Straniero PD: risultato netto e deludente. Alle regionali temi locali e più alleanze

Raffaele Straniero
Per il Partito Democratico non è una giornata felice. Per il lecchese ancora meno. L'obiettivo minimo del 20% non è stato raggiunto a livello nazionale. Il collegio di Lecco registra 3 punti in meno per il PD, che si ferma al 17%. Al contrario il centro-destra ha spaccato facendo crescere ancora di più il divario con il blocco di centro-sinistra. Un boccone amaro da mandar giù per chi, come Raffaele Straniero, il Partito Democratico costituisce la propria seconda casa. La passione per la politica la nutre da tempi non sospetti, da quando nel 1980 è stato eletto assessore nella sua Oggiono per 15 anni. Poi la promozione a sindaco per un doppio mandato e successivamente consigliere. Non solo l'ambito amministrativo di un Ente locale. Anche l'impegno politico nel PD provinciale sin dalle origini in svariate vesti. Poi l'approdo in Consiglio regionale, il cui mandato in minoranza è in scadenza. Da quando ha cominciato con la politica, oltre 40 anni fa, a dei risultati elettorali così spostati a destra non aveva mai assistito.

Come interpreta la risposta degli elettori alle urne?  
"Il risultato è piuttosto netto, ha vinto Fratelli d'Italia. La Lega è stata veramente surclassata. Ora auspico che Meloni agisca per il bene degli italiani, i presupposti però non fanno ben sperare. Per quanto riguarda il PD si può ragionare se sia stata fatta una campagna elettorale più o meno felice, ma ritengo che il problema sia più profondo. Sappiamo che l'intenzione è di convocare il Congresso nazionale e da lì bisognerà ripartire".  

Su cosa può fare autocritica il PD?  
"Il nostro risultato è stato deludente. Abbiamo tutti visto i sondaggi, quindi in parte ce lo aspettavamo, ma speravamo di essere riusciti ad intercettare un maggior numero di voti nelle ultime settimane. Dovremo senz'altro fare autocritica. Di certo molte critiche le abbiamo subite durante questa campagna elettorale da parte di quelle forze che avevano l'esigenza di differenziarsi, come Calenda-Renzi e il Movimento 5 Stelle".  

Che tipo di minoranza farà il Partito Democratico?  
"Noi manteniamo quel senso di responsabilità che ci contraddistingue. Con il futuro governo però non avremo nulla di cui spartire, abbiamo una visione antitetica alla loro. Faremo un'opposizione dura e senza sconti, saremo vigili sul rispetto della Costituzione".  

Anche i dati territoriali non sono per voi incoraggianti. Cosa non ha funzionato?  
"La politica è una cosa complicata e come in tutte le questioni complesse non ci sono risposte semplici. Molto spesso ci siamo accorti di essere l'unico partito a fare i banchetti, a organizzare delle iniziative pubbliche. Eppure questo non è stato valorizzato dall'elettorato. È tuttavia una connotazione da mantenere e, caso mai, da rafforzare. Penso che ci sia il bisogno di un ripensamento generale della linea politica. Dobbiamo riprendere un'iniziativa chiara e il ruolo di opposizione potrà aiutarci sotto il profilo della proposta e della comunicazione".  

Finita questa compagna elettorale comincerà quella per le Regionali che Lei ha vissuto in prima persona. Sarà diversa dal passato? 
"Le scorse volte le Regionali si svolgevano in concomitanza con le Politiche e non sapevamo quanto il voto per il Parlamento potesse essere da traino per le Regionali. Questa volta sarà diverso e sappiamo da oggi qual è il metro di paragone dopo il banco di prova di ieri. Il PD punterà senz'altro sui temi che riguardano il territorio, mettendo al centro soprattutto la sanità e il trasporto, ma anche l'ambiente. Dopodiché siamo consapevoli che il quadro politico di riferimento dovrà essere più ampio e dovremo saper essere in grado di costruire delle alleanze".  

Sui temi territoriali impatterà questa volta lo scenario internazionale. I referendum-farsa che si sono svolti in alcune regioni dell'Ucraina forniranno il pretesto a Putin di utilizzare armi tattiche nucleari, con tutto ciò che ne potrà conseguire. Come uscirne? 
"Mi auguro che questo scenario possa essere evitato. Concordo con la linea assunta fino ad ora dal Governo Draghi. Ora bisognerà riflettere su quali siano le possibilità migliori per evitare un'escalation del conflitto. Auspico che venga ripresa in considerazione l'arma diplomatica e che vengano intavolati dei negoziati perché ci andiamo di mezzo tutti".
Marco Pessina
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.