Garlate: conoscere il dialetto... con i QR Code, l'idea in mostra alla 'Curt de Chécu'

Sì, la conoscenza del dialetto può passare anche attraverso lo smartphone, quale "ponte" tra passato e presente. Ne è convinto Raffaele Merendi, nato e cresciuto a Garlate prima di trasferirsi a Milano, che insieme a Giusi Panzeri e Ugo Longhi, due amici del paese, è stato protagonista alla recente "Festa delle Corti" - un grande successo, dopo i due anni di pausa forzata dovuta al Covid - con un'originale iniziativa in grado di unire tradizione e innovazione.

Il banchetto alla festa delle Corti

Insegnante in pensione, Merendi ha infatti avuto l'idea di utilizzare i QR Code - e dunque un linguaggio a cui i più giovani sono ben avvezzi - per far conoscere una dozzina di proverbi tipici del nostro territorio scritti rigorosamente in dialetto, diffondendo così un patrimonio immateriale di cultura che sta rischiando sempre di più di cadere nel dimenticatoio.
Per l'occasione, nello specifico, la "Cùrt de Chécu" è stata tappezzata di pannelli con il ben riconoscibile pattern di pixel in bianco e nero, che una volta inquadrato con il telefono rimandava direttamente al detto popolare; i codici, poi, sono stati anche raccolti in un libretto che sarà presto disponibile presso la Biblioteca di Garlate, aggiungendosi a quello de "I pruèrbi de Garlàa per i nòst bagàj" e a "Sel vör dé?", il gioco con le carte sempre dedicato al dialetto con cui Raffaele Merendi, Giusi Panzeri e Ugo Longhi - che solitamente si presentano come "I Tri de Garlàa" - erano intervenuti più volte in epoca pre Covid nelle scuole locali per accompagnare i bambini - anche attraverso filastrocche e canzoni - alla scoperta di un mondo a loro poco noto.

Due pagine del libretto

"L'obiettivo è semplicemente quello di rendere il dialetto un linguaggio più attrattivo per le giovani generazioni, che non sono più abituate a sentirlo nè tantomeno a parlarlo, sollecitandole a farsi custodi di una tradizione che ormai appartiene solo a noi adulti" ha commentato l'ideatore dell'iniziativa. "I proverbi sono molto semplici, e naturalmente si ritrovano anche al di fuori del territorio di Garlate: uno, per esempio, ricorda che "il sacco vuoto non sta in piedi", un altro invece ammonisce a "non tenere il piede in due scarpe". Insomma, è un modo semplice ma potenzialmente molto efficace per avvicinare bambini e ragazzi a una realtà che ci auguriamo possa far parte del loro futuro, evitando che rimanga relegata nel passato. I riscontri ottenuti alla "Festa delle Corti", per iniziare, sono stati molto positivi, anche oltre ogni aspettativa, con numerosi giovani che si sono dimostrati curiosi e interessati: magari per il prossimo anno saremo in grado di andare anche oltre a quanto fatto finora".
In attesa di capire se nei prossimi mesi, con la pandemia ormai alle spalle, ci sarà la possibilità di tornare nelle scuole anche con questa iniziativa, "I Tri de Garlàa" hanno già iniziato a lavorare a un altro progetto, sempre legato alla "loro" Garlate e già in parte presentato nel corso dell'evento del fine settimana del 10 e 11 settembre: questa volta l'ex professore e i suoi due amici sono intenzionati a ricostruire nei dettagli la storia della "Cùrt de Chécu", grazie al fondamentale contributo degli antichi proprietari. Conoscendoli, non si arrenderanno finché non ne avranno svelato ogni segreto. Magari anche raccogliendo tutto il materiale in un ulteriore libro, da mettere come sempre a disposizione di grandi e piccini.
B.P.
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