Altro rinvio per il processo alle Iene per diffamazione all'amministratore di Gilardi

I membri del "Comitato" fuori dal Tribunale
Ancora un rinvio fa slittare l'inizio del processo a carico dell'ex badante di Carlo Gilardi Brahim El Mazoury, della “Iena” Nina Palmieri e dell'autrice televisiva Carlotta Bizzarri.
Le incombenze da prima udienza del processo per diffamazione aggravata in danno all'avvocato Elena Barra, amministratore di sostegno dell'anziano, sono state posticipate dal giudice monocratico Gianluca Piantadosi  al 9 dicembre prossimo (anche se le difese hanno già paventato la possibilità di sollevare in quell'occasione nuove eccezioni di carattere preliminare). Fissata, poi, per sicurezza, anche una seconda udienza al 16 dicembre (per consentire almeno di concludere l'anno con l'apertura del dibattimento).
Soltanto allora la pubblica accusa (oggi rappresentata in Aula dal sostituto procuratore Chiara Di Francesco e del procuratore capo Ezio Domenico Basso), la parte civile (con l'avvocato Elena Ammannato) e le difese (l'avvocato Nicolas Pistollato  del foro di Firenze, Stefano Toniolo del foro di Milano per la Palmieri e Federico Giusti del foro di Milano per la Bizzarri) potranno presentare le rispettive liste testi e richiedere l'ammissione delle prove.
E solo allora si porterà in aula la ricostruzione di quel “polverone mediatico” sollevato in particolare da due puntate de “le Iene” andate in onda il 17 novembre 2020 ed il 16 febbraio 2021 intorno alla vicenda del facoltoso professore di Airuno, che secondo l'ex badante, sarebbe stato portato via con la forza da casa sua per essere inserito in RSA contro la sua volontà.
Il programma tv stando al capo d'imputazione, chiaramente ancora da provare in sede giudiziaria, avrebbe leso l'immagine dell'avvocato Barra “screditandone il comportamento ed alludendo alla commissione di abusi ed irregolarità nello svolgimento dell'incarico, compiuti anche per appropriarsi del patrimonio di Gilardi”.
Oggi le formalità di rito per la costituzione delle parti sono state bloccate per dare tempo al responsabile civile (Reti Televisive italiane spa Gruppo Mediaset) di costituirsi, non essendo ancora passati i canonici 60 giorni dalla notifica del decreto di citazione.
Sotto l'acqua, fuori da Palazzo di Giustizia, come sempre per dimostrare il proprio sostegno al professore si è riunito il comitato “Libertà Carlo Gilardi”, deluso per il continuo dilatarsi dei tempi giudiziari.
F.F.
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