UP–Un percorso/68: come si capisce la difficoltà di un sentiero?

Chi va in montagna lo sa bene: i sentieri non sono tutti uguali. Ci sono percorsi che sono alla portata di tutti, e altri invece solo per esperti. Ma come si riconoscono? In questa nuova puntata della rubrica UP – Un Percorso, vi spieghiamo la classificazione dei sentieri del Club Alpino Italiano, che ha messo a punto un sistema di classificazione. La scala tiene conto del dislivello, della distanza planimetrica e della segnaletica presente lungo il percorso. In una qualche misura questa scala già imparato a conoscerla nei precedenti numeri della nostra rubrica, ma ora la vediamo bene del dettaglio.


La strada per Artavaggio

T – TURISTICO
Partiamo dal più facile. Gli itinerari contrassegnati dalla lettera T (che sta per Turistico) si sviluppano su stradine, mulattiere o comodi sentieri. Si tratta, in genere, di percorsi abbastanza brevi, ben evidenti e ben segnalati, che non presentano particolari problemi di orientamento. Generalmente questi sentieri affrontano un dislivello inferiore ai 500 metri e sono escursioni che non richiedono particolare esperienza o preparazione fisica. Qualche esempio? Il Belvedere dei Piani Resinelli, i Piani di Artavaggio dalla Culmine di San Pietro, il Rifugio Ariaal a Premana, il Monte San Defendente da Esino Lario e il Monte Legnoncino dal Rifugio Roccoli-Lorla.


La Grignetta

E – ESCURSIONISTICO
La maggior parte dei sentieri sul nostro territorio ha difficoltà E (Escursionistico). Gli itinerari contrassegnati dalla lettera E si svolgono quasi sempre su sentiero, oppure su tracce di passaggio in terreno vario (pascoli, detriti, pietrai), di solito con adeguate segnalazioni. Richiedono un certo senso dell’orientamento, come pure una certa esperienza, conoscenza del territorio montagnoso e allenamento alla camminata. Per questi percorsi è indispensabile indossare calzature da trekking e abbigliamento adeguato. Normalmente i dislivelli sono compresi tra i 500 e i 1000 metri.
Come dicevamo, dalle nostre parti ci sono tantissimi sentieri E. Ne suggeriamo qualcuno: la Capanna Alpinisti Monzesi da Lecco, il Monte Tesoro da Colle di Sogno, il Monte San Primo dalla Colma di Sormano (CO) e la salita in Grignetta dalla Cresta Cermentati.


Il Resegone

EE – ESCURSIONISTI ESPERTI
Questi itinerari non sempre sono segnalati e richiedono una buona capacità di muoversi su vari terreni di montagna. Possono essere sentieri o labili tracce su terreno impervio o scosceso, dove è possibile attraversare pendii ripidi e scivolosi, ghiaioni e brevi nevai. Necessitano di una buona esperienza di montagna, fermezza di piede e una buona preparazione fisica. Ovviamente è indispensabile indossare scarponcini da trekking e abbigliamento adeguato, oltre ad avere un buon senso dell’orientamento. Normalmente il dislivello è superiore ai 1000 metri.
I sentieri per escursionisti esperti non mancano nel lecchese. Rientrano in questa tipologia, a titolo di esempio, il Grignone dalla Via della Ganda, il Pizzo Tre Signori da Introbio e il Resegone da Lecco.


Il Sentiero dei Pizzetti

EEA – ESCURSIONISTI ESPERTI CON ATTREZZATURA
Questa è una tipologia di itinerario che si svolge su creste aeree, pareti rocciose e canaloni, attrezzati con funi e/o scale senza cui la progressione sarebbe arrampicata vera e propria. La sigla EEA viene utilizzata per i percorsi attrezzati o piccole vie ferrate al fine di avvisare l’escursionista che l’itinerario richiede l’uso di dispositivi di autoassicurazione. Rientrano in questa casistica, ad esempio, il Sentiero dei Pizzetti sul San Martino, la Cresta della Giumenta tra Resegone e Magnodeno o il Canalone Bobbio sul Resegone.

Quelle che abbiamo visto sono le difficoltà escursionistiche, quindi relative a percorsi che possono essere affrontati camminando. Arrampicata ed alpinismo, invece, hanno specifiche scale. Prima di affrontare un’uscita bisogna sempre verificare il grado di difficoltà del sentiero, valutare se è adeguato alle proprie capacità e attrezzarsi di conseguenza. Ma in ogni caso si deve sempre prestare attenzione, anche sui percorsi all’apparenza più semplici: in montagna il peggior nemico è la superficialità!

Michele Castelnovo
www.trekkinglecco.com
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