da 4.40 a circa 9 euro a sacchetto, iva esclusa. La farina era già aumentata parecchio a seguito dello scoppio della guerra, ma adesso la situazione è diventata insostenibile e non abbiamo potuto fare diversamente". Nel concreto, quindi, nel negozio affacciato su via Roma adesso i panini più grandi vengono venduti a 4 euro e 50 al chilo anzichè a 4, quelli più piccoli a 2.20 anzichè a 2. "Purtroppo è difficile per tutti, si cerca di risparmiare ma tra tasse, bollette e spese varie è sempre più complesso far quadrare i conti" ha aggiunto Gessica, che in otto anni di lavoro è stata costretta ad aumentare il prezzo dei suoi prodotti di 1 euro al chilo, in totale, secondo una tendenza tristemente in crescita. "Il lato positivo è che stiamo andando incontro ai mesi più freddi: solitamente tra novembre e dicembre si lavora di più, ma in un contesto come quello attuale è tutto da vedere. Chissà se con il nuovo Governo cambierà qualcosa...".
LECCO - "Panificio Pozzoni"
Molto simile lo scenario descritto da Francesco Pozzoni dell'omonimo panificio di viale Adamello a Lecco. "È una condizione nuova e drammatica, non eravamo mai passati da una congiuntura di questo tipo, motivo per cui facciamo anche fatica a capire come muoverci" ha commentato quest'ultimo. "Siamo stati lasciati a noi stessi, pertanto di fronte al raddoppio (o quasi) del costo delle materie prime non abbiamo potuto fare altro che aumentare i prezzi. Ed è la terza volta quest'anno: a gennaio, ad essere onesti, si era trattato di un piccolo adeguamento, mentre a giugno e poi adesso a settembre l'incremento è stato più evidente, con ripercussioni purtroppo anche sulle realtà come le mense scolastiche di cui siamo fornitori. È anche difficile capire come evolverà la situazione, ma i segnali non sembrano particolarmente incoraggianti. Per quanto riguarda le bollette, la previsione è quella di un aumento del 600% per l'energia elettrica e del 400-500% per il gas, con il mercato libero. Di fronte a un quadro del genere, era praticamente impossibile non ritoccare i prezzi".
MAGGIANICO-VERCURAGO - "Il dolce Forno"
Obbligato a qualche "aggiustamento" anche Cristian Valsecchi, titolare insieme ai famigliari più stretti de "Il dolce forno", nel doppio negozio di Maggianico e Vercurago: "Per le materie prime, purtroppo, i rincari non sono cosa recente, ormai è quasi un anno che se ne parla senza che cambi nulla. Quella di luce e gas è una questione più "nuova", che ovviamente non ha fatto altro che complicare ulteriormente tutto, e a ottobre pare che la situazione possa peggiorare ancora". "A questo punto - ha concluso, con un sorriso amaro - viene quasi voglia di mollare tutto e richiedere il Reddito di Cittadinanza".
OLGINATE e CALOLZIOCORTE - "Panificio P&G" e " Panificio Perego"
Cercano invece di resistere, almeno finché sarà possibile, John Gilardi e la famiglia Perego, titolari rispettivamente del negozio affacciato su via Redaelli a Olginate, aperto un anno fa di questi tempi, e del Forno in Corso Dante a Calolzio. "Al momento non abbiamo aumentato quasi niente se non in maniera lieve i prezzi dei prodotti di pasticceria, per andare incontro ai clienti che hanno già le loro difficoltà, ma se si va avanti così diventerà complicato non farlo, perché i rincari si sentono eccome" ha sostenuto il primo. "In tutto ciò mi chiedo sempre come faccia la Grande Distribuzione a uscirne praticamente indenne: le nostre piccole botteghe fanno molta fatica e risultano sempre penalizzate". Dello stesso avviso anche i colleghi del panificio calolziese: "Siamo sconsolati, la situazione è difficile. L'unica speranza è che possa arrivarci qualche aiuto dal Governo, altrimenti aumentare i prezzi sarà inevitabile".
INTROBIO - "Panificio Acquistapace"
La situazione non cambia in Valsassina. "E' aumentato tutto, dall'energia elettrica alla farina - spiega Aldo Acquistapace, dell'omonimo panificio di Introbio - Il forno che utilizzo io è a metano: ha subito rincari forse ancora maggiori della corrente. E le ripercussioni si notano sul prezzo di vendita. Aumenta perchè tutto aumenta. E continuerà a aumentare".
OSNAGO - "Il Forno di Bonanomi"Quando si entra ne "Il Forno" di Matteo Bonanomi a Osnago, in via Roma, si ha a che fare anche con la storia del paese brianzolo. L'attività a conduzione familiare è cominciata ai primi del Novecento e ha ampiamente superato il centenario dalla sua nascita. Bonanomi fa subito presente che i costi dell'energia sono già triplicati per le loro utenze, nonostante d'estate abbiano evitato di tenere acceso il condizionatore. "In questo periodo teniamo acceso il forno dalle 4 alle 7-8 del mattino. Di sabato cominciamo prima, alle 2. Partiamo con la sfoglia a 210° C e poi con il pane a 200° C. Non sono temperature elevatissime ma il forno consuma tanto lo stesso. Non so come faremo a dicembre e gennaio quando lo dovremo tenere acceso anche di pomeriggio per i panettoni". Il periodo natalizio è associato alle leccornie, cioè zucchero, uova, latte, burro. Tutti ingredienti che sono aumentati di prezzo. Il burro ha raggiunto i 9 euro al chilo e, riferisce Bonanomi, si dice che nei prossimi mesi arriverà a 11 euro. Nel loro caso le farine al momento non hanno subito un'impennata come per altri panificatori. "È un circolo vizioso, tutti aumentano e di soluzioni non ne vedo all'orizzonte. Dobbiamo tenere duro, cercando di ridurre gli sprechi ed evitare che a fine giornata ci avanzi del pane. In confronto, il periodo del Covid non si è sentito. Adesso la situazione è molto peggio".
BRIVIO - "Panificio Saldarini"
Una situazione davvero al limite su tutta la linea quella descrittaci dalla titolare de ''Il forno di Sara'', attività situata nel cuore di Casatenovo. Non solo l'aumento dell'energia elettrica, ma anche delle materie prime, con il settore ''messo in ginocchio''.
''Il prezzo della farina è in crescita ormai da ottobre dello scorso anno, e non solo: il latte e le verdure, con le zucchine che sono arrivate a costare 3.50 euro al chilo, solo per fare un esempio'. 'C'è poi la corrente, che è letteralmente triplicata e nel nostro caso di energia ne facciamo largo uso tra il forno e i frigoriferi. Non so cosa potrebbe succedere al settore se le cose non dovessero migliorare. Del resto le difficoltà economiche interessano anche la gente, quindi aumentare i prezzi non è possibile''.
Per il momento l'unico correttivo messo in campo dall'attività casatese per limitare i consumi è stato lo spegnimento del banco frigo nelle ore pomeridiane, nella speranza di non essere costretti ad assumere ulteriori accorgimenti. ''Questi aumenti stanno iniziando ad essere troppi, così come gli sforzi che siamo costretti a compiere. Io mi alzo ogni giorno alle tre del mattino, se poi tutto questo gioco non vale la candela....anche no, grazie''.
MISSAGLIA - "Panificio Cazzaniga"
Più ottimista Franco Cazzaniga, titolare del panificio di Via Cavour a Missaglia. I rincari ci sono, è innegabile, ma a detta dell'esercente non bisogna abbattersi oltremodo, al contrario cercare di ottimizzare il più possibile le risorse e limitare i consumi.
''Gli aumenti hanno riguardato non soltanto le utenze, praticamente triplicate, ma anche le materie prime. Il costo del frumento era salito già prima della guerra in Ucraina, poi si è abbassato leggermente, ma lo stesso non è accaduto per la farina perchè nel frattempo si è assistito ad un incremento dell'energia elettrica. Da parte nostra però, cerchiamo di ottimizzare il lavoro, sapendo che purtroppo in questo momento non si può fare altro. Stiamo attenti al massimo ai consumi: sto attento alle luci, non accendo il forno per una sola pizza, come magari potevo permettermi di fare fino a qualche tempo fa. Del resto la situazione è cambiata e sta a noi farle fronte, confidando nel buon senso di tutti''.