Pescate: festa in Chiesa per i 70 anni di sacerdozio di don Angelo, ex parroco

Grande festa nella mattinata di ieri in Chiesa a Pescate, dove sono stati celebrati i settant'anni di ordinazione di don Angelo Ronchi: classe 1929, è stato a lungo parroco proprio nel piccolo paese alle porte di Lecco, a cui è sempre rimasto particolarmente legato tanto da volerci tornare quale sacerdote residente nel 2016 dopo la conclusione del suo servizio da vicario nella vicina Olginate, dove è stato soprattutto un punto di riferimento per gli anziani della RSA.


Don Angelo Ronchi

La funzione in suo "omaggio" ha fatto seguito a quella celebrata già lo scorso gennaio in Sant'Agnese, in occasione della festa patronale, è si è svolta presso la Parrocchiale del Divin Salvatore e Santa Teresa del Gesù Bambino; presenti sull'altare anche don Matteo Gignoli e il fratello del "festeggiato", a sua volta sacerdote, nonché tra i banchi il sindaco di Pescate Dante De Capitani, oltre a una folta rappresentanza della comunità locale. Molto affezionato, come detto, alla Chiesa del paese, era stato proprio don Angelo a impreziosire la struttura con uno splendido ciclo di vetrate a cura dell'artista Trento Longaretti, un vero unicum sul territorio della Diocesi ambrosiana come ha sempre tenuto a rimarcare.


Don Matteo Gignoli

"Che grazia celebrare con voi questa Messa" ha esordito durante l'omelia don Angelo, che aveva iniziato il suo ministero da parroco a Maggianico per poi spostarsi a Ruginello di Vimercate. "Penso sia davvero bello essere qui oggi con voi, miei fratelli, nella Fede. Mi tornano in mente le parole del mio padre spirituale di un tempo, che era solito suggerire di conservare la propria intimità e seguire instancabilmente il proprio gregge. A pensarci bene credo di aver battezzato nella mia lunga vita circa cinquecento bambini, e di averne seguiti una buona parte, tuttavia mi piacerebbe rivederli ancora una volta, cresciuti e compiuti".



"Colgo anche l'occasione per avere il coraggio di chiedere scusa, perché nella mia vita non mi sono comportato sempre come un santo, ma ho cercato di fare del mio meglio, e soprattutto del bene" ha proseguito il sacerdote. "Insieme, oggi, continuiamo a formare una bella famiglia, una buona comunità, come Parrocchia, Oratorio e anche Comune. Prego affinché il Signore possa un giorno ricomporre la bella famiglia di Pescate nell'alto dei cieli. Proprio perché il momento più importante della vita di Gesù è la passione, la sua morte, allora troviamo il coraggio di viverla e di ritrovarci un giorno tutti insieme sulla soglia del Paradiso".



Terminata la celebrazione, i presenti si sono diretti presso l'Oratorio parrocchiale per pranzare in compagnia di don Angelo, nell'ambito dei festeggiamenti per il patrono - con tanto di Palio dei rioni - in corso proprio in questi giorni.
F.R.
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