Tropenscovino (PD): 'abbiamo dimenticato i nostri valori. E gli ex ci hanno sparato contro'

Manuel Tropenscovino
Accusa il colpo per l’esito delle elezioni il PD di Lecco, che da qualche mese sta cercando di cavalcare la spinta giovanile. Che viene rappresentata dalle nomine di Manuel Tropenscovino alla guida del provinciale del partito, di Mattia Salvioni a segretario del circolo di Merate, entrambe a marzo scorso. E poi la candidatura all’uninominale della Camera di Laura Bartesaghi, con un impegno alle spalle nei Giovani Democratici, oltre che da consigliera comunale ad Annone Brianza. Con loro un gruppo di ragazzi che ha sostenuto la campagna elettorale da volontari. E da loro si vuole ripartire per dare una scossa al partito. Del resto lo stesso Letta ha motivato nella conferenza stampa all’indomani dal voto che ad una nuova generazione spetta il compito di rilanciare il partito nell’interesse dell’Italia e dell’Europa.

“Il PD e il centro-sinistra escono sconfitti da questa tornata elettorale. Le persone hanno voluto dare un segnale inequivocabile. Salvo qualche risultato isolato, su cui bisogna ragionare per ripartire, il Partito Democratico non ha rappresentato secondo i cittadini gli interessi degli italiani” analizza con asciuttezza Manuel Tropenscovino. Il segretario del PD provinciale prosegue nell’autocritica: “Abbiamo dimenticato i nostri valori e non siamo stati in grado di rappresentare le richieste della maggioranza dei cittadini”. Tropenscovino cerca anche di imprimere fiducia nei suoi: “Dobbiamo ripartire dalle risposte che i territori avanzano. Noi ci abbiamo provato candidando una persona giovane supportata da tanti volontari e dal loro entusiasmo. Auspico che il Partito Democratico torni ad essere una forza politica che non si giri dall’altra parte rispetto ai bisogni delle persone per migliorare le loro condizioni di vita. È possibile, come in Spagna e in Portogallo, con una proposta radicale, nel senso che va alla radice e alla profondità delle questioni per superare le disuguaglianze. Dobbiamo stare nelle piazze, dobbiamo tornare a farlo”.

Il segretario nazionale Enrico Letta, a seguito dello schiacciante esito elettorale, ha annunciato la convocazione del Congresso e che non si candiderà a guidare il partito. Un’assunzione di responsabilità, secondo Tropenscovino: “In queste occasioni si addossano tutte le responsabilità ai dirigenti, ma non sono l’unico anello del problema. È tuttavia corretto discutere in un Congresso quanto è accaduto e condivido l’assunzione di responsabilità del nostro segretario”.

Troppo presto per capire se ci saranno rese dei conti a Lecco, dove il PD è fortemente caratterizzato da correnti interne. Per il momento il ruolo del segretario provinciale non viene messo in discussione e lui stesso sgombra l’ipotesi di un suo passo indietro (nel 2023 sarebbe comunque già previsto il congresso provinciale). Saranno ascoltati i circoli come conviene in questi casi. “Stiamo cercando un cambio generazionale e lo abbiamo dimostrato con la candidatura di Laura Bartesaghi. La colpa non è tanto di chi si è candidato, ma lo è anche di chi ha condotto le dinamiche negli anni passati. La politica non è ritagliarsi degli spazi per se stessi, ma cucire dei rapporti con chi è affine”.

Parole che non sembrano rivolte tanto (o soltanto) all’interno del PD, ma soprattutto verso gli ex, migrati in Italia Viva. A domanda specifica, il segretario provinciale assesta il colpo: “Chi poteva stare con noi, anche a Lecco, ha cercato di esserci di ostacolo. C’è chi è stato più impegnato a togliere voti a noi perché vittima degli egoismi dei suoi capi. Chi ha fatto parte della nostra storia ha sparato a zero contro di noi e questo non ha giovato a nessuno. Se questo si traduce in un 10% non è neanche un grande risultato nemmeno per loro. Mi aspettavo più rispetto verso la nostra comunità di cui hanno fatto parte”.
M.P.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.