UP–Un Percorso/66: salita da Mandello allo Zucco di Sileggio, per una super vista sul lago

Una vista strepitosa sul Lago di Como con il Monte Rosa a far da sfondo. Più vicine, le cime del triangolo lariano – dal San Primo al Moregallo – e, alle nostre spalle, Grignone e Grignetta che svettano su Mandello del Lario.
Stiamo parlando del panorama che si può godere dalla vetta dello Zucco di Sileggio (1.373m slm), una cima minore del Gruppo delle Grigne. Ma, nonostante sia meno “blasonata” rispetto a quelle circostanti, vale assolutamente la pena di raggiungerla. Di seguito presentiamo la descrizione del sentiero 17A che parte da Somana, frazione di Mandello del Lario.
La salita allo Zucco di Sileggio con il 17/A è la via "direttissima", non è difficile dal punto di vista tecnico ma attenzione: è costantemente in salita, senza tregue, e per questo è richiesto un buon allenamento fisico. La camminata si svolge quasi esclusivamente in ambiente boschivo.

Partenza: Mandello del Lario, loc. Somana
Arrivo: Zucco di Sileggio (1.373m slm)
Lunghezza: 3,2 chilometri
Dislivello: 950 metri
Durata: 2 ore e 30 minuti circa
Difficoltà: 8+



La partenza del nostro itinerario è la frazione Somana di Mandello del Lario, facilmente raggiungibile in auto. Si può impostare Strada di Sonvico sul navigatore e, salendo, sulla sinistra si trova un parcheggio pubblico coperto. A piedi raggiungiamo quindi un bivio, dove troviamo le indicazioni per numerosi sentieri. Rimanendo su strada, svoltiamo a sinistra verso l'abitato di Sonvico. Entrati tra le case, sulla destra seguiamo il cartello degli Itinerari della Memoria dedicati alla Resistenza e, in breve, su un muro troviamo il segnavia bianco-verde per i sentieri 15 e 17.



Imbocchiamo quindi una mulattiera (indicazioni per la Chiesa di Santa Maria) che in poco tempo ci fa uscire dalle case attraverso i prati. Dopo una decina di minuti troviamo un bivio. Qui svoltiamo a sinistra (indicazioni per il sentiero 17B, che per il primo tratto è in comune con il nostro, per lo Zucco di Sileggio), ci addentriamo per un breve pezzo nel bosco prima di sbucare su una strada sterrata. Seguendo sempre le indicazioni per i sentieri 17A e 17B riprendiamo a salire. Passati altri 10 minuti (20 dalla partenza) arriviamo a un nuovo bivio. Abbandoniamo ora il 17B (impegnativo, per escursionisti esperti) e prendiamo il 17A che si stacca a sinistra.

Galleria fotografica (15 immagini)


Dopo un primo, breve tratto di salita, si apre un bel panorama su Mandello e il lago. Proseguiamo nel bosco, che non ci abbandonerà (quasi) più fino alla fine dell'escursione. Il sentiero è uno solo, non ci sono altri bivi e quindi è impossibile sbagliarsi. Dopo circa 50 minuti di cammino (1 ora e 15 minuti dalla partenza), con pendenze mai eccessive ma sempre costanti, giungiamo nei pressi di un baitello. Lo superiamo, continuando a salire, e dopo poco usciamo dagli alberi (1 ora e mezza dalla partenza), piegando decisamente a destra. La cima dello Zucco di Sileggio è ben evidente, ma c'è ancora da camminare. Intanto la vista si apre anche sul lago, con un bello scorcio su Bellagio.



Seguiamo il sentiero che risale il costone erboso finché arriviamo nuovamente al limitare di un bosco. Qui bisogna fare attenzione: a sinistra ci sono le indicazioni per il TGS (Trail Grigne Sud) che dobbiamo ignorare, proseguendo dritti (ma non ci sono cartelli). Questa è la parte più tosta dell'escursione: il sentiero diventa molto ripido ed è anche meno curato (attenzione alle zecche!). Dopo circa 30 minuti di salita impegnativa (2 ore dalla partenza), finalmente ne usciamo e incrociamo un sentiero che sale da Olcio (non segnalato). Seguendo i cartelli, svoltiamo a destra e iniziamo ad affrontare la cresta ovest della montagna.



Passati circa 20 minuti arriviamo a una casetta diroccata utilizzata come bivacco di emergenza. Un segnavia indica a destra la via diretta per la cima, ma consigliamo di proseguire verso sinistra. Camminando con un andamento pianeggiante, superiamo un tratto un po' impervio, ma comunque non pericoloso, fino ad arrivare a una specie di grottino chiuso da un'inferriata. Qui svoltiamo a destra (non ci sono cartelli, ma seguiamo i bollini gialli) e riprendiamo a salire, ma è l'ultimo sforzo. In poco tempo raggiungiamo una sella con una palina segnaletica. Siamo arrivati: svoltiamo a destra e con pochi passi siamo al cospetto della croce di vetta. Davanti a noi si apre una vista grandiosa che ripaga ogni fatica!
Per la discesa è possibile ripercorrere lo stesso sentiero dell'andata, oppure concatenare un anello percorrendo uno degli altri itinerari che salgono in vetta.

Michele Castelnovo
www.trekkinglecco.com
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.