In viaggio a tempo indeterminato/248: un mondo a parte
L'Iran è un mondo a parte.
Qui succede tutto e il contrario di tutto.
Il tempo va a una velocità diversa.
Mai ci era successo prima di sentirci così storditi e straniti.
È come se fossimo in un piccolo universo parallelo con regole che spesso non capiamo e usanze che sembrano a tratti futuristiche, a tratti antiche e ancestrali.
Alla base di questa realtà alternativa c'è la rivoluzione del 1979 che ha posto fine alla monarchia nel Paese e dato inizio alla Repubblica Islamica dell'Iran.
Molto è cambiato da quell'anno, l'introduzione dell'hijab (velo) obbligatorio per le donne è tra le regole adottate proprio in quel periodo.
In Iran ora siamo nell'anno 1401 mese "Shaharivar" e persino il numero del giorno è diverso.
E se uno non lo sa, si prende uno spavento.
Un po' come è successo a me quando ho guardato la data del timbro sul visto d'ingresso e ho pensato che l'ufficiale alla frontiera avesse fatto un errore.
Il mese e l'anno, però, sono solo numeri. Noi usiamo il calendario gregoriano, qui in Iran quello persiano. La cosa a cui però non riesco ancora ad abituarmi dopo più di un mese è la questione weekend.
Il venerdì è come se fosse la nostra domenica. Tutto chiude e la gente esce solo per fare infiniti picnic. È stranissimo pensare che mentre in Italia il lunedì è per eccellenza il giorno più duro della settimana, qui lo stesso ruolo lo rivesta il sabato.
Da quando siamo in Iran noi ci sentiamo in mood weekend da giovedì a domenica. E devo ammettere che non è poi tanto male!
Ora, invece, parliamo della questione denaro.
A causa delle sanzioni imposte al Paese, le carte di credito estere in Iran non funzionano. Ma questo non vuol dire che gli iraniani paghino tutto in contanti, anzi.
Anche nel posto più remoto e per la cifra più insignificante, le persone pagano con la carta.
0,07€ per il pane? Nessun problema. Dal panettiere c'è il pos wireless e i clienti si servono da soli. Inseriscono la cifra da pagare, strisciano la carta e prendono la ricevuta.
Abbiamo visto signore anziane destreggiarsi tra codici pin e schermini luminosi.
Tutto, proprio tutto, si paga con la carta. Persino i tassisti abusivi hanno il pos.
Anche la benzina in Iran non si paga in contanti. Voi direte "certo con quello che costa!". E invece no perché 1 litro costa 0,10€ e con 3/4 € si fa tranquillamente il pieno.
Pochissimo? Per noi sì. Ma se chiedi a un iraniano ti dirà che costa cara perché fino a qualche anno fa il prezzo era di 0,03€/litro.
Ah, per la cronaca un litro di acqua costa 0,60€/litro quindi, sì, conviene bere benzina!
L'Iran, dopo la rivoluzione, è come se si fosse chiuso in se stesso, un po' per volontà sua un po' per decisioni di altri Paesi.
Le importazioni di merci estere sono diventate molto complicate.
E così è difficile vedere i grandi marchi delle multinazionali nel Paese.
Difficile ma non impossibile.
I ragazzi bevono Coca Cola e Pepsi ma sono tutte prodotte in Iran.
Si guidano Peugeot ma anche quelle di francese hanno solo il marchio perché sono costruite completamente nel Paese.
La cosa più particolare per me, però, sono le canzoni.
Parlando con ragazzi della nostra età ci siamo accorti che non hanno idea di chi siano i Beatles, di cosa canti Jennifer Lopez e l'unica Madonna che conoscono non era una star mondiale della musica.
Però tutti ,oggi, conoscono "Oh bella ciao" e la colpa è di Netflix e della serie tv "La casa di carta". Perché nel 2022 tagliare fuori completamente un Paese è difficile, direi quasi impossibile.
Ho lasciato alla fine delle stranezze una di quelle più controverse e complicate.
In Iran l'omosessualità è considerata un reato grave, punibile con la pena di morte in alcuni casi.
Ma allo stesso tempo, gli interventi per il cambio del sesso sono perfettamente legali e ci sono cliniche autorizzate dallo Stato che li realizzano.
Per quanto riguarda il sesso, tutti hanno accesso gratuito a preservativi e pillole anticoncezionali.
E per le coppie è obbligatorio un corso sull'uso dei contraccettivi prima del matrimonio.
Questi sono solo alcune delle consuetudini e regole di un Paese che dire complesso è dire poco.
Ogni giorno scopriamo qualcosa di nuovo e a volte non capiamo come qualcuno possa averle anche solo pensate certe cose, figuriamoci applicarle.
In ogni Paese del mondo ci sono luci e ombre, qui in Iran però sembra che le ombre siano ancora più scure e le luci ancora più luminose.
Qui succede tutto e il contrario di tutto.
Il tempo va a una velocità diversa.
Mai ci era successo prima di sentirci così storditi e straniti.
È come se fossimo in un piccolo universo parallelo con regole che spesso non capiamo e usanze che sembrano a tratti futuristiche, a tratti antiche e ancestrali.
Alla base di questa realtà alternativa c'è la rivoluzione del 1979 che ha posto fine alla monarchia nel Paese e dato inizio alla Repubblica Islamica dell'Iran.
Molto è cambiato da quell'anno, l'introduzione dell'hijab (velo) obbligatorio per le donne è tra le regole adottate proprio in quel periodo.
In Iran ora siamo nell'anno 1401 mese "Shaharivar" e persino il numero del giorno è diverso.
E se uno non lo sa, si prende uno spavento.
Un po' come è successo a me quando ho guardato la data del timbro sul visto d'ingresso e ho pensato che l'ufficiale alla frontiera avesse fatto un errore.
Il mese e l'anno, però, sono solo numeri. Noi usiamo il calendario gregoriano, qui in Iran quello persiano. La cosa a cui però non riesco ancora ad abituarmi dopo più di un mese è la questione weekend.
Il venerdì è come se fosse la nostra domenica. Tutto chiude e la gente esce solo per fare infiniti picnic. È stranissimo pensare che mentre in Italia il lunedì è per eccellenza il giorno più duro della settimana, qui lo stesso ruolo lo rivesta il sabato.
Da quando siamo in Iran noi ci sentiamo in mood weekend da giovedì a domenica. E devo ammettere che non è poi tanto male!
VIDEO:
Ora, invece, parliamo della questione denaro.
A causa delle sanzioni imposte al Paese, le carte di credito estere in Iran non funzionano. Ma questo non vuol dire che gli iraniani paghino tutto in contanti, anzi.
Anche nel posto più remoto e per la cifra più insignificante, le persone pagano con la carta.
0,07€ per il pane? Nessun problema. Dal panettiere c'è il pos wireless e i clienti si servono da soli. Inseriscono la cifra da pagare, strisciano la carta e prendono la ricevuta.
Abbiamo visto signore anziane destreggiarsi tra codici pin e schermini luminosi.
Tutto, proprio tutto, si paga con la carta. Persino i tassisti abusivi hanno il pos.
Anche la benzina in Iran non si paga in contanti. Voi direte "certo con quello che costa!". E invece no perché 1 litro costa 0,10€ e con 3/4 € si fa tranquillamente il pieno.
Pochissimo? Per noi sì. Ma se chiedi a un iraniano ti dirà che costa cara perché fino a qualche anno fa il prezzo era di 0,03€/litro.
Ah, per la cronaca un litro di acqua costa 0,60€/litro quindi, sì, conviene bere benzina!
L'Iran, dopo la rivoluzione, è come se si fosse chiuso in se stesso, un po' per volontà sua un po' per decisioni di altri Paesi.
Le importazioni di merci estere sono diventate molto complicate.
E così è difficile vedere i grandi marchi delle multinazionali nel Paese.
Difficile ma non impossibile.
I ragazzi bevono Coca Cola e Pepsi ma sono tutte prodotte in Iran.
Si guidano Peugeot ma anche quelle di francese hanno solo il marchio perché sono costruite completamente nel Paese.
La cosa più particolare per me, però, sono le canzoni.
Parlando con ragazzi della nostra età ci siamo accorti che non hanno idea di chi siano i Beatles, di cosa canti Jennifer Lopez e l'unica Madonna che conoscono non era una star mondiale della musica.
Però tutti ,oggi, conoscono "Oh bella ciao" e la colpa è di Netflix e della serie tv "La casa di carta". Perché nel 2022 tagliare fuori completamente un Paese è difficile, direi quasi impossibile.
Ho lasciato alla fine delle stranezze una di quelle più controverse e complicate.
In Iran l'omosessualità è considerata un reato grave, punibile con la pena di morte in alcuni casi.
Ma allo stesso tempo, gli interventi per il cambio del sesso sono perfettamente legali e ci sono cliniche autorizzate dallo Stato che li realizzano.
Per quanto riguarda il sesso, tutti hanno accesso gratuito a preservativi e pillole anticoncezionali.
E per le coppie è obbligatorio un corso sull'uso dei contraccettivi prima del matrimonio.
Questi sono solo alcune delle consuetudini e regole di un Paese che dire complesso è dire poco.
Ogni giorno scopriamo qualcosa di nuovo e a volte non capiamo come qualcuno possa averle anche solo pensate certe cose, figuriamoci applicarle.
In ogni Paese del mondo ci sono luci e ombre, qui in Iran però sembra che le ombre siano ancora più scure e le luci ancora più luminose.
Angela (e Paolo)