Castelli: l'era di Salvini Premier è finita, il Nord è rimasto orfano in un Parlamento 'meriodionalista'

Roberto Castelli
"Perché Castelli è ancora della Lega?". L'indomani delle elezioni, qualcuno all'interno del movimento, già si aspettava la "bordata" dell'ingegnere e ha provato a parare il colpo andando, blandamente, al contrattacco con una battuta. In effetti il commento al vetriolo del fondatore dell'associazione culturale Autonomia e Libertà, un vero e proprio "club" di nostalgici del vecchio Carroccio, non si è fatto attendere. Sparando direttamente sul leader di un partito che, per l'ex ministro della Giustizia, ha dimenticato le proprie origini, tradendo la Padania e i valori della Pontida di una volta. "È finita l'era di Salvini Premier" sentenzia dunque, senza giri di parole, il lecchese. "Il disegno di accantonare i temi dell'autonomia, del federalismo e della questione settentrionale ma per vedere "Salvini premier" è fallito. Inutile è stato il tentativo di recuperare in extremis la questione dell'autonomia. Molti non ci hanno creduto. Per contro i 5 stelle hanno ottenuto un successo propagandando temi assistenzialisti quali il reddito di cittadinanza. L'amaro risultato è che vi sará in Parlamento una forte componente meridionalista, di cui faranno parte anche i parlamentari meridionali eletti nella Lega, una fortissima componente centralista, Fratelli d'Italia, che ha stravinto le elezioni mentre il Nord sará orfano dei suoi rappresentanti".
Dopo aver partecipato a pochi giorni dalla chiamata alle urne ad un incontro promosso sul territorio da ItalExit di Paragone - rimasto fuori dal Parlamento - Roberto Castelli, nella propria analisi del disastro elettorale patito dalla Lega, tira in ballo anche la gestione della pandemia. "Nessuno - sostiene - si è soffermato su quanto abbiano pesato sull'elettorato le posizioni supervax di alcuni governatori leghisti. Mi pare che i voti li abbia presi quel partito che ha sempre votato contro le misure liberticide assunte dal governo. Lega e PD sono stati duramente puniti".
Da ultimo una stoccata anche per gli ormai ex parlamentari del territorio, nessuno dei quali riuscito a strappare nuovamente un biglietto per Roma.
"Un plauso a Paolo Arrigoni sempre presente e assertivo. Altri non si sono troppo notati e qualcuno ha fatto pure danni non perché in malafede ma per non conoscenza dei problemi. Poi il cittadino presenta il conto. Adesso ai sinceri autonomisti e federalisti spetta la traversata del deserto".
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