Lecco, 1^ dichiarazione d'intenti nazionale sulla genitorialità condivisa: anche i papà-lavoratori (e le loro aziende) siano coinvolti nella cura dei figli

Cronaca Lecchese
Lecco
E' "solo" una dichiarazione d'intenti, quindi - come sottolineato anche dai suoi stessi sottoscrittori non comporta obblighi né contrattuali né normativi - ma a quanto pare è la primissima in Italia. Lecco si appresta a fare da apripista in tema di "Genitorialità Condivisa" e a guidare dunque, nel suo piccolo, una vera e propria rivoluzione culturale che mira a riequilibrare il rapporto uomo-donna nella conciliazione famiglia-lavoro. In Provincia questa mattina, su spinta della Consigliera di Parità Marianna Ciambrone, è stato licenziato infatti un testo, condiviso dalla associazioni datoriali, dalle organizzazioni sindacali nonché dal Comitato Pari Opportunità del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati e delle Avvocate e dall'Ordine dei Consulenti del Lavoro attraverso il quale i firmatari si impegnano a promuovere la genitorialità condivisa per esempio facendo sì che vengano ripartite tra l'azienda titolare del rapporto di lavoro con la madre e quella del padre eventuali richieste di rimodulazione organizzativa degli orari, convocando poi entrambi i datori di lavoro ai tavoli istituzionali di conciliazione, così che le soluzioni condivise non gravitino solo su una parte. Insomma se i figli sono di una mamma e di un papà, l'accudimento deve essere ripartito. Senza penalizzazioni e riconoscendo dunque il valore sociale dell'essere genitori in questo ormai lungo inverno demografico.

I firmatari

"Con il nostro progetto, assolutamente innovativo a livello nazionale, vorremmo fare in modo che le mamme che si trovano a dover avere delle esigenze che possano essere di flessibilità oraria, di smart working, di part-time in un determinato momento della loro vita, sopratutto quando hanno dei figli piccoli, le condividano anche con i padri e quindi anche con le aziende dei papà, in modo che queste esigenze di cura non ricadano sempre solo sui datori di lavoro che assumono nel loro organico una maggiore componente femminile" ha spiegato la Consigliera Ciambrone. Ciò nella convinzione che la lotta alla discriminazione passi dalla condivisione della genitorialità, "altrimenti una donna partirà sempre svantaggiata, non riuscirà mai a raggiungere quelli che sono i ruoli apicali, le mansioni che richiedono una maggiore responsabilità se, in una determinata parte della sua vita, dovrà da sola occuparsi della crescita dei figli e della cura famigliare".

La Consigliera di Parità Marianna Ciambrone

A tal proposito ha parlato espressamente di opportunità per ridurre il gap che non permette alle donne di far carriera Salvatore Monteduro della UIL, mentre ha riavvolto il nastro Francesca Seghezzi della CGIL, ricordando come già al momento dell'assunzione le esponenti del gentil sesso siano svantaggiate. E - a suo dire dunque - non stupisce che una dichiarazione d'intenti in tema di genitorialità condivisa che avrà interesse nazionale sia stata sottoscritta proprio a Lecco, territorio dove stiamo assistendo "a una dinamica del mondo del lavoro femminile particolare", con la disoccupazione in rosa oltre alla media Europea, raddoppiata negli ultimi tre anni (con il Covid dimostratosi vera falce di posizioni), mentre il treno maschile all'incontrario. "Questa novità prova a innescare una dinamica che dovrebbe portare un po' più di equità" la sua chiosa, con la collega Annalisa Caron della CISL pronta a sottolineare come il documento ben si inserisca anche negli obiettivi del PNRR.

Ed il piano è stato citato anche da Mario Gagliardi dell'Associazione Piccole Medie Industrie di Lecco e Sondrio, al tavolo con Fabio Usuelli di Confindustria, con riferimento al "pezzettino" richiesto anche alle Istituzioni e dunque il creare nuove strutture di sostegno (a cominciare dagli asili nido) per alleggerire il carico di cura sulle famiglie e dunque le "pressioni" anche sui datori di lavoro. "Fare in modo che il contenuto della dichiarazione d'intenti si traduca in concretezza" la richiesta venuta avanti da Matilde Petracca di Confartigianato, fatta propria anche da Matteo Dell'Era, presidente dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro di Lecco, pur rimarcando come occorrerà "resilienza" dinnanzi agli ostacoli che si presenteranno, nella consapevolezza che le "azioni culturali hanno necessità di tempi allungati". Ma le basi sono state gettate, con un "grandissimo segno di intelligenza non solo culturale" come sostenuto dall'Avvocata Monica Rosano del CPO, decisamente soddisfatta dal contenuto del testo sottoscritto. Un testo che impegna anche i firmatari a ritrovarsi ogni sei mesi, così da non far venir meno l'attenzione anche sugli sviluppi del progetto.

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A.M.
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