Lecco: visita all’archivio Badoni per il Rotary Club Le Grigne

Un vasto archivio, che raccoglie la storia industriale e una dimensione più intima, personale dell’imprenditore Giuseppe Badoni. Il club Rotary Le Grigne di Lecco, presieduto da Giuseppe Negri, nel pomeriggio di giovedì 15 settembre, ha avuto l’opportunità di visitare, grazie alla guida del direttore scientifico Mauro Rossetto e del museologo Gian Luigi Daccò, un prezioso spazio che custodisce gran parte della storia della città e dell’industria del ferro lecchese, ospitato negli edifici dell’ex maternità all’interno del campus del Politecnico di Lecco.

La sala di consultazione

 

La ditta Badoni si è distinta per la carpenteria metallica, la realizzazione di apparecchi di sollevamento e trasporto, ponti ferroviari, strutture e coperture metalliche di importanti edifici.
“Qui abbiamo raccolto l’archivio storico della città tra i più significativi del territorio (archivio dei musei e dell’ente comunale…), conservandolo, ordinandolo, inventariandolo e rendendolo disponibile alla consultazione - ha spiegato Rossetto – L’archivio Badoni, da solo, ingombrava più di quanto avevamo raccolto ed è stato vincolato come patrimonio storico, quindi non frazionabile”. Dopo il fallimento della ditta Badoni, nel 1993, l’amministrazione comunale di Lecco ottenne l’affidamento dell’archivio, prima allocato presso la scuola edile e poi in uno spazio a Cremona adibito allo scopo, dove non c’era possibilità di consultazione. Negli anni recenti, infine, il ritorno nella città e il trasferimento dei faldoni nella palazzina attuale, adeguata in termini di sistemi antincendio, controllo del microclima e solette rinforzate. All’interno dell’edificio è inoltre stata ricavata anche una sala consultazione con una piccola biblioteca di studio.

Il direttore scientifico Mauro Rossetto

 

L’archivio ha un duplice significato: un valore tecnico commerciale per la presenza di documentazione di progetto (sono presenti oltre 100.000 disegni), le commesse, la documentazione amministrativa e contabile unitamente a una sezione fotografica (quasi 200 raccolte di immagini) grazie alla passione di Sofia, figlia di Giuseppe che offre una testimonianza visita di tutti i lavori della società Badoni in giro per il mondo. Accanto a questo materiale di “notevole interesse storico”, come ha rilevato la Soprintendenza, c’è tutto l’apparato familiare, contenente lettere pubbliche e private, disegni e fotografie.

 

 

L'archivio della città di Lecco

 

Nelle operazioni di pulizia sono state trovate anche alcune curiosità come la laurea in matematica a Pavia dell’architetto Bovara e un album di lavori tipografici per uso commerciale che raccoglie un’ampia collezione di materiale riguardante aspetti commerciali e culturali della città di Lecco. L’utenza dell’archivio, al momento, è specialistica: a titolo esemplificativo, è stato consultato da inglesi che volevano riprodurre la vasca di decapaggio degli anni Cinquanta, da personale impegnato per il restauro dell’unione industriali di Torino e per il potenziamento della centrale idroelettrica di Taranto.

L'archivio Badoni e, sotto, la foto dei cassetti in cui i documenti erano conservati

L’archivio è stato ordinato e catalogato in un ordine fisso secondo le precise disposizioni di Giuseppe Riccardo Badoni che teneva moltissimo a raccogliere il materiale dell’attività. L’operazione che sta prendendo avvio riguarda la digitalizzazione dei documenti.
La visita ha permesso di conoscere la storia di un industriale lungimirante che ha segnato e dato lustro al territorio lecchese, portandone il nome per il mondo.
M.Mau.
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