Pagnona: la comunità accoglie il nuovo parroco, don Matteo Albani

Un corteo guidato dal Gruppo Alpini di Pagnona ha accompagnato questa mattina fino alla chiesa di Sant’Andrea il nuovo parroco, il meratese don Matteo Albani, a sua volta con la penna nera sul capo. Per l’occasione i Giovani Campanari Ambrosiani, facenti parte dell’oratorio di Carnate, hanno voluto rendere omaggio al loro vicario suonando le campane a festa.



Monsignor Maurizio Rolla, poi, ne ha celebrato il mistero pastorale ricordando come l’avvenimento odierno sia per la comunità un momento di “particolare gioia e solennità, perché riceve dal Vescovo il suo nuovo Parroco nella persona del presbitero don Matteo Albani. Nella successione e nella continuità del ministero si esprime l’indole pastorale della Chiesa, in cui Cristo vive e opera per mezzo di coloro ai quali il Vescovo affida una porzione del suo gregge”.




A prendere la parola subito dopo il Vicario episcopale è stato il Consiglio pastorale che ha espresso il benvenuto anche da parte dei “bambini, dei giovani, degli anziani e delle famiglie”, ricordando come oggi per la comunità dell’alta Valvarrone sia una doppia festa, quella tradizionale per la Beata Vergine Addolorata e quella per l’arrivo del nuovo parroco “a cui va il più grande grazie per aver accettato di diventare il nostro pastore”.



Per questa comunità il cambio di sacerdote rappresenta “un nuovo inizio, una ripartenza, soprattutto perché legata a valori e tradizioni che costituiscono la nostra identità, e la figura del parroco rappresenta un punto di riferimento" ha proseguito il portavoce del Consiglio, spiegando che ci sarà un impegno da parte di tutti, associazioni comprese, per “imparare a conoscersi, collaborare e percorrere insieme il cammino che ci verrà indicato”, con un ulteriore ringraziamento a Monsignor Delpini per aver dato l’incarico a don Matteo.




Il microfono è poi passato al sindaco Martino Colombo, che si è alternato nel ruolo di primo cittadino e di organista per accompagnare i canti, portando i saluti di tutta l’Amministrazione comunale e rimarcando l’importanza della figura del parroco in “una piccola comunità come questa, diventando un indispensabile punto di riferimento, un faro capace di illuminare il nostro cammino, sostenendoci nei momenti difficili e di sconforto e condividendo con noi le nostre gioie”. Sottolineato, inoltre, l’impegno di tutti nel far conoscere le tradizioni che vengono tramandate da diverse generazioni, anche attraverso le visite alle montagne con cui il sacerdote sarà “fatto sentire a casa”.



Dopo il rinnovo delle promesse fatte al momento dell’ordinazione e i riti esplicativi, don Matteo ha ricevuto l’Evangeliario ed è salito all’altare, prendendo posto alla sede come presidente dell’Eucarestia. La sua omelia è iniziata con i ringraziamenti per l’accoglienza di tutti i presenti, di monsignor Rolla, dei sindaci di Pagnona, di Casargo e di Premana, nonché del maresciallo dei carabinieri e delle tante persone intervenute, oltre agli Alpini definiti come "colleghi", essendo lui stesso una Penna nera.
“Dobbiamo unirci nell’ascolto della Parola di Dio: siamo abituati a "rompergli le scatole" abbiamo sempre da chiedere e ci dimentichiamo che dobbiamo imparare ad ascoltare" ha proseguito don Matteo, dicendo che le parole del Signore non arrivano solo attraverso i testi liturgici, ma “soprattutto dentro l’anima e il cuore di ognuno di noi". "La seconda cosa più importante è celebrare i sacramenti, soprattutto l’eucarestia, la comunione, insieme al Signore e ai fratelli della comunità. La terza è quella di vivere la carità, vivere per l’amore che Gesù ci ha indicato dicendo "ama il prossimo tuo come te stesso", un cammino che il nuovo parroco non deve tracciare ma "solo" ricordare”.



Citando la festività odierna di Maria, don Matteo ha infine ricordato come mettendosi all’ascolto della Parola abbia saputo "superare il dolore fidandosi di Dio, come dobbiamo fare tutti”. Terminata la parte religiosa della giornata, l’accoglienza della nuova comunità è proseguita con il pranzo nel salone dell’oratorio cui hanno preso parte anche mamma, papà e le sorelle del sacerdote, sentendosi già parte della sua nuova famiglia.
M.A.
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