Confindustria: se il prezzo nell'energia non cala un'impresa su 4 rischia di fermarsi
I dati rilevati nella survey rapida, che il Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio ha condotto nei primi dieci giorni di settembre 2022 per rilevare gli effetti dell’emergenza energetica, in particolare facendo riferimento al periodo luglio-agosto e alle prospettive per i mesi di settembre e ottobre, delineano un quadro caratterizzato da marcate criticità.
L’indagine, alla quale ha partecipato un campione significativo di aziende delle province di Lecco e di Sondrio, fa emergere uno scenario particolarmente eterogeneo dove si riscontrano in prevalenza segnali di peggioramento che riguardano l’incidenza dei costi energetici rispetto a quelli totali di produzione, i risultati di bilancio per l’anno in corso nonché le prospettive sull’evoluzione dell’attività per i prossimi mesi.
“Pur trattandosi di un campione molto diversificato, che comprende sia aziende energivore sia imprese per le quali i consumi energetici sono più contenuti in relazione al tipo di attività - evidenzia il Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Plinio Agostoni - il quadro che ne emerge conferma la grave preoccupazione per una situazione che si aggrava di giorno in giorno. La risposta a questa emergenza deve nascere nel contesto nazionale ed europeo, come la stessa Confindustria evidenzia da tempo. E a livello nazionale gli interventi occorre che siano di ampia portata e tempestivi, per gestire l’emergenza, ma è strategico guardare anche alle misure strutturali in materia energetica, con il potenziamento delle infrastrutture e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento in primis, nella più ampia cornice di una efficace politica industriale”.
“Come Associazione, oltre a monitorare puntualmente l’andamento dei mercati e gli effetti sul tessuto produttivo delle nostre province, ricordo che stiamo mettendo a disposizione di tutte le imprese, anche non associate, informazioni e consulenza in coordinamento con il Consorzio Energia Lombardia Nord” - sottolinea il Direttore Generale di Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori. “Siamo infatti convinti che in circostanze gravi come questa - conclude - sia nostro dovere offrire supporto a tutto il territorio”.
L’indagine conferma che il forte balzo dei costi legati all’energia elettrica e al gas ha determinato pesanti impatti sulle aziende: considerando il bimestre luglio-agosto (al netto del periodo di chiusura programmata per le ferie estive), oltre una realtà su due (51%) ha segnalato di essere stata costretta a limitare o a ridurre alcuni processi o lavorazioni in particolari momenti del giorno o della settimana (fasce orarie a maggior costo dell’energia). In aggiunta, più di un’azienda su tre (34%) ha indicato di aver dovuto riorganizzare internamente il lavoro, ad esempio introducendo turnazioni o modificando l’orario di lavoro.
Il 12% delle realtà ha segnalato di aver sia ridotto alcune attività sia sperimentato l’interruzione di alcuni processi produttivi, mentre il 2% delle imprese ha segnalato di aver di fatto interrotto l’attività aziendale. Nel rimanente 1% dei casi non si sono verificati particolari impatti negativi per le imprese del campione.
Per una realtà su quattro (25%) esiste il rischio di interruzione dell’attività produttiva in settembre e ottobre, nel caso i prezzi dell’energia elettrica e del gas non dovessero diminuire.
Valutando le conseguenze dell’aumento dei costi energetici sui bilanci aziendali, oltre quattro realtà su cinque (82,6%) hanno indicato di prevedere un conto economico in peggioramento per il 2022, a fronte di una quota del 17,4% di imprese che ritengono, alla luce dei dati disponibili ad inizio settembre, una situazione stabile. Tra chi ha segnalato bilanci meno favorevoli, il 56,5% delle realtà ha comunicato di attendere un peggioramento mentre il 26,1% ha indicato prospettive più drastiche (netto peggioramento).
Da segnalare come in alcune situazioni (6,5% del campione), le imprese abbiano ricevuto richieste dai propri fornitori di energia elettrica e gas di adottare garanzie – come ad esempio le fidejussioni bancarie – per il pagamento delle bollette.
L’indagine, alla quale ha partecipato un campione significativo di aziende delle province di Lecco e di Sondrio, fa emergere uno scenario particolarmente eterogeneo dove si riscontrano in prevalenza segnali di peggioramento che riguardano l’incidenza dei costi energetici rispetto a quelli totali di produzione, i risultati di bilancio per l’anno in corso nonché le prospettive sull’evoluzione dell’attività per i prossimi mesi.
“Pur trattandosi di un campione molto diversificato, che comprende sia aziende energivore sia imprese per le quali i consumi energetici sono più contenuti in relazione al tipo di attività - evidenzia il Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Plinio Agostoni - il quadro che ne emerge conferma la grave preoccupazione per una situazione che si aggrava di giorno in giorno. La risposta a questa emergenza deve nascere nel contesto nazionale ed europeo, come la stessa Confindustria evidenzia da tempo. E a livello nazionale gli interventi occorre che siano di ampia portata e tempestivi, per gestire l’emergenza, ma è strategico guardare anche alle misure strutturali in materia energetica, con il potenziamento delle infrastrutture e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento in primis, nella più ampia cornice di una efficace politica industriale”.
“Come Associazione, oltre a monitorare puntualmente l’andamento dei mercati e gli effetti sul tessuto produttivo delle nostre province, ricordo che stiamo mettendo a disposizione di tutte le imprese, anche non associate, informazioni e consulenza in coordinamento con il Consorzio Energia Lombardia Nord” - sottolinea il Direttore Generale di Confindustria Lecco e Sondrio, Giulio Sirtori. “Siamo infatti convinti che in circostanze gravi come questa - conclude - sia nostro dovere offrire supporto a tutto il territorio”.
L’indagine conferma che il forte balzo dei costi legati all’energia elettrica e al gas ha determinato pesanti impatti sulle aziende: considerando il bimestre luglio-agosto (al netto del periodo di chiusura programmata per le ferie estive), oltre una realtà su due (51%) ha segnalato di essere stata costretta a limitare o a ridurre alcuni processi o lavorazioni in particolari momenti del giorno o della settimana (fasce orarie a maggior costo dell’energia). In aggiunta, più di un’azienda su tre (34%) ha indicato di aver dovuto riorganizzare internamente il lavoro, ad esempio introducendo turnazioni o modificando l’orario di lavoro.
Il 12% delle realtà ha segnalato di aver sia ridotto alcune attività sia sperimentato l’interruzione di alcuni processi produttivi, mentre il 2% delle imprese ha segnalato di aver di fatto interrotto l’attività aziendale. Nel rimanente 1% dei casi non si sono verificati particolari impatti negativi per le imprese del campione.
Per una realtà su quattro (25%) esiste il rischio di interruzione dell’attività produttiva in settembre e ottobre, nel caso i prezzi dell’energia elettrica e del gas non dovessero diminuire.
Valutando le conseguenze dell’aumento dei costi energetici sui bilanci aziendali, oltre quattro realtà su cinque (82,6%) hanno indicato di prevedere un conto economico in peggioramento per il 2022, a fronte di una quota del 17,4% di imprese che ritengono, alla luce dei dati disponibili ad inizio settembre, una situazione stabile. Tra chi ha segnalato bilanci meno favorevoli, il 56,5% delle realtà ha comunicato di attendere un peggioramento mentre il 26,1% ha indicato prospettive più drastiche (netto peggioramento).
Da segnalare come in alcune situazioni (6,5% del campione), le imprese abbiano ricevuto richieste dai propri fornitori di energia elettrica e gas di adottare garanzie – come ad esempio le fidejussioni bancarie – per il pagamento delle bollette.