'Il Giro d'Italia in 80 ricette': il lecchese... escluso

Cucina lecchese sveglia! È l’appello che giunge dopo aver letto l’interessante e singolare pubblicazione di un “Viaggio tricolore nella cucina regionale” nel recentissimo volumetto “Il Giro d’Italia in ottanta ricette” a cura di Sonia Peronaci, storica fondatrice di GialloZafferano.it, che ha portato i lettori a un entusiasmante "tour" alla scoperta della cucina tradizionale del Bel Paese con 80 piatti che esprimono i colori della terra di provenienza e rendono anche omaggio a quella che viene definita la “tavola della nonna”.
Le cinque ricette selezionate per la Lombardia sono: pizzoccheri alla valtellinese; mondeghili; vitello in fricandò; torta delle rose; bignolata mantovana. Non c’è lontana traccia, purtroppo, di quello che dovrebbe offrire, tra lago e montagne, la buona cucina di casa nostra, dal riso con il pesce persico alla polenta taragna, al misto di lago alla griglia, non dimenticando la selvaggina, i missoltini, i funghi, i formaggi delle valli, di alpeggio e altro ancora.


Piatto manzoniano con pesce persico e la barchetta

Queste considerazioni non possono che introdurre “all’appello dei ghiotti”, ovvero a un rilancio popolare e diffuso della cucina più autentica nella provincia di Lecco. Non mancano i precedenti nella storia degli ultimi 25 anni. La fiera di Milano del 1995, all’insegna dello slogan “Lago, montagne e buona cucina”, presentò, tramite l’Azienda di promozione turistica, i migliori piatti della gastronomia lecchese e lariana. Nello stesso anno, a maggio, il noto scrittore Giuseppe Pontiggia si soffermò sulle due osterie dove Renzo aveva seduto a tavola, fissando l’attenzione sui relativi piatti: il primo uno stufato, il secondo delle eccezionali polpette. Sempre in un capitolo dei Promessi Sposi vi è un’ampia descrizione della polenta di Tonio: ma era grigia o gialla? Pontiggia dichiarò in quell’occasione che Manzoni la conosceva bene, in quanto piatto principale del popolo, per averla vista chissà quante volte a Lecco e in Brianza. Pontiggia si disse nostalgico delle osterie, delle locande con pergolato, dove la tradizione si conserva con l’acquisto di nuove cognizioni; espresse, quindi, l’augurio di qualche miglioria, con ritocchi e aggiunte.


Piatto manzoniano "all'ombra della torre Viscontea"

È stato l’auspicio che all’inizio del Duemila ha animato l’Associazione Cuochi della provincia di Lecco con il presidente Ferruccio Castelli, l’Unione Commercianti con Giuseppe Crippa, Filippo Di Lelio, Marialda Brambilla, Ermanno Galbusera, Iole Colombo Tomasoni, Felice Famularo e Paolo Achler, nonchè altri esperti di cucina per una serie di concorsi con chef in gara che richimavano le donne tra le pentole, i giovani esordienti, i professionisti affermati, i piatti tradizionali e altri ancora, assegnando padelline d’oro, nastri, collari di varie dimensioni e colori e riconoscimenti professionali. Il tutto con l'auspicio di gemellaggi con cucine regionali di vari territori della Penisola, nel ricordo delle edizioni nazionali del Cuoco d’Oro a metà degli anni '60, promossi nel territorio lecchese dall’Azienda Turismo con la presidenza di Giacomo De Santis.
A.B.
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