Galbiate: alla scoperta dell’area archeologica dei piani di Barra nella Notte dei Goti 2022

Notte dei Goti. Un nome evocativo per una manifestazione giunta alla nona edizione. Organizzata dal parco del Monte Barro in collaborazione con la cooperativa Eliante, la Notte dei Goti è stata un viaggio svoltosi nell'affascinante scenario dell'area archeologica dei piani di Barra. Un viaggio indietro nel tempo fino, appunto, all'epoca dei Goti. "Vi ringrazio per essere venuti così numerosi a questo appuntamento, ormai diventato una tradizione nel nostro calendario" ha sottolineato sabato sera Paola Golfari, presidente del parco Monte Barro, nel suo saluto.

Paola Golfari

 "Secondo le leggende, il sito di Monte Barro era importante all'epoca di re Desiderio, ultimo re longobardo. Attraverso l'analisi delle ceramiche e gli studi con il carbonio 14, però, siamo riusciti ad appurare che questo edificio è stato distrutto da un incendio a metà sesto secolo, ovvero ai tempi della guerra greco - gotica e prima dell'arrivo dei longobardi" ha quindi spiegato Marina Uboldi, direttrice del Museo Archeologico.

Giusi Vassena

 

Di fianco a lei il grande prato dove si possono ammirare i resti dell'edificio più importante dell'antico insediamento del Monte Barro, scoperto a metà degli anni Ottanta. Dopo aver spiegato le caratteristiche della struttura, dotata di due piani per ognuna delle tre ali, la dottoressa Riboldi ha accompagnato i presenti verso la tappa successiva. Sempre più dentro il mondo dei Goti vissuti alle pendici del Monte Barro. Qui, ad attendere i visitatori non c'era però solo la storia ma anche il teatro. Per la prima volta, infatti, la Notte dei Goti ha ospitato un'iniziativa della rassegna "a monte lo spettacolo", organizzata da Teatro Invito in collaborazione con Ambria Jazz e Taiko Lecco. La prima parte di questo evento ha visto Giusi Vassena di Teatro Invito impegnata in tre letture molto affascinanti.

Antonio Bossi

"La prima parla degli Eruli, il popolo di quell'Odoacre che, scalzando Romolo Agusto nel 476 d.C. pone fine all'Impero Romano d'occidente. Il secondo testo racconta invece uno degli eventi drammatici che hanno contraddistinto la permanenza dei Goti in Italia, ovvero la peste di Giustiniano" ha spiegato Antonio Bossi, responsabile della cooperativa Eliante. Se i due testi di Paolo Diacono sono stati in grado di trasportare ancora di più gli spettatori nell'atmosfera del VI secolo d.C, l'antico elenco di maniere cortesi, attribuito a Tannhauser e risalente al 1200, ha suscitato l'ilarità e gli applausi dei presenti.

Marina Uboldi

La parola è quindi passata nuovamente a Marina Uboldi. "In questo insediamento fortificato sono state trovate tante monete preziose, tra cui spicca la moneta d'oro risalente all'epoca di Giustiniano. Questo ci conferma che qui vivevano dei soldati, poiché in quel momento solo loro portavano in giro delle monete" ha raccontato. "Nonostante questo, abbiamo trovato pochissime armi. Secondo noi l'insediamento non è stato distrutto durante una battaglia ma bruciato dai suoi abitanti per non farlo cadere in mani nemiche. Ovviamente prima di andarsene presero i loro gioielli e le loro armi".

Terminata la spiegazione, ci siamo spostati in un'altra area dello scavo e qui, sotto un cielo colorato dal tramonto ormai prossimo, Marina Uboldi ha raccontato alcuni aneddoti relativi alla vita quotidiana dei goti. "Abbiamo trovato delle ossa di animali e le abbiamo fatto analizzare da un archeo - zoologa. In questo modo siamo riusciti a comprendere che l'alimentazione a quell'epoca era basata su ovini, caprini e suini allevati allo stato brado. C'erano anche dei resti di pesce ma del resto i laghi della Brianza sono qui vicini quindi si poteva andare facilmente a pescare" ha sottolineato la direttrice del Museo Archeologico.

Il sole si preparava ad addormentarsi dietro l'orizzonte, l'ora della cena al ristorante dell'Eremo si avvicinava. Prima però, un po' di magia. La magia dei Giullari di Spade. Originario dell'Abruzzo, questo gruppo di musicisti ha allietato i presenti con la potenza e l'intensità della musica medioevale. Dalla Germania alla Francia bretone, dalla Spagna settentrionale alla Cecoslovacchia. Questi ritmi intensi, richiamo di un lontano passato di viaggiatori e cavalieri, hanno accompagnato i presenti fino all'ora di cena mentre la sera calava avvolgente sull'eremo del Monte Barro.
Andrea Besati
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