Mandello, Immagimondo: il 30 arriva il film su Hermann Buhl

Immagimondo è anche a Mandello del Lario: venerdì 30 settembre alle 21.00, infatti, al De Andrè verrà proiettato il film "La bicicletta e il badile" di Maurizio Panseri e Alberto Valetellina, realizzato con il contributo del Club Alpino Italiano-Centro di Cinematografia e Cineteca e con il sostegno del Comune di Tirano. Saranno presenti i registi.



Venerdì 4 luglio 1952, Hermann Buhl, che sarà conosciuto in seguito come un grandissmo alpinista (tra le tante imprese celebri la prima al Nanga Parbat e al Broad Peak), lascia Innsbruck in bicicletta, attraversa la valle dell'Inn e dopo 150 chilometri arriva alla base della parete nord-est del Pizzo Badile: la sale in solitaria attraverso la via Cassin, scende, riprende la bicicletta e torna verso casa, per essere al lavoro il lunedì mattina. Un'impresa celebre, raccontata in poche asciutte pagine nel bellissimo libro autobiografico “E' buio sul ghiacciaio”. Nell'estate 2021 Maurizio Panseri e Marco Cardullo decidono che oggi non ha più senso spostarsi in automobile soprattutto per andare in montagna. Ripercorrono quindi l'itinerario di Hermann Buhl: per lui la bicicletta era una necessità, e il mezzo che aveva a disposizione per compiere l'impresa sarà per i due registi lo strumento per ripensare lo sport in modo sostenibile.


Hermann Buhl, diventato famoso come uno dei più importanti scalatori, nel 1953 partecipò alla spedizione austro-tedesca al Nanga Parbat (8.125 metri, Himalaya), effettuandone la prima ascesa assoluta, senza ossigeno e da solo a partire dall'ultimo campo (unico caso fra le prime assolute di un ottomila). Nel corso di 40 ore Buhl percorse in solitaria una via non solo di grande dislivello, ma anche di notevole sviluppo in lunghezza; colto dall'oscurità all'inizio della discesa, in parete e senza la possibilità di cercare un luogo più idoneo per bivaccare, dovette trascorrere la notte in piedi appoggiato alla parete e privo di sacco da bivacco, ad una quota di circa 8.000 metri. La sua è considerata fra le più grandi imprese della storia dell'alpinismo. Buhl riportò gravi congelamenti ai piedi, in seguito ai quali gli furono amputate due dita. Nel 1957 effettuò la prima ascensione, sempre senza ossigeno, del Broad Peak (8.047 m, nel Karakorum) diventando il primo salitore di due ottomila. Morirà a 33 anni mentre affrontava il Cogholisa nel Karakorum a causa del distacco di una parete nevosa. Di lui ha scritto anche Reinhold Messner esaltandone le doti e la personalità.
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