A tre mesi dalla scomparsa di Claudio Ghezzi, una targa lo ricorderà al 'suo' Rifugio Brioschi

Il 12 settembre saranno passati tre mesi. Tre mesi da quella che è stata l'ultima, fatale, ascesa al Grignone di Claudio Ghezzi, alpinista esperto, vittima di una caduta dall'esito mortale patita nell'affrontare la ferrata Carbonari, dopo essere salito quasi 6 mila volte fino al "suo" rifugio Luigi Brioschi. E proprio lassù, in vetta, domenica il “capanat” Alex Torricini e la sezione Cai di Milano, ricorderanno il missagliese con una cerimonia durante la quale sarà posta una targa a sua perenne memoria. "Claudio Ghezzi, dopo una vita di salite sulle montagne di tutto il mondo - Sud America, Himalaya, Cina, Tibet - aveva trovato nella Grigna Settentrionale la “sua” montagna del cuore. Una presenza discreta ma costante al rifugio Luigi Brioschi. Saliva tutti i giorni, con qualsiasi condizione meteo, fino a raggiungere il record di 6000 ascese. Per gli alpinisti ed escursionisti che raggiungevano il rifugio era una certezza rassicurante anche perché in inverno erano le sue impronte sulla neve a guidare i passi chi si apprestava a salire in vetta. E lassù c’era lui pronto a servire una bevanda a chi la chiedesse, anche a rifugio chiuso, perché lui aveva le chiavi, tanta era la fiducia che Alex aveva in lui" ricordano dal Cai, annunciando l'appuntamento di domenica, con cerimonia fissata per le 11 in cima al Grignone, la montagna che ha “definitivamente abbracciato” l'amico Ghezzi.
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