Lecco, la parrucchiera di via Digione: 'dove sono il sindaco e gli altri Enti?'

Per il consigliere d'opposizione Giacomo Zamperini, l'episodio di via Digione è da leggere quale "vendetta" per l'imminente sgombero della Piccola, ormai ampiamente annunciato ed eseguito poi a distanza di qualche ora. Non si spinge in ricostruzioni che non le competono, invece, Stefania Perego, titolare del salone preso di mira. Ipotizza soltanto che il soggetto entrato in azione non fosse in stato di alterazione. Ci vuole, infatti, lucidità, sottolinea la parrucchiera, per entrare in un'area privata, danneggiare una vettura in sosta, mettere fuori uso le telecamere di sicurezza e poi accanirsi, dopo aver sollevato il cappuccio della felpa, per nascondere il proprio viso, con una mazza contro una vetrina antisfondamento, colpendola per ben nove volte.

Stefania Perego nel suo negozio

"Non era "fatto", la sua intenzione era far casino. Altrimenti perché era in giro con una spranga di ferro? Dove l'ha presa?" domanda l'esercente, 44 anni, nel settore da quando ne aveva solo 15 e tornata in città, dopo aver lavorato a lungo a Osnago, soltanto dopo il lockdown, in un periodo dunque non certamente facile per fare impresa. "Noi siamo venuti a Lecco due anni fa e abbiamo aperto un salone, direi, "bello" nel senso che abbiamo regalato qualcosa anche a questa via" sottolinea, tra rabbia e delusione. Se infatti le clienti hanno dimostrato di apprezzare la proposta di "Vola Hair Passion", il contesto evidenzia una serie di debolezze, con l'episodio di questa notte etichettabile dunque come la punta di un iceberg di insicurezza. La riqualificazione del parcheggio della Piccola non ha sortito effetto "tranquillizzante" per il permanere dei senza fissa dimora "alloggiati" sotto le falde del tetto delle stecche. "Dopo i lavori, speravo in una situazione migliore" ammette Stefania. "Le persone che passano di qua non sono assolutamente belle. Lo dico sempre. Tanto che alla sera dobbiamo chiudere sempre la porta". Non avrebbe però mai immaginato un danneggiamento come quello subito nottetempo, un fatto gravissimo di cui è stata notiziata solo questa mattina da un "vicino". "Mi ha chiamato dicendo "Stefy corri perché è successo un casino". Quando mi ha detto "ti hanno sfondato la vetrina" ho pensato "è impossibile, è antisfondamento, non possono avercela fatta". Ed invece...".

Con il consigliere Giacomo Zamperini, passato a farle visita

Almeno ventimila euro la spesa da affrontare per sostituire la vetrata, che "esplodendo" verso l'interno a causa dei colpi, ha fatto schizzare frammenti di vetro ovunque, colpendo e scheggiando anche un paio dei grossi specchi posizionati dinnanzi alle postazioni di lavoro. Ma a far male, oltre al conto, è soprattutto l'insensatezza del gesto, assolutamente non rivolto contro la parrucchiera, finita nel mirino senza una ragione. E la mancanza di reazione delle Istituzioni. "I Carabinieri questa notte non mi hanno contattata. Arrivata qui questa mattina ho chiamato io e mi hanno detto di passare in Caserma per la denuncia, dinnanzi ad un salone completamente da ripulire. E dov'è il sindaco? E gli altri enti? Nessuno va da un commerciante a stringere la mano dopo un episodio del genere? A me vien voglia di chiudere. Sono la mamma di quattro figli, io insegno loro l'educazione e la civiltà. Non buttano una carta per terra. Penso ci sia qualcosa da fare per questa città. Ed invece mi ritrovo a dovermi scusare con le mie clienti per il disagio, a dover spiegare che non centriamo nulla".
Con l'autore del vandalismo - ferito, perché sulla vetrina sono ben evidenti delle tracce di sangue - ancora in libertà.
A.M.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.