Lecco: deve rispondere di resistenza in Aula ma il processo è differito perchè... è in cella

Nulla di fatto oggi per la coppia di giovanotti magrebini che, tradotti a fine giugno in Tribunale per la convalida d'arresto, sarebbero dovuti tornare oggi davanti al giudice Giulia Barazzetta per affrontare il processo che li vede accusati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale.
Il fatto al centro del procedimento risale al 29 giugno: H.F. (classe 1999) e N.A. (classe 1994) erano stati fermati dagli uomini della Polizia di Stato nei pressi della stazione ferroviaria perché sospettati di essersi resi autori poco prima di un tentato furto. La segnalazione era arrivata da un avventore di un negozio di via Roma, che aveva avvertito il 112 dopo aver visto la propria borsa “minacciata” dai due ragazzi di cui aveva fornito anche la descrizione. Dopo i controlli, risultati irregolari sul suolo italiano, i ventenni erano stati quindi tradotti in Questura per le formalità di rito: lì avrebbero da subito creato scompiglio, colpendo anche uno degli agenti. Da qui la contestazione della resistenza.
Portati in Tribunale – con N.A ancora visibilmente alterato tanto da essere contenuto non solo con le manette ai polsi ma anche con una fascetta all'altezza delle spalle - per entrambi era stata disposta la misura cautelare del divieto di dimora in Lecco, in attesa dell'udienza odierna. Udienza che però non si è celebrata perché su richiesta del difensore, l'avvocato Alessandro Dell'Oro, il giudice ha rinviato al prossimo 27 settembre per consentire ad uno dei due imputati, che da questo venerdì risulta essere finito in carcere, di partecipare al processo.
N.A., è stato infatti associato presso la casa circondariale di Pescarenico, su decisione del giudice Gianluca Piantadosi che si sta occupando di un altro episodio di cui lo stesso si sarebbe reso protagonista. Stando alla ricostruzione delle forze dell'ordine, a Cassago avrebbe minacciato con un coltello un altro extracomunitario.
Non avendo potuto interloquire con lui, Dell'Oro ha optato per far differire l'udienza odierna nell'attesa appunto di confrontarsi con l'assistito che, sembrerebbe aver provato anche a cucirsi le labbra, dando seguito a suggerimento di altra persona di tener chiusa la bocca.
F.F.
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